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Gestione rapporto borderline

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ALE
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Messaggio  dibrim Gio Mag 29, 2014 9:42 am

scusate se m'intrometto in un vostro 3D.volevo solo dire che è difficile vivere se non ti puoi fidare nemmeno della tua testa.
di te stesso.tu pensi di relazionarti bene perchè è l'unico modo che conosci ma vedi dalle reazioni degli altri che qlcsa nn va.
Dio solo sà se mi piacerebbe avere accanto a me qlcno che oltre a volermi bene investa il suo tempo ad "educarmi" ma se solo
si avvicina qlcno rimetto in atto i meccanismi di conflitto/competizione facendogli del male,quindi ho capito che devo stare solo
ma da solo è dura e nn si và da nessuna parte.ci vuole molto coraggio...
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Messaggio  ALE Gio Mag 29, 2014 9:23 am

Io non so se ne fosse consapevole del suo disturbo la persona che frequentavo io.

Di certo so solo che una volta che gli chiesi "ma tu sei borderline vero", lui mi rispose si molto di piu', sono piu' vicino alla follia, un'altra volta mi disse "borderline sarai tu"- offeso a morte- ed un'altra volta ancora mi disse "ho solo problemi d'umore". Ricordo ancora che mi disse "si sono pazzo ma con la malattia ci devo convivere" ed ancora "strano e' bello normale no".

Quindi non aveva una chiara concezione del suo disturbo se volete la mia opinione a volte la realtà e' difficile da accettare... io penso che sapesse in cuor suo l'esatta portata del suo disturbo anche perche' un ricovero di un mese e mezzo in psichiatria non è facile da far passare come una cura per leggera depressione.

Che fosse alcolista era evidente, ma anche li lui negava e diceva di non bere molto.

Quindi era un'altalena tra la consapevolezza del disturbo ma anche una non accettazione e quindi un minimizzare le conseguenze delle sue azioni ed altre volte in cui negava o faceva finta di niente.

Che fosse disturbato lo sapeva eccome ma purtroppo ripeto accettare certe realtà non è facile perche' si è bollati come picchiatelli.

Ricordo che sul lavoro diceva che qualche collega sparlava alle sue spalle e penso che questo lo facesse soffrire tant'e' che come conseguenza del non dormire, del bere, del non essere lucido lo ha portato a fare sempre piu' assenze sul lavoro - io lo conosco da circa 8 mesi, tra il ricovero di un mese e mezzo in una clinica dove hanno tentato di disintossicarlo dall'alcol e gli altri sei mesi avra' lavorato si e no due mesi ma mai consecutivi. Che sappia io e' da almeno un mese e rotti che è a casa in malattia in via continuativa, tant'e' che il medico di base aveva anche qualche difficolta' nel dargli ulteriori giorni di malattia e lo aveva mandato da uno psichiatria per farsi dare una diagnosi in modo da avere qualcosa in mano per prolungare i giorni di malattia senza avere casini con l'INPS.

Quindi in conclusione confermo anche io che consapevole o no, oppure semi consapevole, cambia poco.

Per me la differenza sta nell'accettare la realtà e decidere di farsi curare per stare meglio e fare stare meglio gli altri solo cosi' la consapevolezza puo' fare la differenza, viceversa senza cure e' solo un delirio per loro e per noi dipendenti.

ALE

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Messaggio  Faust Gio Mag 29, 2014 1:05 am

ennesimavittima ha scritto:
Quando il partner è consapevole invece le cose sono in genere più facili?

direi proprio di no.

Faust

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Messaggio  ennesimavittima Mer Mag 28, 2014 10:46 pm

Vorrei fare una domanda a tutti i "co dipendenti"...Più che altro per fare una distinzione nella gestione della storia che abbiamo avuto e confrontarci su un punto.
Nel mio caso la mia non era consapevole del disturbo (presumo). Ma quando il borderline è consapevole crediate sia più facile gestire la relazione?
Io non riuscivo più ad esprimermi e lei sapeva rivoltare benissimo le cose, e si prendeva sempre ragione su tutto (come ho detto più volte, lo faceva senza cambiare le mie parole ma solo il senso e l'interpretazione).
Quando il partner è consapevole invece le cose sono in genere più facili?

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