voglio sapere che cosa succede

ciao bulsaria, il semplice fatto che tu riconosca queste cose ti fa onore ed è coraggioso, non è da tutti. Cerca un bravo psichiatra/psicoterapeuta

Chiedere aiuto e il primo passo. Non ti abbattere se i risultati nons i vedono subito. Ci vuole tempo e pazienza. Io non so quel che tu hai davvero, ma se trovi un bravo psichiatra/psicoterapeuta (francamente gli psicologi non mi fanno molto affidamento, a meno che siano persone molto empatiche) e ti affidi a lui/lei vedrai che starai meglio tu, e con te le persone che ti vogliono bene.

Ti ringrazio per la risposta. Ora so di avere qualcosa che non va, non sto più bene ed ho perso il controllo. Devo solo trovare la forza di ammetterlo anche a chi ho vicino e il coraggio di chiedere aiuto. Ti ringrazio ancora.

Ciao bulsaria,
Il fatto che tu scriva qui e ti metta in discussione ti fa sicuramente onore.
La cosa più sensata che puoi fare è recarti da uno specialista, psichiatra o psicologo.

Da quello che scrivi ci sono diversi comportamenti non standard, ricordati che qualora fosse il disturbo questo è egosintonico cioè le tue azioni e pensieri sono in linea con le tue aspettative quindi tu non li percepisci come errati, il fatto che certe domande te le poni è sicuramente positivo.

Comunque nessuna diagnosi "fai da te" , ti consiglio una visita da uno specialista, non c'è niente di male

Salve, ho quasi 29 anni. E' da sempre che accuso atteggiamenti che ho sempre percepito come "non conformi" alla regola. Ma non ho mai pensato di avere qualche disturbo. Ho sempre supposto fosse normale, anche se non sempre comprensibile il mio modo di essere. Ma dopo l'ultima accesa, furiosa lite col mio ragazzo, occorsa ieri sera, comincio davvero a credere che ci sia qualcosa di serio "che non va". Ho bisogno di un consulto. Non mi è mai passato seriamente per la testa l'ipotesi di parlare con qualcuno della cosa come davvero fosse un problema. Comunque proverò a dire velocemente cosa mi affligge. Dacchè mi ricordi, sin da quando ero davvero piccola, mi sono sempre sentita come un peso: ho sempre sofferto pesantemente per la mia incapacità di sentirmi accettata ed apprezzata da mio padre. Proprio per questa incapacità di sentirmi voluta bene, ho spesso avuto attacchi di abbattimento forti. Ricordo gli inizi delle superiori come un periodo in cui non provavo interesse verso nessuno: quel che volevo io era stare in camera al buio, con la musica dei Queen. Poi mi innamorai di quello che per 6 anni è stato il mio migliore amico. Ho vissuto la mia esperienza con lui in modo molto intenso. Credevo di non poter vivere senza di lui, minacciavo il suicidio ogni volta che avvertivo la sensazione che mi lasciasse sola. Non potevo stare senza di lui. Nel mentre ho iniziato lunghi periodi di liti con mio padre, che spesso si concludevano, dopo urla e minacce, con lunghi pianti fino ad addormentarmi. Mi è capitato di chiudermi in bagno qualche volta, poche in realtà, a vomitare. Finchè, lo dissi al mio migliore amico. La reazione che ebbe mi spaventò al punto che non lo rifeci più. Dopo anni al suo fianco, è riuscito a farmi capire che mi voleva bene, mi fidavo di lui. Finchè nell'estate del 2005 conobbi quello che è ancora il mio ragazzo. Così, senza batter ciglio, con un pretesto quasi ridicolo, rispetto a tutto l'affetto speso con il mio migliore amico, sparii e non ci sentimmo più. Non ne soffrii mai. Da lì, a causa di alcuni episodi di liti occorsi tra me, mio padre ed il mio nuovo ragazzo, caddi nella prima mia crisi di quelle serie. Non ne parlavo con nessuno, ma stavo male, quando ero sola piangevo sempre, finchè non finii per iniziare a tagliarmi le braccia. Sempre senza di niente a nessuno. Sfortunatamente il mio ragazzo se ne accorse e non ebbe una bella reazione. Lo vidi piangere. Questo mi colpì tanto, perchè lui era reduce dal suicidio di uno dei suoi migliori amici. E promisi di non farlo più. Intanto i problemi con mio padre peggioravano. Lui mostrava totale indifferenza verso di me, ed io facevo di tutto per farlo arrabbiare, senza ottenere risultati. Col tempo però le cose si sistemarono. Sono stata meglio. Fino a circa un anno e mezzo fa. Le continue liti col mio ragazzo che spesso sfociavano in scene di opere drammatiche si facevano sempre più insistenti. Tornai a tagliarmi. Sulle gambe però, perchè fosse più difficile che se ne accorgesse. E poi mi cospargevo di crema, per aiutare i tagli a cicatrizzare prima. Un sabato mi arrabbiai molto. Fu la prima volta che iniziai ad urlare strappandomi i capelli e buttandomi per terra. Lui si spaventò molto e cercò di calmarmi. I giorni successivi li passai a piangere e a vergognarmi. Fu solo il primo episodio di questo tipo. E tutte le volte che capita lui mi accusa di essere matta, mi aggredisce, ed io sto peggio, piango di più, sento di impazzire. Ieri, forse anche a causa di una bevuta ad una festa, ho avuto una delle reazioni più forti. Ha dovuto bloccarmi perchè avevo deciso di sdraiarmi sulla strada perchè mi investissero, l'ho preso a schiaffi, ho cercato di chiamare il 118 perchè lo portassero via, sono riuscita a farlo piangere dopo anni che non gli capitava più, e quindi l'ho implorato di tornare, è tornato e volevo che mi abbracciasse, ma non l'ha fatto. Un disastro. Oggi sto male. Sta male anche lui. Ed ora per la prima volta riconosco di non riuscire a gestire le situazioni. Per caso mi sono imbattuta nella descrizione di questo disturbo. Non potrei mai andare dai miei genitori a dire loro che ho dei problemi, non mi crederebbero mai. Voglio sapere cosa mi succede, se potrò un giorno abbandonare questi episodi. Ora vorrei sparire, vorrei mandare via il mio ragazzo. Non sono una brava persona, non voglio obbligare gli altri ad entrare nel mio vortice di pensieri, ma non so più come fare. Vi prego, ditemi qualcosa.