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farmaci e psicoterapia

3 partecipanti

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farmaci e psicoterapia Empty Re: farmaci e psicoterapia

Messaggio  anna Ven Set 10, 2010 12:15 pm

Io ho 34 anni, sono sposata e ho due bambini. Quando più di dieci anni fa è incominciata la storia con mio marito, credo che lui abbia fatto un atto di fede, una scommessa; credo che abbia pensato che i benefici fossero superiori agli svantaggi legati alla mia instabilità caratteriale. E così le cose sono andate avanti e ci siamo sposati. In precedenza altre storie sentimentali erano naufragate: spaventavo i partner (e non solo loro). Tutto questo per dirti che di sicuro puoi trovare la persona giusta, che ti starà accanto nonostante le tue "stranezze".

Un in bocca al lupo

anna

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Messaggio  blunotte Ven Set 10, 2010 12:02 pm

Ciao Anna,
anche a me hanno diagnisticato disturbo bipolare e bordeline, sono in cura dal 2005; ho scritto il messaggio sulla "motivazione alla terapia". Sono una ragazza di 29 anni e sento la tua stessa esigenza di avere un punto di riferimento in uno spicoterapeuta, quando il mio precedente ha cambiato struttura e non ha potuto più seguirmi sono ricaduta in una brutta crisi che va avanti da un annetto e sono in cerca di uno psicoterapeuta ... vedremo come andrà, ho un nominativo da provare.
Ieri sera pensavo: ma come potrò mai interagire con un altro ragazzo portandomi dietro questo bagaglio di comportamenti strani, tra cui l'isolamento, le abbuffate?
Qual'è la tua esperienza? Quanti anni hai?

A presto

Blunotte


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Messaggio  Dr. Alessandro Pace Ven Set 10, 2010 10:42 am

Buongiorno,
per quanto in certi momenti possa sembrare che gli effetti collaterali dei farmaci possano essere insostenibili, non bisogna dimenticare la disperazione e la sofferenze estreme che ne hanno determinato l'iniziale assunzione.
Ad esempio, la forte nausea determinata dalla chemioterapia può essere tollerata in funzione del fatto che senza di essa il cancro avrebbe il sopravvento.
Lei poi ha una doppia diagnosi: se è ormai certo che il trattamento elettivo per il disturbo borderline è la psicoterapia cognitivo comportamentale, per i disturbi dell'umore come quelli da lei indicati è fondamentale una corretta impostazione della farmacoterapia.
In conclusione, concordo con quanto suggerito dai suoi curanti, si affidi a loro senza timori, discutendo con loro le sue perplessità: sono sicuro che sapranno accoglierle e trovare una soluzione.
Un caro saluto,
Dr. Alessandro Pace
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Messaggio  anna Mer Set 01, 2010 3:17 pm

Dott, vorrei precisare che tengo grandemente alla mia follia; non vi rinuncerei per niente al mondo. Posso percepire cose oltre il senso comune, capisce? Purtroppo i farmaci che mi sono stati somministrati (specialmente nell'ultimo anno) hanno fatto sì che una cappa di piombo calasse sulla mia creatività, sulle mie doti di veggente. I peggiori sono stati zyprexa e serenase; quest'ultimo mi ha precipitata in una depressione violenta. Anche la mia psichiatra ha un atteggiamento accomodante nei miei confronti: mi fa sentire come una insignificante bambina fuori controllo. Ma io non sono questo, sono ben di più.

Grazie

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Messaggio  anna Mer Set 01, 2010 2:25 pm

Egregio Dott. Pace,
ho una diagnosi di Disturbo di Personalità Borderline fattami da un anno circa. Prima di allora mi era stato diagnosticato un Disturbo Bipolare. Recentemente (negli ultimi 8 mesi) ho avuto 4 ricoveri, di cui 3 in case di cura convenzionate e 1 in SPDC, che è durato più di due mesi. I ricoveri erano motivati da ingestione massiccia di farmaci (scatole di seroquel, farganesse, aspirina) mai finalizzata al suicidio, ed altri gesti autolesivi quali bruciature, ingestione di pezzi di plastica (tappi di bottiglia, posate), biglie, sapone. Tuttora mi brucio.
Mi domando - e le chiedo- se la seguente terapia farmacologica non sia esagerata, considerato che molti ritengono che il Disturbo di Personalità Borderline vada curato soprattutto con la psicoterapia:
litio 300 mg x 3; depakin 500 mg x 2; seroquel 200 x 1; seroquel 100 x 2.

Vorrei inoltre il suo parere su un'altra questione: la mia psichiatra del CSM scoraggia la terapia inviduale a favore della terapia di gruppo (che peraltro non ho ancora incominciato), perchè dice che la terapia inviduale potrebbe avere effetti negativi sul mio equilibrio ancora precario. Tuttavia io sento forte esigenza della figura di riferimento di uno psicoterapeuta. So bene che andare contro le decisioni della psichiatra ha poco senso, poichè la psicoterapia prevede uno scambio di informazioni tra psichiatra e psicologo. Come crede che sia meglio comportarsi a questo proposito?

Grazie in anticipo

anna

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