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"CERCANDO ME STESSO" di Lorenzo Capuano: MIE RIFLESSIONI

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"CERCANDO ME STESSO"   di Lorenzo Capuano: MIE RIFLESSIONI Empty CHE SI FOTTANO!

Messaggio  MONIA Dom Set 15, 2013 5:12 pm

Ma...

non capisco proprio di cosa mai dovremmo perdonarci!

Perdonare noi stessi?

Mica è colpa mia se sono Borderline, sarà ben colpa di chi mi ha ridotta così!

Quindi deduco che devo perdonare loro, non me, me di cosa???

Me lo dovresti proprio spiegare cara YuYu, perché sinceramente non ha nessun senso.

Certo, tu hai visto tua mamma in crisi, dei cambiamenti e questo ti ha riavvicinata a loro

anche se da quello che mi racconti non se lo meritano affatto.

L'ignoranza uccide e loro ti avevano uccisa, ma si sa... noi Border un momento siamo morti

e un momento dopo siamo stravivi, quindi gli è andata bene.

I miei invece non hanno capito niente, hanno insistito sulla stessa linea che avevano prima di

andare dallo psicoterapeuta, anzi sai cosa mi ha detto quel pirla di un patrigno (che ho creduto

fosse mio padre per ventitrè anni)? Che lo psicoterapeuta "non ha accennato a nessuna malattia,

ha detto che il tuo problema è solo l'alcol". Gli ho risposto che "il Dr.Pace non può aver detto una

cosa tanto stupida, lo conosco, non ti credo" e lui "sì, ha detto prprio così" Che fottuto Bstardo di merda,

il patrigno intendo, l'ennesima lama da infilarmi nel petto! MA L'ULTIMA!

Io a differenza di te non ho mai fatto uso di sostanze stupefacenti, nemmeno una canna in vita mia,

ma ho abusato spesso di alcolici per lenire tutto il dolore che avevo dentro e del quale non sapevo nulla.

Adesso che sono a conoscenza del mio problema mi riguardo e mi aiuto a non esagerare con l'alcol, perché so

che poi la mia mente vacilla e non controllo più niente.

Io sì che ho fatto dei progressi con grande forza di volontà, ma loro proprio no, per niente.

Mi hanno infinocchiato l'ennesima bella balla (ovviamente non ho creduto al padre e l'ho mandato a cagare per sempre),

perché è più semplice della verità e del prendersi le responsabilità di tanta merda fatta che adesso ho addosso io,

devo sopportare io, scrollarmi di dosso io!

Io adesso con me stessa sono tranquilla. Ho imparato a conoscermi, ad amarmi, coccolarmi, abbracciarmi, aiutarmi,

tutto quello che non ho mai avuto da loro.

Ma ti rendi conto che sono sempre stata malata e nonostante crollli enormi (a ventanni non ho parlato per più di un mese, a ventitrè

non ho più mangiato e per poco finisco al mondo di là) insomma cose così e loro non se ne sono mai accorti? Nessuno si è preoccupato di me, mai, nonostante

i molti incidenti con l'auto (ne ho distrutte dieci in diciotto anni), le sbnornie madornali, quattro ritiri di patente.

Non si sono preoccupati nemmeno quando ho cominciato a minacciare il suicidio, ho morsicato mio cugino perché

mi aveva detto cose sbagliate alcuni anni fa... eddai...

Quindi per loro non nutro nessun affetto, sento amore per l'immagine che mi ero creata di loro che è dentro il mio cuore

bambino, ma la realtà è stata un'altra e adesso la so e sono incazzata nera con queste stupide persone, la mia rabbia

non è per niene immotivata. Mi hanno mentito spudoratamente, odiata, maltrattata, trascurata, usata, denigrata, fatto credere di essere scema, incapace e

brutta

Diventano vecchi e fragili? CHE SI FOTTANO!Very Happy 

Non parlo più con mio padre e mia sorella (patrigno e sorellastra) da sei mesi quasi, i loro atteggiamenti del cazzo che hanno sempre

avuto e mantenuto anche dopo la rivelazione della patologia mi hanno veramente fatto venire il vomito.

Mi urta anche solo pensarli.

E' meglio che mi stanno alla larga, che stanno alla larga dalla mia vita che adesso finalmente scorre abbastanza quieta da

quando li ho tagliati fuori, loro, i parenti e tutti quelli che li consocoscono.

Con la madre sono costretta a rapportarmi ogni volta che torno dall'estero, dove lavoro e vivo una vita fantastica, perché abita

con me (casa in comune purtroppo), altrimenti mi vedeva con il binocolo anche lei... anzi, sto cercando di crearmi una situazione

dove lavoro tale da non dover più venire a casa.

Comunque stare lontana da genitori e parenti mi fa bene, se ne facciano una ragione, un mea culpa e si mettano il cuore in pace:

IO NON LI AMERO' MAI!

Nemmeno li odio, basta che mi stanno tutti alla larga.

E per lasciare andare, intendevo dentro di me, questo sì che è difficile!

Ciao ciao ciao YuYu

MONIA

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"CERCANDO ME STESSO"   di Lorenzo Capuano: MIE RIFLESSIONI Empty Re: "CERCANDO ME STESSO" di Lorenzo Capuano: MIE RIFLESSIONI

Messaggio  Ospite Mar Set 10, 2013 7:32 pm

MONIA ha scritto:Ehm.. sì, beh.. Kasia, questo è un concetto vecchio come la fame e buono come il cibo che poi riesci a mangiare.
Non ci riescono le persone sane, figuriamoci quelle con un disturbo di personalità.
Come facciamo ad accettare e amare noi stessi se non abbiamo un senso del sé?
Se soffriamo di depersonalizzazione?
Se tutto dentro di noi è frammentato?
Piuttosto complicato direi...  
Quando Capuano parla della malattia come un momento in cui un malessere fisico, emotivo, mentale ha creato un disagio che poi si è somatizzato in malattia;
un disagio che non è stato accolto fin dal principio ecc.., non dice niente di nuovo, anzi è proprio la ricerca del Dr.Correale e di tanti Professori.
Come esorcizzare quel trauma o quei traumi antichi che ci hanno ridotto così, in modo che non si riattivino ogni volta che il nostro inconscio vede o sente qualcosa di simile scatenando in noi reazioni violente, incontrollabili, pericolose per noi e per gli altri.
Già rendersene conto, capire e accettare è un grande passo avanti e non è semplice, figuriamo porre rimedio.
Questo non significa che io, parlo per me, non ci stia provando, ed è proprio quello stralcio sul riposo che ho trovato nel libro del Dr.Correale che mi dato un tocco magico.
Perché, noi, si deve partire da lì e da lì in poi il percorso per arrivare al punto che dice Capuano è quasi utopico.
Dal canto mio, io adesso sto cercando di vivere situazioni che mi rilassano o meglio sto cercando di evitare tutto quello che scatena in me dolore, rabbia, confusione e poi agonia, cadute in crisi d'ansia, in vortici d'angoscia, in attacchi di panico, crisi depressive e dissociative. Purtroppo per riuscirci ho dovuto tagliare fuori molte persone, quelle che in me riattivano traumi che poi mi travolgono e mi uccidono, l'ho dovuto fare per il mio bene. Adesso sono adulta e posso difendere quella piccola bambina che tutti hanno sempre maltrattato, denigrato, sminuito, emarginato facendola ammalare.
Frequento solo quella gente alla quale sono riuscita a dare di me un immagine positiva e ci sono riuscita con molte persone. Me la riflettono e io agisco di conseguenza.
Lo so, sono difettata, ma cosa ci posso fare, putroppo io annaspo per sopravvivere e non posso fare niente per gli altri.
Ho imparato ad accettare i miei limiti e a cercare di fare solo quello che riesco per riuscire a sopravvivere nei migliori dei modi, che non è ancora vivere...
Quindi se stare sulle montagne e fare una camminata in solitudine in mezzo alla natura e perdermi nella lettura, mi fa stare meglio che trascorrere una giornata fra parenti, opto per la passeggiata. Se trascorrere il Natale, per esempio, in compagnia di ex colleghi di lavoro e amici con i quali sono riuscita a condividere piccole cose della vita che mi hanno dolcemente legata a loro, anziché trascorrerlo in una famiglia che non è mai esistita e che mi fa cadere in un baratro di paranoia e confusione, opto per la prima a costo di ferirli.
Credo quindi che la cosa principale che deve fare una persona con il nostro problema è quella di vivere lontano da coloro che hanno contribuito alla formazione di questa struttura di carattere, genitori, parenti ecc...  sbatterci sempre la testa contro non è di nessun aiuto, non fa che alimentare i nostri traumi e se loro non possono, non riescono o non vogliono capire o accettare, sta a noi agire per aiutare noi stessi, ma spesso non riusciamo ad abbandonarli, perché non ci sembra possibile che non siano mai stati in grado di darci amore e ci prodighiamo in un accannimento esasperato per averlo, perché  "questo amore mi era dovuto e non capisco perché ti ostini a non darmelo". Ma questo fa solo male, tanto, tanto male....  Qualcuno penserà che bisogna saper perdonare, ma nel nostro caso non è una questione di perdono è ben più complicato...  o più semplice...  bisogna imparare a lasciar andare...  lascìare andare...
Certo potrà accadere di incontrare sulla nostra strada persone che non fanno parte della famiglia, ma che con i loro comportamenti riattivano determinati traumi, in questo caso occorrerà riconoscerle, capire che non sono quelle persone che ci hanno deluso o fatto del male, ma solo un comportamento che va fronteggiato e se non siamo in grado di fronteggiarlo meglio mollare ...  come ... lasciare andare...  prima di ricadere in crisi irreversibili.
 
Ci terrei a dire un'altra cosa.
A volte ci arrabbiamo con gli psicoterapeuti, perché ci mettono davanti a una realtà che è difficile da accettare e non tutti hanno la capacità di recepire e rielaborare.
I tempi di rielaborazione per me, per esempio, sono lunghissimi, quindi mi rendo conto solo ora che la psicoterapia fatta dal Dr.Pace non è stata inutile, anzi tutt'altro.
E' vero che all'inizio ha creato sconvolgimento e tanto dolore, ma era necessario per maturare una specie di coscienza atta a modificare alcune cose;
non so, forse sto modificando in maniera sbagliata, ma fino a quando quello che faccio mi farà stare bene (sono due mesi che non ho crisi di alcun genere, non prendo farmaci e dormo bene, gli incubi sono diminuiti anzi riesco anche a sognare e bevo molto di meno) quindi, mi dispiace per quegli altri che ho dovuto lasciar andare, ma non credo di essere nella direzione sbagliata
 
Spero sempre di aiutarvi con le mie testimonianze...
 
UN ABBRACCIO SINCERO A TUTTI VOI E...

UN CARO SALUTO AL DR.PACE
Ciao MONIA,
Il 'lasciare andare'.. credo sia li' la chiave.
io ho passato gli ultimi mesi lontano dalla famiglia, nel senso che se prima cercavo di compiacere e reggere lo stress che mi dava la relazione con loro 'finta', di facciata, per compiacere loro, ho sbroccato e forte del fatto che finalmente avevo una diagnosi un po' piu' complessa e non solo quella che mi hanno voluto appioppare loro e la gente (pseudo-specialisti del cazzo di cui purtoppo e' pieno in italia) a cui si sono rivolti per avere aiuto, e cioe' quella di 'tossica': "vostra figlia e' tossicodipendente, dovete sbatterla fuori di casa" (per un po' di canne e alcol di cui facevo uso da adolescente, poi scoprirono che avevo fatto uso di droghe pesanti UNA VOLTA e presero la palla al balzo per sbattermi fuori di casa, la' ebbi un fottuto crollo, hanno messo la ciliegina sulla torta delle mie miserie, mi hanno fatto un danno che conosco, nel senso che vivo solo io) ho detto loro che non volevo piu' sentirli, ho scritto loro alcune cose su cui non potevo passare sopra, loro non hanno capito e cosi' ho troncato.

poi mia mamma e' andata in crisi.

e un po' con l'aiuto di altri parenti non cosi' giudicanti nei miei confronti, un po' con la loro comprensione, un po' con la mia ci si sente senza farci del male ora (per ora) da una paio di settimane.

onestamente il rapporto con loro non sara' mai come lo vorrei io (o cme l'avrei voluto, ma indietro non si torna) perche' siamo troppo diversi credo, ma se riusciamo a non danneggiarci e a volerci un po' di bene io sono contenta soprattutto per loro, perche' si fanno vecchi e si fanno piu' fragili. io fragile ero a tale rimango.
quindi capisco il tuo bisogno di distacco. io l'avrei mantenuto se non avessi visto un minimo di cambiamento in loro, ad accettarmi un po' per come purtoppo sono.

trovare qualcosa che ci calmi e' fondamentale. trovarlo nell'amore per l'umanita' o il mondo in genere credo sia un'ottima spinta.

io al momento sto cercando di distrarmi il piu' possibile dall'uso di droghe leggere da cui dipendo, perche' m'annoio a morte. per ora reggo. ma rimango sempre estremamente insoddisfatta e vuota.

una blogger borderline che seguo disse una volta che non dobbiamo perdonare i nostri genitori, ma perdonare noi stessi. coi' vero e cosi' difficile... gli amici veri mi aiutano molto e mi hanno aiutato molto e anche a me fanno da specchio, e' che qui dove sono praticamente non ne ho e mi mancano le relazioni faccia a faccia.

ciao MONIA!!!

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"CERCANDO ME STESSO"   di Lorenzo Capuano: MIE RIFLESSIONI Empty Re: "CERCANDO ME STESSO" di Lorenzo Capuano: MIE RIFLESSIONI

Messaggio  MONIA Mar Set 10, 2013 2:02 am

Certo Kasya, scusa, il video è molto bello e mi sono rilassata, poi le conosco tutte quelle sequenze cinematografiche e ad alcune ho anche versato lacrime... eheheh

non mancherò comunque di seguire la seconda parte del video che se non sbaglio dice 1di 2

Stammi bene

Monia

MONIA

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Messaggio  kasya Lun Set 09, 2013 11:03 pm

Per me era bello. Tutto qui. Ciao.

kasya

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Messaggio  MONIA Lun Set 09, 2013 6:32 pm

Ehm.. sì, beh.. Kasia, questo è un concetto vecchio come la fame e buono come il cibo che poi riesci a mangiare.
Non ci riescono le persone sane, figuriamoci quelle con un disturbo di personalità.
Come facciamo ad accettare e amare noi stessi se non abbiamo un senso del sé?
Se soffriamo di depersonalizzazione?
Se tutto dentro di noi è frammentato?
Piuttosto complicato direi...  
Quando Capuano parla della malattia come un momento in cui un malessere fisico, emotivo, mentale ha creato un disagio che poi si è somatizzato in malattia;
un disagio che non è stato accolto fin dal principio ecc.., non dice niente di nuovo, anzi è proprio la ricerca del Dr.Correale e di tanti Professori.
Come esorcizzare quel trauma o quei traumi antichi che ci hanno ridotto così, in modo che non si riattivino ogni volta che il nostro inconscio vede o sente qualcosa di simile scatenando in noi reazioni violente, incontrollabili, pericolose per noi e per gli altri.
Già rendersene conto, capire e accettare è un grande passo avanti e non è semplice, figuriamo porre rimedio.
Questo non significa che io, parlo per me, non ci stia provando, ed è proprio quello stralcio sul riposo che ho trovato nel libro del Dr.Correale che mi dato un tocco magico.
Perché, noi, si deve partire da lì e da lì in poi il percorso per arrivare al punto che dice Capuano è quasi utopico.
Dal canto mio, io adesso sto cercando di vivere situazioni che mi rilassano o meglio sto cercando di evitare tutto quello che scatena in me dolore, rabbia, confusione e poi agonia, cadute in crisi d'ansia, in vortici d'angoscia, in attacchi di panico, crisi depressive e dissociative. Purtroppo per riuscirci ho dovuto tagliare fuori molte persone, quelle che in me riattivano traumi che poi mi travolgono e mi uccidono, l'ho dovuto fare per il mio bene. Adesso sono adulta e posso difendere quella piccola bambina che tutti hanno sempre maltrattato, denigrato, sminuito, emarginato facendola ammalare.
Frequento solo quella gente alla quale sono riuscita a dare di me un immagine positiva e ci sono riuscita con molte persone. Me la riflettono e io agisco di conseguenza.
Lo so, sono difettata, ma cosa ci posso fare, putroppo io annaspo per sopravvivere e non posso fare niente per gli altri.
Ho imparato ad accettare i miei limiti e a cercare di fare solo quello che riesco per riuscire a sopravvivere nei migliori dei modi, che non è ancora vivere...
Quindi se stare sulle montagne e fare una camminata in solitudine in mezzo alla natura e perdermi nella lettura, mi fa stare meglio che trascorrere una giornata fra parenti, opto per la passeggiata. Se trascorrere il Natale, per esempio, in compagnia di ex colleghi di lavoro e amici con i quali sono riuscita a condividere piccole cose della vita che mi hanno dolcemente legata a loro, anziché trascorrerlo in una famiglia che non è mai esistita e che mi fa cadere in un baratro di paranoia e confusione, opto per la prima a costo di ferirli.
Credo quindi che la cosa principale che deve fare una persona con il nostro problema è quella di vivere lontano da coloro che hanno contribuito alla formazione di questa struttura di carattere, genitori, parenti ecc...  sbatterci sempre la testa contro non è di nessun aiuto, non fa che alimentare i nostri traumi e se loro non possono, non riescono o non vogliono capire o accettare, sta a noi agire per aiutare noi stessi, ma spesso non riusciamo ad abbandonarli, perché non ci sembra possibile che non siano mai stati in grado di darci amore e ci prodighiamo in un accannimento esasperato per averlo, perché  "questo amore mi era dovuto e non capisco perché ti ostini a non darmelo". Ma questo fa solo male, tanto, tanto male....  Qualcuno penserà che bisogna saper perdonare, ma nel nostro caso non è una questione di perdono è ben più complicato...  o più semplice...  bisogna imparare a lasciar andare...  lascìare andare...
Certo potrà accadere di incontrare sulla nostra strada persone che non fanno parte della famiglia, ma che con i loro comportamenti riattivano determinati traumi, in questo caso occorrerà riconoscerle, capire che non sono quelle persone che ci hanno deluso o fatto del male, ma solo un comportamento che va fronteggiato e se non siamo in grado di fronteggiarlo meglio mollare ...  come ... lasciare andare...  prima di ricadere in crisi irreversibili.
 
Ci terrei a dire un'altra cosa.
A volte ci arrabbiamo con gli psicoterapeuti, perché ci mettono davanti a una realtà che è difficile da accettare e non tutti hanno la capacità di recepire e rielaborare.
I tempi di rielaborazione per me, per esempio, sono lunghissimi, quindi mi rendo conto solo ora che la psicoterapia fatta dal Dr.Pace non è stata inutile, anzi tutt'altro.
E' vero che all'inizio ha creato sconvolgimento e tanto dolore, ma era necessario per maturare una specie di coscienza atta a modificare alcune cose;
non so, forse sto modificando in maniera sbagliata, ma fino a quando quello che faccio mi farà stare bene (sono due mesi che non ho crisi di alcun genere, non prendo farmaci e dormo bene, gli incubi sono diminuiti anzi riesco anche a sognare e bevo molto di meno) quindi, mi dispiace per quegli altri che ho dovuto lasciar andare, ma non credo di essere nella direzione sbagliata
 
Spero sempre di aiutarvi con le mie testimonianze...
 
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