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Aiuto e sostegno ex partner sospetta bl

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Messaggio  Yehp Mer Feb 12, 2020 5:36 pm

Ho letto tutto, non sono un professionista ma non mi sembra un comportamento borderline, per vari motivi. In genere i borderline partono in quarta, dopo tre giorni che ti hanno conosciuto ti dicono che ti amano (con te ci ha messo settimane), si pentono di quello che fanno e chiedono scusa in un'altalena di liti e riappacificazioni, non hai parlato del sesso, il sesso con loro è straordinario e se non l'hai menzionato mi sembra strano. La butto lì ma, ripeto, non sono un professionista, mi sembra più un comportamento narcisistico.
Tu non vuoi che ti si dica ma io te lo dico lo stesso: scappa! Ed incomincia a farti qualche domanda su te stesso, che vuoi aiutare una persona che ti ha aggredito e malmenato, chiediti se tu pensi di essere degno di essere amato, perché una persona che ti picchia non ti ama, te l'assicuro. Se non ti ami tu come può amarti un'altra persona? Ma non è stato questo il problema con lei, il problema con lei è che è sicuramente una persona disturbata che tu, leggi bene, NON POTRAI AIUTARE IN ALCUN MODO. Non si può costringere una persona a sottoporsi ad una psicoterapia e nemmeno riuscirai a convincerla perché lei non è affatto consapevole della sua condizione e non riuscirai mai a convincerla. Non consumare la tua vita già abbastanza travagliata dietro una causa persa che ti fa solo soffrire, tu hai il diritto di essere amato come si deve, devi cominciare a convincertene e magari intraprendere un percorso che ti aiuti ad uscirne fuori. Ecco, convinci te stesso ad iniziare un percorso, non lei.

Un abbraccio

Yehp

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Messaggio  Knight Mar Mag 14, 2019 2:09 am

Buongiorno a tutti,
sono nuovo di questo forum e mi trovo qui a scrivere in merito a dubbi atroci che mi assillano.
Sarà lungo da scrivere ma non pesante (per me) in quanto mi aiuterà sicuramente ad elaborare meglio il tutto.

A inizio 2015 incontro quasi per caso una ragazza ad un evento pubblico, si siede di fianco a me, ci presentiamo al volo e dopo poche  decine di minuti è costretta ad andare via in quanto accompagnata da un amico che aveva fretta di tornare a casa. Nonostante l'apparenza un po' goffa mi ha subito colpito e il giorno successivo, non senza difficoltà, riesco a risalire alla sua identità da facebook. Ci scriviamo, ci conosciamo un po' meglio e a volte ci vediamo, ma la distanza che ci separa (circa un'ora e mezza di strada) non rende le cose così agevoli, così per mesi provo a invitarla ad ogni tipo di evento possibile e immaginabile, facilitato dal fatto che abbiamo interessi comuni. Lei spesso accetta, salvo poi sparire all'ultimo per un qualche imprevisto, a volte avvisandomi, a volte lasciandomi lì ad aspettare il suo arrivo che non si sarebbe mai concretizzato. Sono un po' spiazzato da tutto questo, ma le sue scuse sembrano valide, e in fondo non c'è stato ancora nulla se non uno scambio di messaggi. Nei mesi a venire comunque ci vediamo una decina di volte, sembra essere tutto bellissimo, siamo molto in sintonia, ma manca sempre quel qualcosa per far scoccare la scintilla. Più ci conosciamo, e più mi viene naturale essere sincero con lei: io sono malato di fibromialgia, seguo una cura a base di paroxetina e spesso non sono proprio la salute in persona. Mi stanco presto, mi infastidiscono rumori forti, luci improvvise, sono spesso confuso, fatico a rimanere concentrato.. non posso nasconderlo, e nemmeno lo voglio perchè se dovesse nascere qualcosa di più, non vorrei mai essere accusato di averla ingannata, soprattutto dopo che la mia precedente storia era finita per quei problemi che la persona che avevo accanto non sopportava più. Dall'altra parte invece, più ci conosciamo e più inizia a sottopormi a ciò che io consideravo dei "test". Mi racconta di relazioni avute in passato, mi racconta che se volesse le basterebbe entrare in un bar per rimorchiare qualcuno e che mi è andata bene che ci stiamo conoscendo meglio, altrimenti sarebbe stata solo una storia da una notte. Io ingenuamente lo consideravo solo un modo per testare le mie reazioni, ho pensato che avesse avuto una qualche storia con qualcuno di estremamente geloso che la avesse spaventata e che non volesse ritrovarsi in una situazione analoga. Non ho mai reagito, non mi sono mai mostrato geloso, non le ho mai chiesto di evitare di fare qualcosa perchè secondo me è eticamente sbagliato: se so che una cosa può dare fastidio non la faccio a prescindere.
Passano circa sei mesi quando ad un certo punto poco prima di salutarci finalmente ci baciamo. Da quel momento è cominciata la storia d'amore più bella che io abbia mai vissuto: progetti insieme, idee condivise, lei che comincia a cercare lavoro nella mia città, mi dice che non devo preoccuparmi dei miei problemi, che ora saremmo stati in due ad affrontarli, che la mia ex è una persona bruttissima (stronza di merda per essere precisi) per essersi comportata così, che con lei sarebbe stato tutto diverso, che sono perfetto come sono e che non devo permettere a nessuno di farmi del male (consiglio a cui avrei dovuto dar retta includendo lei).
All'inizio sono un po' restio a lasciarmi andare, ma in fondo mi convinco che effettivamente non c'è motivo di dubitare e le confido i miei punti deboli, ciò che non sarebbe mai dovuto succedere, ciò che i farmaci provocano e come sarei potuto diventare, le ho messo in mano la mia vita, mi sono aperto a lei, le ho detto esplicitamente: "ora hai in mano le chiavi del mio cuore, ti prego, se dovessi cambiare, non lasciare morire tutto, obbligami a capire perchè io forse non capirò, arriverà il momento in cui ti porterò a fondo, non permetterlo, imponiti perchè sei l'unica persona di cui mi fido, hai tutti gli strumenti per capire." A questo punto mi confessa di avere avuto anch'essa qualche problema, qualche disturbo di alimentazione (bulimia) ma che tanto non me ne parlerà perchè è passato, come è passata anche la sua dipendenza dalla cocaina. Le dico che non c'è da vergognarsi, che io non mi sarei mai tirato indietro di fronte a qualsiasi problema e che avremmo affrontato tutto insieme se lo avesse voluto.
Mi dice che ha faticato a fidarsi di me perchè si è abituata ai ritmi da single ma che probabilmente sono quello giusto, che ho superato quasi tutti i test e che ora tocca a me sopportarla; le rispondo che probabilmente io grazie ai miei problemi sono più  empatico del normale e che avevo notato in lei una corazza tipica di chi soffre, e che se gli altri probabilmente alle tante avrebbero lasciato perdere, io avevo capito che bisognava solo darle il tempo per fidarsi di me.
Lei vive sola, io avrei comprato casa un anno dopo, ma a causa di una lunga ristrutturazione, vado a viverci solo dopo tre anni. Tra le altre cose mi vieta espressamente di farle sorprese capitando lì da lei, perche spesso è impegnata e sarebbe stato probabilmente un viaggio a vuoto.
Ci vediamo il week end, e la situazione da idilliaca comincia a cambiare: basta un'inezia che lei va su tutte le furie, basta un mio ritardo di pochi minuti per mandarla in escandescenza, se le scrivo che sarei partito a breve  dopo tot minuti mi chiama per chiedermi se fossi già partito. In caso di risposta affermativa arrabbiatura per non averglielo detto, mentre in caso di risposta negativa, arrabbiatura perchè sono sempre troppo lento. Sono solo episodi sporadici, quindi porto pazienza pensando che sia profondamente insicura, cerco di non farle pesare le sue reazioni pensando che fosse solo questione di tempo. Nel frattempo comincia a parlarmi male di conoscenze in comune, di persone (soprattutto donne) che lavorano con lei, del suo ex, della ragazza del suo ex, dell'amante del suo ex: tutte troie o psicopatiche o sfaticate. Cerca di farmi capire che quelli che io chiamo amici, sono in verità solo conoscenti. Più passa il tempo, e più i litigi diventano frequenti, spesso mi chiama arrabbiatissima perchè non le ho risposto ad un sms appena sono uscito dal lavoro, o mentre ero in pausa, spesso impazzisce per non aver trovato posteggio davanti a un locale in cui stavamo pensando di andare, al ristorante non va mai bene nulla di ciò che le portano: troppo freddo, troppo cotto, troppo tardi, troppo casino, troppo vicino alla porta.. Cerco sempre di tranquillizzarla, di fare da cuscinetto, di farle pensare al godersi il momento, ma spesso divento io il bersaglio: "se non hai i coglioni per dirglielo tu io non sono qui a farmi prendere in giro visto che pago". Prima di partire per tornare nella mia città alla fine del weekend ci scambiamo un sacco di effusioni, è difficile separarsi perchè nella mia testa, solo noi ci capiamo a fondo, ed una settimana senza vederla sarà difficile. Noto sempre più frequentemente però che si sente sempre al centro dell'attenzione di tutti, si sente sempre attaccata, anche se uno sta parlando di un'altra persona lei a volte si offende, a volte cerca lo scontro fine a se stesso, spesso una persona vicina passa dall'essere considerata totalmente inutile all'essere fondamentale per la riuscita di un evento. Oggi X è uno scemo, domani è bravissimo e se provo a farle notare che ne ha sparlato fino al giorno prima, io sono matto e invento le cose perchè lei non lo ha mai detto, giro i discorsi come fanno comodo a me e non sono per nulla obiettivo (proprio io, dedito al metodo scientifico, che non conosco sfumature: o bianco o nero).
Purtroppo le cose diventano sempre più difficili, ogni volta che pranzo dai suoi, quando usciamo di casa mi fa la ramanzina dicendo che le faccio solo fare figure, non accetta che dica qualcosa di lei, non accetta che esca a fumare sul terrazzo, non accetta che spesso io mi perda nei miei pensieri per i miei problemi di confusione dicendomi che posso stare anche a casa visto che non sono di compagnia, non accetta che i suoi diano ragione a me. Il peggio però deve ancora venire: ha cominciato a piantarmi le unghie nelle braccia quando si arrabbia. lo fa su di lei quando è arrabbiata, e ora comincia a farlo su di me. Una sera per difendere suo papà da una lite accesa, mi frappongo tra lui e il resto della famiglia: è l'inizio della fine.. mi prende a sberle davanti a tutti, fingo indifferenza, ma quando tutti se ne vanno scoppio in lacrime con suo papà, so che me la farà pagare. Nel ritorno a casa sua, una volta in macchina, ricomincia a prendermi a sberle, arrivati a casa continua, e mi riempie di graffi in volto. Non è in lei, è acciecata dalla rabbia, mi spavento ma tengo duro e riesco a placare gli animi.
Lentamente comincia a sfruttare tutti i punti deboli da me esposti, dice agli altri di non fare rumori perchè mi danno fastidio, e lei sbatte le porte a casa sua dicendo "è casa mia, faccio quello che voglio, se non ti va bene quella è la porta" sembra che sempre più spesso cerchi solo un pretesto qualsiasi per litigare.
Succede un altro episodio di graffi: arrivo a casa sua con un mal di testa molto forte, lei non è in casa.. quando arriva comincia a urlare perchè non la ho avvistata del fatto che fossi arrivato. Le dico che ho mal di testa, e vado a letto perchè non sono in grado di accettare un altro litigio inutile. Mi segue, mi strappa via le coperte, mi alzo, mi prende a sberle, cerco di allontanarla, si inciampa nelle coperte e cade: impazzisce.. graffi profondi sulla schiena, calci e pugni... anche stavolta tengo la calma, ma poi scoppio a piangere... si avvicina per disinfettarmi, ma mi brucia l'acqua ossigenata.. perde la pazienza, butta tutto a terra, mi dice quattro insulti e va a dormire.
Sono distrutto, non riconosco più questa persona, vorrei tanto capire che cosa le sia preso.. penso che sia il periodo, penso che sia esaurita, penso di essere il problema, penso che devo starle vicino, che è in difficoltà e io non la abbandonerò.
Nel frattempo le hanno ritirato la patente per guida in stato di ebbrezza. Un anno, un incubo. Non la giustifico, ma sono dispiaciuto per lei e penso di capire che tante sue reazioni sono dovute allo stress di dover dipendere sempre da qualcuno, di aver perso la propria indipendenza e penso che in fondo non c'è nessun male ad accettare di essere la sua valvola di sfogo: sono l'unico con cui si può sentire libera, anche io spesso per i miei problemi la faccio soffrire, quindi perchè non ricambiare? Le poche volte che le faccio presente che forse sta scaricando su di  me le sue frustrazioni si arrabbia, dice che non ho capito proprio nulla, che sono io la causa dei suoi comportamenti: io non sono mai serio, con me non si può fare un discorso, continuo a interromperla ed è una mancanza di rispetto, sono proprio maleducato. Quando litighiamo spesso mi dice che io sono la merda più grande del mondo, che sono un coglione, che sono una testa di cazzo, che sono infantile, che mi nascondo dietro la mia malattia.
Mi avrà chiesto scusa forse 3 volte in quasi 4 anni di storia, mentre quando io le chiedo scusa (10 volte a settimana) mi risponde che con le scuse ci si pulisce il culo, che ci si deve pensare prima.
Nell'ultimo periodo ho cominciato a stare peggio fisicamente e mentalmente per i miei problemi di salute, e per una serie di eventi avversi che ci sono capitati e che mi hanno turbato profondamente (ci mancava anche la vita a metterci i bastoni tra le ruote).
Non ho più avuto la forza di sopportare tutto incondizionatamente, non ho più avuto la forza di metterci sempre una pezza, spesso mi spegnevo a riflettere su ciò che avrei potuto fare per aiutarla, lei aveva cominciato ad allontanarsi, o ero io che non c'ero? A tutte le mie richieste di chiarimenti seguiva la lista dei miei difetti, delle mie mancanze, finchè per un banale litigio, per una mia risposta sbagliata, ha tirato fuori tutte le armi (che le avevo fornito io aprendomi a lei) e mi sta distruggendo: mi ha chiesto una pausa di un weekend, che è diventata una pausa più lunga di due weekend, che si è trasformata nella fine della storia il terzo weekend. Il quarto weekend partecipavamo ad un evento in comune, cerco di farle capire i motivi dei miei atteggiamenti: mi sono accorto che gli effetti collaterali degli psicofarmaci avevano preso il sopravvento, e io ero intrappolato in una gabbia, spettatore inerme del mio destino. Mi dice che lo sa ma che è tardi.. le chiedo se abbia qualcun altro: all'inizio nega, poi ammette che è interessata a un altro.
Cerco di spiegarle per sms tutti i miei comportamenti, i motovi per cui sono sempre stanco, i motivi per cui non riesco più a fare nulla. Nulla da fare, lei dice che è sempre stata sola, che ormai non mi ama più, che ora è felice con l'altro, che le ha fatto ritrovare la voglia di vivere.
Nel frattempo, messo alle strette, conscio del fatto che tanti altri fibromialgici hanno troncato con gli psicofarmaci perchè davano più effetti collaterali che benefici, faccio lo stesso. Non ho tempo di aspettare, tronco di netto, soffrirò un paio di settimane e non ci penserò più: l'ho già fatto anni fa con l'amitriptilina, perchè non dovrei riuscirci ora? Beh.. è stato difficile, ma ci sono riuscito, ora sono fuori dalla paroxetina da un mesetto e mezzo ormai.. ma che fatica!
In questi due mesi, ovvero da quando mi ha lasciato, ha toccato tutti i miei lati più vulnerabili, mi ha rinfacciato di non essermi mai interessato ai suoi problemi (e non è vero, ma tutte le volte  che intavolavo il discorso o avanzavo sospetti ero preso per uno fuori di testa che si fa i film), mi ha detto che sono un egoista perchè sono sempre al centro dell'attenzione, quando ha saputo che ho smesso gli psicofarmaci (ho dovuto dirlo perchè ero arrabbiato e verbalmente aggressivo e non volevo ferirla) ha cominciato a dirmi che sono matto, che non ci sono con la testa, ripetendomelo dal vivo dicendomi che mi avrebbe filmato così forse mi sarei reso conto di quanto fossi in aria. Mi ha detto che la sto perseguitando (perchè i primi giorni la chiamavo spesso, soprattutto quando ho smesso gli psicofarmaci ed ero in astinenza e mi fidavo solo di lei), che mi beccherò una querela, di non azzardarmi a presentarmi a casa sua, che le sto rendendo la vita un incubo. Quando mi rispondeva c'era sempre una scusa buona per non affrontare i problemi: telefono scarico, devo fare la spesa, non ho tempo, sono impegnata, se non metti giù ora non ci sentiamo mai più... Ad un certo punto ho cominciato a non chiamarla più, ci siamo visti per darci un po' di roba che avevamo a casa, scende dalla macchina e mi bacia, beviamo qualcosa e prima di andare via mi prende a calci, tu sei matto, lasciami andare via, adesso chiamo il 113, tu sei fuori di testa. Le ho provato a sfilare le chiavi della macchina perchè mi faceva paura, ma ho capito che mi si sarebbe rivoltata contro, quindi l'ho lasciata andare sperando non combinasse un guaio.
Ogni messaggio che mi ha scritto dopo avermi lasciato è pieno di rancore, cerca in tutti i modi di farmi perdere la pazienza, di farmi innervosire, e non capisco bene il perchè. Su facebook uguale. Io ho cominciato a non pubblicare più nulla, non le scrivo nè la chiamo da 2 settimane, lei continua a pubblicare post che spesso possiamo capire solo noi, frecciatine, canzoni, post ambigui, post messi apposta per farmi vedere che non le servo io, per farmi vedere quanto è felice. Spesso posta qualcosa di fraintendibile e dopo poco lo cancella. Non capisco dove voglia arrivare, quale sia il fine..
Nelle ultime conversazioni che abbiamo avuto, ci sono stati alcuni sprazzi di lucidità in cui mi ha rinfacciato di aver fatto troppo poco per riconquistarla, che si aspettava di più, che non dovevo mettere dei paletti, che non dovevo limitare i miei messaggi o le mie chiamate, salvo poi rimettersi la maschera, la corazza, minacciandomi di querelarmi perchè le ho reso la vita un incubo. Durante i colloqui telefonici ho notato un'instabilità umorale estrema. Alla mia richiesta di spiegazioni sui post dice di non dover giustificare nulla che non mi deve alcuna spiegazione, come anche per la chiamata che mi ha fatto il giorno prima di vederci l'ultima volta, a mezzanotte, io che dormivo, per dirmi che il suo telefono aveva problemi e voleva sapere cosa potesse fare. Ad un certo punto sento sotto una voce e mi butta giù. L'ho richiamata, le ho scritto ovunque, panico totale, pensavo fosse successo qualcosa.. era andata a letto. Mi ha scritto la mattina dopo dicendomi che le era uscito l'errore e non poteva fare più nulla e che comunque dovevo stare tranquillo... Le ho chiesto se fosse così difficile scrivere da pc per tranquillizzarmi, ma dice di non averci pensato, e che comunque non era tenuta a darmi spiegazioni..

Di tutti i progetti, viaggi, ferie ipotizzati a inizio relazione non se ne è concretizzato uno. Ferie prenotate per due anni di fila e poi annullate. Il primo anno avevamo prenotato anche il traghetto... niente da fare, non aveva più soldi. Se mi offrivo di organizzare io diventava subito inattuabile, vuoi per le date, gli impegni di lavoro, i nostri animali, i suoi genitori, il compleanno di questo e un milione di altre scuse.. salvo poi rinfacciarmi che non si faceva mai niente, che se fosse stato per me non avremmo fatto nemmeno quel poco che abbiamo fatto, che ha sempre dovuto organizzare tutto lei..

Vorrei sapere cosa ne pensate di tutto questo: io non sapevo nulla di questa patologia, pensavo che tutto fosse dovuto alla bulimia e al fatto di non accettarsi.
Mi ci sono imbattuto per caso informandomi e vista così sinceramente ha anche una logica.. in più ora mi ricordo di quante volte all'inizio della relazione mi abbia parlato di un album di un'artista che tra l'altro conosco di persona intitolato Borderline, ma chi se lo sarebbe mai immaginato??

Non ditemi di scappare o che il fatto che mi abbia lasciato è solo una fortuna: non lo riesco a credere ora, e probabilmente la consapevolezza che tutto sia dovuto ad una patologia, non me lo farà credere mai. Io le ho promesso che la avrei aiutata in qualsiasi suo problema, e proverò a farlo comunque vada. Il fatto che anche io abbia dei problemi e tutti siano scappati da me, mi rende semplice capire che scappare è da vigliacchi, allo stesso tempo non so come agire: la metto con le spalle al muro? Sarà consapevole di questo suo problema? Mi prenderà per matto? Ma mi prenderà per matto al momento e poi ci ragionerà o mi prende per matto e basta? O devo avere un approccio più soft?

Pensavo di scriverle più avanti una lettera col cuore in mano..

Secondo voi si farà sentire? O continuerà ad alzare il tiro coi post? Perchè io credo che servano a quello..

Secondo voi tornerà? Sarà consapevole di quanto io abbia cercato di aiutarla? Oppure pensa veramente che sono matto? Mi crederà?

Forse se dovesse capitarmi qualcuna tra le braccia ora sarei più debole e cederei facilmente ma credo che metterei in chiaro che non riesco bene a capire ciò che sto vivendo perchè non voglio ferire o fare del male a nessuno.

Vorrei solo che fosse consapevole del mio amore, del mio supporto incondizionato e del fatto che nonostante tutto io sono qui per aiutarla.

Grazie a tutti per la pazienza, scusate il pippone Laughing

Knight

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