penso di essere arrivata al capolinea

Ciao Miu
ho letto il tuo messaggio, se vai su messaggi inviati lo vedi che è stato spedito, oppure non ho capito quello che vuoi dire. Ti risponderò anche e soprattutto lì. Intanto qui vorrei dirti che il paragone della molecola è bellissimo e con quello del ragno (non riesco nemmeno a scriverla sta parola tanto sono aracnofobica e non puoi immaginare quanti impedimenti ho nella vita anche a causa di questa fobia) ha in comune una cosa fondamentale: LA SOLITUDINE. Mi hai fatto riflettere su una cosa, la religione orientale. IL TUTTO. Questa povera molecola è staccata dal tutto e può essere distruttiva solo in questo senso: le altre molecole soffrono perché, per quanto si sforzino, non trovano un modo per agganciarla o meglio spesso non sono convinte di volerla agganciare a loro perché nei pochi momenti che lo fa impazzisce all'interno del sistema e la molecola sola è autodistruttiva per se stessa perché da sola non può esistere e quando prova a immergersi nel TUTTO non ci riesce. Compito, credo, di un qualsiasi bravo Psicoterapeuta è riuscire a modificare nella molecola quei meccanismi che le impediscono di stare nel TUTTO.
Un'impresa ciclopica.
Ma tu sei giovane, con un ottimo psicoterapeuta ce la dovresti fare.
Se c'è speranza per me, ce n'è per tutti credimi!
Un abbraccio

Ciao ciao

Predere coscienza. Scusate sono ancora mezza addormenta. Forse mi ributto nel letto e non penso più a niente

Da qui non si torna più indietro. Vorrei potermi svegliare la mattina essere felice di aprire gli occhi ma non mi sento così. Odio le solite cose che mi circondano, odio i soliti discorsi che sento mi sembra tutto così scontato e ridicolo. Piacerebbe anche a me fare le cose che fanno le altre persone comuni, a volte ci penso e mi piacerebbe essere d'altra parte...ribaltare i ruoli. Ma la mia vita è questa. Vengo svegliata presto dal rumore che sia domenica o un altro fottuto giorno dai vicini che stanno nel mio appartamento, poi si sveglia mio padre e non opporto neanche lui. Allora cerco di anestetizzare questo dolore. Faccio colazione già pianificata dal giorno prima o anche più, solo cose sane per sentirmi meglio per alzare l'autostima, per convincermi che mi sto facendo del bene ma non è così. Io non conosco mezze misure. Ricordo il mio primo tso. Diagnosi depressione atipica. Non sapevano dove collocarmi quei poveri medici. Poi al secondo ricovero è saltato fuori sto borderlne che già si era intuito ma prendere conoscienza di questo male fa paura, appiccicare questa etichetta a una ragazza ancora giovanissima fa paura. e fa male pure a me guardare in faccia la realtà. Io non ho un'identità. Sono come una molecola scissa dalle altre ,assolutamente anomala e potenzialmente distruttiva. Ti piace questa similitudine Monia? Il paragone del ragno è ancora più calzante. Ti ho risposto ieri sera ma non vedo il mio messaggio. Ecco un altro mistero. Sono precaria in ogni ambito della mia vita come se non riuscissi a completare qualcosa. Sono incompleta. Sempre sull'orlo di un precipizio. Ma ora che faccio. Mi butto o scelgo di salvarmi ?