19 anni, borderline

Ps riguardo lo psichiatra, devi solo trovare quello giusto, la maggior parte fa quel lavoro perchè magari non ha trovato altro e se ne frega altamente se stai male o meno, basta che viene pagato, però ci sono le eccezioni, girando girando troverai quello giusto che non si limiterà solo a darti farmaci. Baci

Mah...lascia stare i consulenti,non capiscono un ca... Per il resto non preoccuparti che a differenza di quel che la gente può pensare, ci sono cose ben peggiori io posso dirti che ho avuto una relazione e sapendo del mio problema mi sono comportata in maniera del tutto opposta a come mi comporterei normalmente, io sono molto gelosa e mi arrabbio anche per una parola detta male,oltre che volere che l'altro faccio quello che penso io senza che io glielo dica (del tipo, se ci tengo a qualcuno faccio in modo di farlo impazzire per vedere se rimane, dico "vattene" per vedere se resti), ho cercato di comportarmi in maniera del tutto opposta, gli ho detto che non ero gelosa se lui avesse socializzato con altre donne e gli ho fatto capire che non mi sarei offesa per niente, ilnrisultato è stato un disastro, lui si è sentito libero di dire tutto quello che pensava e di esagerare, alla fine sono scoppiata, sono arrivata ad incazzarmi anche se lui mi metteva il cell scarico in carica e alla fine abbiamo rotto perchè non lo sopportavo più. Quindi dovresti da subito mettere i paletti,senza aria da leader, magari in una semplice discussione del tipo "io non me la prendo se tu hai un passato che non mi piace, perché il passato è passato" poi provate a vedere se ti puoi fidiare, e se ti fidi...dai basta paranoie e vivitela

il punto è proprio quello, secondo troppi specialisti che ho incontrato guarire voleva dire soltanto smettere di fare alcune cose. come poi mi sento io sembra un punto fermo che non potrò mai cambiare, solo arginare, solo distrarmi. è frustrante, doloroso...
sono felice di avere una persona che mi capisce, ma il terrore di farle del male e farla scappare da me mi fa impazzire, mi fa fare e dire cose che non vorrei. leggo spesso di persone che chiedono come dovrebbero comportarsi in relazione con un borderline, io invece voglio una guida su come comportarmi con i "sani".. persino da chi dovrebbe avermi in cura non mi sento che disprezzata per il mio disturbo, come fosse una colpa, una cosa che mi sono scelta. forse sono l'unica che l'ha notato, ma con i borderline persino gli psichiatri sono sempre più duri che non con altri problemi di questo genere.
tempo fa durante una visita di routine per affidarmi a un nuovo psichiatra, il consulente si permise di fare battute di spirito su come sarebbe stato difficile per la mia ragazza amarmi e sopportarmi con il mio disturbo, su come "voi borderline dovreste stare soli", come se fosse una cosa carina e simpatica su cui farsi una risata.

Mia cara guarire non penso significhi smettere di Tagliarsi o di drogarsi, io vorrei guarire nel senso di smettere di sentirmi come mi sento, poi smettere di Tagliarsi e drogarsi è la diretta conseguenza... Fatti forza che almeno tu hai qualcuno che ti capisce...

Salve a tutti, mi chiamo Francesca, ho 19 anni. Da ormai sei anni sono in cura psichiatrica, mi è stato diagnosticato il disturbo borderline quando di anni ne avevo 15, anche se già sospettavo di soffrire proprio di questo (sono un tipo curioso, mi piace sapere un po' di tutto in tutti i campi..)
Da tutta la vita mi tocca combattere col mondo, contro di me in primis, ma la domanda che davvero mi tormenta è "posso un giorno sperare di avere una mente normale?", e la relativa risposta è solo un'altra domanda, "ne vale la pena?"..

Perché dovrei guarire? Cosa vuol dire poi guarire? Per quasi tutti gli specialisti che ho incontrato, in cui a parte una sola eccezione non ripongo nessunissima fiducia, guarire sarebbe smettere di tagliarmi, smettere di bere e drogarmi, e distrarmi come possibile da queste che sono le uniche cose che davvero mi fanno sentire bene. Ma ne vale la pena? Dovrei combattere ancora con me stessa per liberarmi di questi sfoghi, solo per ritrovarmi con la stessa rabbia, la stessa tristezza, la stessa impotenza di fronte ai sentimenti contrastanti che provo in continuazione riguardo tutto, e non avere più niente per sfogarli?
Da poco ho iniziato una relazione con una ragazza, sono bisessuale, le mie precedenti esperienze sono andate tutte a puttane e credo fondamentalmente per colpa mia, perché ho saputo solo spaventare le persone con i miei comportamenti, e per un po' sono anche stata quello che si direbbe "sessualmente promiscua", ma la cosa mi ha fatta solo sentire peggio con enormi sensi di colpa (ho un castello intero di sensi di colpa). Questa ragazza però è diversa, credo mi capisca sul serio ed è una cosa che mai mi è capitata prima, la amo davvero, di un amore disperato come solo quelli "come noi" ho visto amare. Ma non riesco a convivere con il pensiero che prima o poi mi abbandonerà, è questo che fanno le persone... lei non riesce a convivere con il mio passato anche se sono una persona diversa ora, almeno fedele; non accetta che io sia bisessuale (il rapporto con mio padre ha compromesso irrimediabilmente qualsiasi relazione io possa avere con un uomo, ho solo terrore di essere usata, disprezzata, schernita, ma allo stesso tempo lo desidero..)
Non so cosa fare, ogni giorno mi sento sempre di più con le mani legate, invento bugie per sfuggire al passato, quasi tutte le sere mi ritrovo con la lametta in mano davanti allo specchio, quasi tutti i giorni mi fumo più erba di quanto abbia mai fatto, da quando mi sono trasferita lontano dai miei genitori per studio tutto va sempre peggio, anche se almeno non ci sono più le litigate furibonde con mio padre tutti i giorni.. Mi sento sola, incompresa, triste, un giorno mi sento la vittima e quello dopo una carnefice che non dovrebbe nemmeno esistere.

Non so a cosa serva scrivere qui, mi sfogo e basta...