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Mi presento e mi "Sfogo_001" un pochetto

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Messaggio  Break89 Ven Ago 16, 2019 6:40 pm

Buonasera a tutti voi,ho scoperto a 30 anni e dopo quasi 2 anni di psicoterapia e assunzione di farmaci di essere borderline.Fin dall'infanzia sono stato un tipo molto chiuso in se,con difficoltà ad esprimersi sia in mezzo alla gente che in mezzo agli amici,ho avuto poca iniziativa personale,anche se ero un bambino che giocava a calcio ed usciva a giocare con gli amici Nell'età adolescenziale ho avuto e solo ora lo ho capito, una fobia sociale ad esempio preferivo giocare a carte i venerdì e sabato sera invece che andare a ballare o a divertirsi con gli amici,avevo interesse solo per il gioco e non cercavo una ragazza per via del mio carattere chiuso ed introverso e perché mi masturbavo di frequente,ho avuto anche esperienze con sostanze stupefacenti brevi ma intense,ma avevo ed ho tuttora trovato il coraggio e la forza di smettere da solo.Poi é successo che mi ero innamorato della mia unica storia seria e dopo aver vissuto 5 anni in cui sembravo tutta un altra persona,cioè socievole e spigliata Poi mi é venuta come una sensazione di di staccarmi da me stesso,attacchi di panico e ansia, mi sono lasciato e da lì ho iniziato un giro di psicologi ma con scarsissimi risultati.Nel frattempo ho fatto altre esperienze,ho abusato di alcool per riuscire a tirare fuori le mie emozioni,che sono solo rabbia e dolore,non riesco a provarne altre,non riesco ad entrare in empatia con le altre persone, riesco solo a farmi del male,ad esempio non curando il mio aspetto,non prendendomi cura delle mie finanze e non mi sono mai dati obiettivi in questi 30 anni sembra che le esperienze che ho vissuto non mi hanno lasciato niente se non rabbia e dolore.Sono stato 9 mesi con una donna già impegnata e fino al momento della rottura avevamo vissuto bene ma non sentivo la sua mancanza così tanto,sono stato 3 mesi ad impazzire,ad usare offese e minacce e altre cose che non pensavo sarei riuscito ad immaginare eppure le ho fatte.Mi rendo conto che questi miei atteggiamenti vendicativo sono anche dati dalla paura dell'abbandono e dalla paura di restare solo e non saper che fare.A volte non ho la consapevolezza di chi sono,cosa faccio qua e dei rischi che corro avendo questi atteggiamenti,sta brutto dirlo ma sembra che la mia persona ricerchi il dolore e il male perché queste mi fanno sentire vivo e non una persona priva di idee e con la paura di socializzare ed entrare nel mondo degli adulti senza dovermi spaventare dalle responsabilità che comporta il prendere decisioni, dove mi sento incoerente per via dei miei sbalzi d'umore Le cose le faccio ma é come se non le vivessi.Anche voi avete questi stati d'animo?come ne state uscendo?

Break89

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Messaggio  Funambolo Ven Ago 16, 2019 2:23 pm

Benvenuto.. non so che altro dirti se non: hai mai pensato di scrivere per tirarti fuori dai guai? secondo me ne hai le possibilità

Funambolo

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Messaggio  IronZio Ven Ago 16, 2019 12:59 pm

P.s. A volte penso a quei casi che senti in tivvù, o leggi sul giornale. Il suicidio che i parenti rimangono folgorati a ciel sereno. O quei delitti che amici e vicini rispondono all'intervistatore "non l'avrei mai detto.. è/era una persona così tranquilla", "sono consternato, è/era bravo come il pane" (seee, appunto). E poi, complice la sperimentazione diretta di questo vuoto cosmico che avvolge "tipi" come me e mia madre, in Italia perlomeno, mi dico "camon, seriously?"

Tutto ciò che ho accennato nel post qui in alto è ben risaputo da psicologi e psichiatri. But still..

IronZio

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Messaggio  IronZio Ven Ago 16, 2019 12:48 pm

Ciao a tutti,

avrò 45 anni tra un mese, mi chiamo Stefano, vivo in un micro-paesino senza anime e anima del Monferrato, ho trascorso lun'idilliaca infanzia in sud&centro America, giocavo a basket, ero conosciuto come un tipo sportivo, bravo a disegnare, ho un (per me) inutile diploma di perito informatico e un (missà inutile pure quello oramai) diploma universitario in grafica e pupplicità. Ah, anche quello scaduto di bagnino. Per quanto riguarda la famiglia; ho ancora i genitori: papà che invecchia a vista d'occhio e non si cura, mamma molto malata e a rischio dipartita imminente. Ho anche un fratellone, lui ha un problema cardiocicolatorio congenito che lo pone in una situazione di rischio vitale delicata. Mi ha regalato due fantasmagoriche nipotine.. loro per fortuna stanno bene. E poi ho una figlia pelosetta, un cocker nero di nome Pica: anzianotta e acciaccata, mi allieta le giornate con quella capoccietta mezza vuota e mezza piena d'amore incondizionato. Fui sposato.

Buh, quasto qua di sopra è più o meno quello che posso raccontare di me extra effetti collaterali di quella cosa che non so quanto sia dentro me o venga dalle circostanze. Un'onda anomala che ha travolto la mia vita e quelle di quanti mi sono gravitati intorno negli ultimi 23 anni ~, ma anche prima. Quello che alcuni chiamano "malattia mentale", altri "disturbo di personalità". Poi ci sono quelli che pensano che io sia semplicemente stronzo, o particolarmente pigro. Fatto sta, e sto scrivendo qui per questo, che un paio d'anni fa uno psicologo al quale ho chiesto "ma io cosa c'ho? Ce l'ha una diagnosi?" mi ha detto che sono Borderline.. e morta lì.

ORquindi (I know, mi chiamano "PROlix"), ecco un flusso un po' random di cosa macina sotto il pestello includendo la bestiaccia di qui sopra:

Cominciando dalla fine (con la razionale speranza non preannunci la "Fine"), sono tanto ma tanto confuso e perso. E lo sono anche i miei sopracitati famigliari. La mia vita, se la si guarda da un punto di vista più mainstream diciamo, che si avvicini ad una cosiddetta "normalità" a livello di interazione sociale, economica etc.. quella roba insomma che ti mette in posizione di poter sopravvivere in maniera decorosa ed essere più o meno funzionale nel mondo reale che ti circonda.. beh, da quel punto di vista si può senza alcun dubbio affermare che la mia vita sia andata completamente in vacca, trascinandoci pure quelle di altre persone.

Cominciai a prendere psicofarmaci sui 23 anno fa, appunto. A trances periodiche progressivamente più ravvicinate, fino a quest'ultima nella quale ho preso più o meno gli stessi farmaci, di quelli che sul foglietto c'è scritto di non prenderli per più di X mesi, per gli ultimi 7-8 anni. Sono farmaci per il contenimento di ansia e depressione maggiore. La mia sensazione è che, se da una parte hanno aiutato a mettere la toppa ad escalation perigliose, dall'altra hanno contribuito a brasarmi ancora di più la materia grigia (bollita già di suo).
Da qulche mese a questa parte lo psichiatra della mutua ("della mutua"; il significato di questo modo di dire mai mi è suonato più affine) ha aggiunto un secondo antidepressivo, e poi un antipsicotico che però non ho cominciato per la troppa carne al fuoco e la paura di fare un barbeque di neuroncini. Da quando piglio i due farmaci insieme, paroxetina e bupropione, mi sento ancora meno in me. Credo d'essere anestetizzato al punto che alcune sensazioni, e sentimenti, giusto me li ricordo, li sogno sopratutto.. a occhi chiusi e/o aperti. Dico così perchè quando mi sembra che son sveglio è una sorta di veglia apparente, quando dormo è un susseguirsi di microsonni agitati e pieni di incubi. Vaneggiamenti viscerali che rimangono coscienti troppo a lungo. Vividi, si attaccano lì dietro, e mi pare di essere stato svegliato (MALE) di soprassalto ogni volta che scappo dalla realtà, più volte nelle 24 ore di ogni giorno.

Vedendo il suddetto psichiatra con frequenza all'incirca mensile, + le volte che mi rimandano l'appuntamento perchè hanno casini amministrativi e di personale, + che ora è estate, e d'estate si sa i matti, come i mutilati, i leucemici, le donne "imbarazzate", pure quelli che hanno il gomito che gli fa contatto con il piede, vanno in vacanza.. potete immaginare come ci si possa sentire seguiti, e il grado di fiducia e speranza che ne sussegue.

Altre cose simpatiche che mi pare siano aumentate considerevolmente nella recente parentesi (a sensazione mia parecchio empirica, a tentoni, tipo come si fa con i maialetti d'India nei laboratori) farmacologica, sono l'aumento di pensierini a dispiacere di tipo suicidario. Ho sempre avuto il sentore (o l'illusoria presunzione?) che questi ultimi non siano nel mio caso il preludio ad un'effettiva messa in pratica.. o che l'impalcatura di conoscenze e valori, e di appoggio affettivo che mi sorregge, sia adeguatamente stabile a contrastarli. (Più che altro, diciamo, che la presa di coscienza del dolore che ne deriverebbe scorre potente in me.) La mia sensazione in merito è un po' come quella che alcuni fumatori incalliti hanno riguardo la probabilità d'essere papabili alle conseguenze più importanti della propria dipendenza: "tanto a me non capita".

Poi c'è un inasprimento del livello di sociopatia. Il terrore acceso dall'idea d'incontrare altri esseri umani è diventato particolarmente occlusivo in termini di routine quotidiana: ergo, se di solito esco dalla mia stanza raramente, ma almeno riesco a forzarmi circa una volta ogni paio di giorni a farlo con una percentuale di successo accettabile, ultimamente gli insuccessi, accompagnati da catastrofi di vario genere combinati consciamente dal mio subconscio, sono del tipo che "t'attacchi al trenino che ci riprovo".

Detta sociopatia si presenta molto diffidente e a connotazione potenzialmente agressiva. Sono tutti più o meno pericolosi, malintenzionati e mi stanno sugli zebedei. Diventando allarmemente ( Laughing ) più spesso del normale (non so quanto volentieri) vittime di pianificazioni immaginifiche di un milione di modi di venire terminati. Come dicevo prima vivo in un nano-paesino, e non interagire più a lungo del salturio obbligatorio convenevole mi viene oramai naturale. Allo stato attuale delle cose non so se sia una dannazione, perchè mi ha recluso all'associalità, o una benedizione, così almeno i miei non si devono preoccupare ancora di più, perchè devono mandarmi i biscotti in gattabuia. Yes, perchè se da una parte la contemplazione suicidaria pare avere possibili esiti reali mooolto remoti.. quella omicida NO. ( Emoticon "risata amara e un po' dibolica". )

Dai, per oggi può bastare.. poi chissà se mi risentite; visto la l'incombente parziale vergogna per alcune cose che ho scritto e il livello di fatalismo cosmico che permea la mancanza termonucleare globale di propositi di questo "momento" sempre meno transitorio, a quanto pare.

Chiedo scusa di cotanta negatività. Ma quando si sta sull'eremo per così tanto tempo (l'ultimo ciclo d'inchiostro e bile perdura da un anno e mezzo circa. Lo smottamento che mi ha trascinato ancora di più verso l'abisso, a un tre mesi orsono) difficile sprizzare gioia dai pori. Poi con carissimissima nonna mancata un anno fa, mamma con cancro E altre importanti commorbilità E l'essere completamente insana mentalmente ma mai terapeutizzata, con il fatto che non lavoro ormai da più di dieci anni, invecchio e perdo pezzi, somatizzando le più fantasiose ipocondrie che manco nei bugiardini, il "ciao-ciao relazioni sentimentali, progetti di vita altro che naufragati; ormai fertilizzano le alghe sul fondo della fosse delle Marianne, il sentirmi ad anni luce dalla vitalità di un tempo, dalle nipoti, dal fratello, dalla tranquillità interiore anche solo di entrare in un ufficio postale a volte, questa sensazione di aver trapassato il punto di non ritorno e che le comunicazioni con la Terra si stiano inesorabilmente affievolendo sempre più, l'economia in picchiata libera che va a ripercuotersi nella vite dei cari, il sensi di colpa, di inadeguatezza che ne derivano.. so che potete immaginare, o già sapete meglio del sottoscritto, di che parlo. "Allegriaaa!" cheers

Auguro il meglio a voi tutti. Peace,

IronZio Basketball

IronZio

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