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il rapporto con mia madre

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il rapporto con mia madre Empty Re: il rapporto con mia madre

Messaggio  Frà79 Lun Ago 26, 2013 10:22 pm

ho letto tutto il post, posso solo dirti che ti capisco pienamente, mia madre mi ha sempre fatto e continua a farmi sentire una merda che senza di lei non vale niente, mi ha sempre riempito di sensi di colpa, sono passato da una personalità dipendente ad una borderline ed infine ad un disturbo bipolare con manifestazioni psicotiche, adesso sono tornato borderline, dopo 8 anni di cura, evito di descrivere i sintomi perchè li conoscete bene tutti. Cosa dirti? immagino che anche tu abbia passato la tua vita a soffrire in silenzio, per colpa di una madre che non era mai disponibile o peggio ti denigrava se provavi ad esprimergli un disagio, io sto provando con la psicoterapia basata sul transfert, di stampo psicoanalitico, faccio sedute con una dottoressa molto giovane, questo mi crea un forte transfert, ma per ora sta funzionando, potresti provare anche tu.
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Messaggio  miu611 Lun Ago 26, 2013 12:32 pm

Ho dovuto prendere un lungo respiro prima di decidere di parlare di questa cosa perché mi fa soffrire molto. Penso che la mia vita gira intorno a un tema di riconoscimento e accettazione irrisolto legato al rapporto con mia madre che soprattutto grazie al lavoro terapeutico che sto facendo con la mia psichiatra mi ha permesso di mettere a fuoco già dalle prime sedute. Mia madre decideva sempre tutto per la mia vita, decideva come vestirmi, gli hobby che dovevo avere e perfino cosa dire in certe occasioni come il natale. Ogni anno a carnevale mi vestiva dei costumi più ridicoli. Un anno ad esempio mi ha fatto mettere un costume in stile barocco diceva che dovevo essere "una dama" e mi ha truccata pesantemente. L'abito aveva i cerchi sotto era talmente ampio che non riuscivo a passare sulle porte, si attaccavano una marea di coriandoli e gli sfilacci delle bombolette spray. Sembravo uscita da un circo. Ero lo zimbello della classe, anzi della scuola, dall'asilo fino alle superiori ho subito continui attacchi di bullismo finché un bel giorno ho deciso di lasciare la scuola a 16 anni. Da bambina ero la secchiona brutta e grassa almeno fino alle elementari e per un po' delle medie, ero quello che mia madre voleva che io fossi. Me ne stavo sempre in un angolino, ricordo intere ricreazioni che restavo incollata a una ringhiera. Non partecipavo a molte attività per via del mio peso o perché decideva sempre mia madre per me, non giocavo quasi mai con gli altri bambini e se lo facevo mi venivano affidati i ruoli più ridicoli. Ho passato così la mia infanzia in un corpo appesantito dal cibo che mi comprava mia madre e di cui mia faceva ingozzare, ma soprattutto appesantito dal peso delle sue decisioni su di me che mi facevano sentire come in una prigione. Non solo mia madre to non aveva il senso del limite nelle spese, finiva subito i soldi, giocava d'azzardo e beveva, cose che fa ancora adesso. In adolescenza mi sono ammalata di depressione in seguito a cui ho avuto un dimagrimento. Grazie a mia madre ho sviluppato un disturbo alimentare oltre al resto. La mia vita è tormentata dal pensiero del cibo, lo stesso indirizzo del corso che ho iniziato a fare qualche mese fa si occupa di nutrizione e comportamento alimentare, lo stesso lavoro che voglio fare la dietista si occupa sempre e ancora di cibo. Ho un'ossessione per il cibo sano, controllo ogni etichetta degli alimenti, ho difficoltà a mangiare fuori casa cibi non sani che non so cosa contengono e come sono preparati, chiunque contesti il mio modo di mangiare viene messo nella lista delle persone che non hanno più niente a fare con me. Alterno questi momenti di forte rigidità con le abbuffate a cui seguono forti sensi di colpa. Ho paura di mostrarmi in forma da mia madre perché inizia subito a dire che sono dimagrita anche se sono sempre del mio peso, tra l'altro non so neanche quanto peso esattamente perché non ho l'abitudine di pesarmi e non ho la fissa per le calorie i grassi e baggianate varie come le anoressiche. Ho paura anche di farmi vedere più in carne perché mi deride ogni volta. Ho paura di essere me stessa, di far emergere la mia IDENTITA', di far valere le mie idee, ho di ESPRIMERMI e del giudizio, cosa che si presenta anche negli altri rapporti interpersonali. Ho sempre dovuto essere una trasposizione di mia madre, del suo volermi in un certo modo e ora mi sto ribellando facendomi del male. La nostra rivalità era diventata così forte che me la sentivo ostile, sentivo la sua invidia fino a che sono arrivata a pensare che mi potesse danneggiare e fare del male durante la notte mentre dormivo. Dopo un episodio traumatico vissuto realmente o no di una notte in seguito a cui mi sono svegliata la mattina dopo con i capelli tagliati, i graffi e i lividi sul corpo ho tentato varie volte di togliermi la vita e così sono finita tra i ricoverati, nell'immenso mondo della psichiatra a prendere farmaci per curare i danni del cuore, per sopperire a una mancanza di una sana dimostrazione di affetto, per non sapere cos'è il bene. Tutt'ora non riesco a perdonare mia madre per quello che mi ha fatto, per ciò che mi ha fatto diventare. Grazie a chi è arrivato fino a questa riga e avuto la pazienza di leggere e ascoltarmi.

miu611

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