Disturbi Dell'umore O Borderline?

Ciao Daphne,

mi dispiace molto per quello che stai vivendo e hai dovuto vivere, spero che con l'aiuto di uno specialista riuscirai a risollevarti. So che ora ti sembra tutto nero e irrisolvibile e il suicidio ti sembra l'unica via di uscita, ma non è così. So che sembrano tutte frasi fatte, ma da persona che ci è passata (e ci passa tuttora) ti dico che è possibile stare meglio. Mi rivedo in alcune cose che hai scritto, anche se non in tutte, e quindi penso di poterti capire. Per una diagnosi devi aspettare di andare uno specialista, cmq posso dirti che il disturbo bipolare e il disturbo borderline possono coesistere (infatti è il mio caso).

Cara Daphne,
Hai ragione, metterti a fare supposizione ti può creare solo ansia e non serve ad un gran che.
Il fatto che tu abbia deciso di recarti presso una psicologa penso che sia una cosa molto positiva, vedrai che lei sarà una persona in grado di seguiti ed indicati la via migliore.
Ricorda solo una cosa, la psicologa da sola non può far niente , devi essere tu a collaborare, quindi coraggio!!
Ah, soldi buttati non sono stai tranquilla, e poi a chiedere aiuto non c'è niente di male.
Buona vita

Ciao a tutti. Scrivo qui perché il mio medico di base mi ha diagnosticato "disturbi dell'umore" , "autolesionismo", "tentato suicidio" e "forse depressione". E' da un po' che ho il dubbio di essere bipolare o borderline, ma il fatto che io continui a fare supposizioni mi mette solo ansia, e non vedo l'ora di parlare con la psicologa per la mia prima volta, tra un mese.
Sono una ragazza molto instabile, dal fuori sembro solare e piena di vita, e a volte forse lo sono davvero, ma poi passo momenti di depressione, angoscia, ansia immotivata; mi basta poco per buttarmi giù, per chiudermi in bagno e sfogare la mia rabbia tagliandomi le braccia, bruciandomi, respirando nel barattolo della trielina, sbattendo la testa, smettendo di mangiare, oppure facendomi del male psicologico, ad esempio cercando su facebook tutte le belle ragazze alle quali io non potrò mai (purtroppo) somigliare. Quando sono arrabbiata sono in grado di distruggere le cose che ho attorno, infatti non è una novità il fatto di prendere il cellulare e sbatterlo a terra, tirarlo su, vedere le ammaccature e rilanciarlo in terra finchè non diventa davvero inguardabile. Quando ero piccola non mi graffiavo, ma prendevo di nascosto gli antidepressivi di mia mamma e, puntualmente, avevo effetti collaterali tipo tremore e mal di testa, senso di svenimento e vuoto.
Ho un'autostima pari a zero, mi odio, il mio corpo mi disgusta e, se ci sono rari periodi in cui penso di poter essere in qualche modo "guardabile", questa sensazione svanisce in un batter d'occhio alla prima battutina ingenua del mio ragazzo, di un'amica, o di qualsiasi altro. Riprendo a farmi schifo, a fare diete su diete, a piangere, a farmi del male.
A 19 anni ho tentato il suicidio con un cocktail di farmaci e vino, i miei genitori sono arrivati nel momento in cui stavo (credo) vomitando o cercando di vomitare, e mi hanno portata al pronto soccorso. Mia mamma mi ha insultata, dicendo che ero una pazza, che il paese l'avrebbe saputo e lei si sarebbe vergognata. Ricordo solo il tragitto in ambulanza: continuavano a farmi vomitare e poi mi picchiavano la faccia perché avevo un gran sonno, come se ci fosse stata una forza oscura a chiudermi gli occhi, ma continuavano a dirmi di restare sveglia (forse rischiavo il coma? Boh). In ospedale ricordo solo che il dottore voleva fare denuncia di tentato suicidio, ma in quel momento mia mamma ha fatto finta di essere dispiaciuta, e chissà perché è riuscita a passarla liscia. Mi hanno fatto lavanda gastrica e tenuto un sondino che dal naso arrivava allo stomaco, tipo per una settimana; un giorno sono arrivate due psicologhe, ma mia mamma ha nascosto il numero di telefono che loro mi avevano lasciato, dicendomi che io non avevo bisogno dello psicologo, che sono soldi buttati. Questo evento non l'ho mai rielaborato, l'ho tenuto nascosto come si nasconde la polvere sotto un tappeto. Oggi credo di portarmi dietro delle conseguenze, fisiche e psicologiche.
Non sono autonoma, non sono sveglia, ci metto un po' per capire cosa gli altri mi dicono, per fare collegamenti logici o semplicemente per reagire quando qualcuno passa di fianco a me e io devo spostarmi: è inutile, non ci arrivo.
Mi sento bloccata in una gabbia mentale che mi sono creata, alterno stati di tranquillità ad angoscia e rabbia, a volte penso al suicidio ma l'unica cosa che riesco a fare è autolesionarmi. Dipendo troppo dagli altri e ho un modo di reagire spropositato, sono troppo emotiva e mi odio anche per questo.
Sono morbosamente gelosa, e ho paura di perdere il mio ragazzo, per questo spesso lo riempio di regali, anche rendendomi ridicola; ma nello stesso tempo ho complessi di inferiorità e mi dico che lui starebbe bene con una bella come lui.
Sto per laurearmi ma non so cosa fare della mia vita, ho troppa paura di mia mamma, non so prendere decisioni, ho paura di affrontare un colloquio di lavoro, ho paura degli altri, penso che non riuscirò a fare nulla perché ogni volta che mi danno degli incarichi, io puntualmente sbaglio qualcosa e mi dimostro goffa e impacciata.
Vorrei aprire questa gabbia e uscirne, rompere questo guscio che uso per proteggermi e affrontare me stessa e il mondo. Ma non ce la faccio da sola, non più. Soprattutto ho paura, perché il dolore che ho dentro fa parte di me, ed ho come paura di perderlo. Vorrei che scomparisse ma nello stesso tempo ho paura di cosa mi proteggerà dopo, di quale scudo userò per proteggermi. E' come se avessi bisogno del dolore, perché ormai mi sono abituata a star male e quando sto male so che nient'altro può andare peggio, mentre quando sto bene so che prima o poi subentrerà la tristezza. Non so se mi sono spiegata, e spero di non avervi annoiati, spero capirete il mio disagio, spero in una vostra risposta.
Un abbraccio, Daphne.