La mia esperienza
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Mimì
Funambolo
Hulkessa
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WWW.DISTURBOBORDERLINE.COM - Dott. Alessandro Pace, Psicoterapeuta Milano e Pavia Tel.3289549784 :: Disturbi della Personalità
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Re: La mia esperienza
Ciao hulkessa, quindi il tuo problema è soprattutto relazionale e di vuoto?
Prova a fare cosi: scrivi una lista di cose che non ti piacciono di te, e una lista di cose che ti piacciono. Valuta cosa su può migliore o cosa ti vuoi tenere
Poi scrivi una lista di cose che vorresti fare per essere felice e una lista di cose che vanno contro la tua felicità. Fai un progetto di vita. A me ha aiutato.
Sforzati anche di capire le tue emozioni e di farle uscire in maniera concreta. Vale a dire che se vuoi dire grazie e non ci riesci, ti ci devi proprio sforzare....
Si chiama intelligenza emotiva...
Prova a fare cosi: scrivi una lista di cose che non ti piacciono di te, e una lista di cose che ti piacciono. Valuta cosa su può migliore o cosa ti vuoi tenere
Poi scrivi una lista di cose che vorresti fare per essere felice e una lista di cose che vanno contro la tua felicità. Fai un progetto di vita. A me ha aiutato.
Sforzati anche di capire le tue emozioni e di farle uscire in maniera concreta. Vale a dire che se vuoi dire grazie e non ci riesci, ti ci devi proprio sforzare....
Si chiama intelligenza emotiva...
Cely- Messaggi : 752
Data d'iscrizione : 20.09.13
down up
Mimì ha scritto:Posso chiederti una cosa in merito alle attività adrenaliniche?
Non temi l'effetto paradosso per cui dopo un up derivante dall'adrenalina in corpo ci sia inevitabilmente un down quando ti rilassi?
Di solito non mi capita perchè l'effetto mi sembra durare abbastanza
Hulkessa- Messaggi : 49
Data d'iscrizione : 02.11.16
Re: La mia esperienza
Posso chiederti una cosa in merito alle attività adrenaliniche?
Non temi l'effetto paradosso per cui dopo un up derivante dall'adrenalina in corpo ci sia inevitabilmente un down quando ti rilassi?
Non temi l'effetto paradosso per cui dopo un up derivante dall'adrenalina in corpo ci sia inevitabilmente un down quando ti rilassi?
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
tipo di terapeuta
Mimì ha scritto:Hulkessa ha scritto:
E ora ho 23 anni e mi trovo bene con la mia psicologa, al Cps....
Hulkessa, scusa, ho una domanda in merito alle terapie che hai provato...a parte lo psichiatra, erano tutti semplici psicolgi come scrivi tu o invece erano psicoterapeuti? La differenza, in casi come il nostro, fa la differenza e, credimi, lo psicologo non ha le competenze per affrontare un percosso lungo e difficile come la terapia per un disturbo di personalità Borderline, il terapeuta sì e, per esperienza personale, ti consiglio uno abilitato al protocollo EMDR, che sulla nostra malattia sembra funazionare bene.
Riciao la terapeuta che mi segue è una cognitivo comportamentale, comunque molto utile anch'essa per il nostro disturbo.
Mia madre voleva farmi andare a Milano, mi sembra al Besta, ma dato gli attacchi di panico che mi vengono quando devo andare da qualche parte da sola ho preferito rimanere nelle mie zone
Hulkessa- Messaggi : 49
Data d'iscrizione : 02.11.16
Non è mai troppo tardi!
Mimì ha scritto:Ciao,
devo dire che in passato, quando ero adolescente ho trovato spesso "benessere" nel tagliarmi, era come se, con il sangue, uscisse anche un po' di dolore.
Sentimentalmente non ho molte esperienze da portarti a confronto, mi sono fidanzata a 17 anni e l'ho lasciato a 27 senza mai averlo tradito, lui è stato davvero bravo a sopportare i miei cambiamenti d'umore e a mandar giù rospi, ma forse è durata così tanto perché non eravamo veramente innamorati perché solo in questi ultimi anni ho seriamente capito cos'è l'Amore e quanto sia importante tenerlo lontano da me. Dopo di lui nessuno mi ha voluta, ed oggi, con lucidità e pacatezza, posso dirti che è meglio così, ho dei limiti che nonostante il mio impegno, nonostante la mia volontà, nonostante le mie preghiere non potrò superare, anzi ritengo che nel mio caso anche solo provarci può essere causa di grandi dolori e traumi per chiunque.
La diagnosi è arrivata tardi per me anche se, come te, ho sempre saputo che c'era qualcosa di strano: penso sempre che se mia madre mi avesse portato in terapia quando appena adolescente l'ho supplicata di farlo avrei risparmiato tanto dolore "a chi amo" e a me stessa e per questo ora rifuggo dalla gente e dalle emozioni, sono fin troppo consapevole del male che posso fare e farmi ma....grazie al cielo non siamo tutti uguali! Spero davvero tanto che tu possa trovare il tuo equilibrio, e che la ragazza che frequenti sia "quella giusta", perché se.i giovanissima e
motivata a capire come gestire al meglio le tue emozioni, quindi ti meriti il meglio!
Un abbraccio.
Ti ringrazio tantissimo della risposta e della gentilezza!
Non è mai troppo tardi per seguire un percorso che ti possa aiutare, già i farmaci all'inizio ti danno la forza (almeno per me) di tirarmi fuori dalle lenzuola impregnate di depressione e andate dalla psicologa settimanalmente. So benissimo cosa voglia dire non voler essere in un modo ma, essendo troppo viscerale la spinta, esserlo e sentirsi poi sbagliate. Provo questo per esempio quando sono gelosa.
Non so se questo possa aiutarti ma ho appena iniziato un corso di canto individuale: è come se fosse una seconda terapia! Fa buttare fuori tutte le emozioni che non riusciamo a riconoscere in quei momenti di vuoto che per me sono i peggiori. Per quelli ho risolto qualche volta cercando l'adrenalina, ma non pericolosamente (esempio: skateboard in discesa).
Spero di aver ricambiato la tua gentilezza e che le mie "tattiche" possano aiutarti,
un abbraccio forte forte e coraggio, che non è mai troppo tardi, davvero (ps: pensa te, avevo una cotta per le mie babysitter e molte altre da lì in poi e mi sono svegliata a 17 anni a capire che "forse" mi piacevano le donne )
Hulkessa- Messaggi : 49
Data d'iscrizione : 02.11.16
Re: La mia esperienza
Funambolo ha scritto:Quando Mimì la smetterai di accettare solo commenti di chi ti esorta a piangerti addosso allora avrà senso parlare. Ma sembra che ti interessi solo che qualcuno ti dica che fai bene a fare quello che fai. Il resto lo cestini immediatamente. Lo stesso rimpiangere il fatto di avergli detto che provavi qualcosa per lui, e che poi lo avrebbe allontanato,è un pensiero distorto. Fai di tutto pur di farti del male ed è,perdonami,molto stupido. Te lo dice un borderline più giovane ed incasinato di te.
Funabolo so come la pensi, ne abbiamo già parlato, e capisco il tuo punto di vista, sei giovane e ci mancherebbe che tu non abbia prospettive. Io parlo per me, solo ed esclusivamente per me, che di libri di per psichiatri e terapeuti ne ho letti tanti e so in quanto e a cosa si può aspirare.
Ho uno stile di vita accettabile e tengo a bada la mia follia, ho un lavoro stabile e di responsabilità, organizzo viaggi, nemmeno il tumore mi ha rallentata in questo, ho scritto due libri e sto per finire il terzo, ho una casa di cui mi prendo cura, non mi faccio fisicamente male da un po' e posso dire con assoluta certezza che ciò che mi manca è solo ed esclusivamente l'amore è con altrettanta assoluta certezza so che morirò senza poter essere amata e amare; come ti ho già detto non ho fiducia in nessuno per me è difficile anche accettare aiuto in ufficio perché ho paura di venire ingannata, e alla mia età, quello che ho perso non lo potrò avere più, nemmeno con 20 anno di terapia, che è più o meno quello che i libri danno come percoso.
Ritengo che sia necessaria molta consapevolezza su questa malattia da parte dei malati perché non coinvolge solo noi ma soprattutto gli altri e non si può vivere come irresponsabili ignorando il male che si è fatto è che si può fare. Mi spiace io la vedo così.
E sì, non posso perdonarmi di essermi fidata di lui perché aprendomi l'ho allontanato, è un caso perché se ne sarebbe andato comunque per non affrontare le sue insicurezze e perché era più facile, forse sì ma chi può dirlo? Io so che la sequenza degli eventi, le parole dette, le diagnosi e le conseguenze fanno pensare e, non solo a me, che sono stata io a perdere lui, perché ho creduto di poter dare e avere finalmente Amore.
Attaccami pure se tu fa stare meglio e ti aiuta a guardare al futuro con speranza, ogni storia è a sé e io avevo solo voglia di raccontare la mia a chi conosce quel buco nero che mi porto dentro e capire cosa si prova a finirci dentro, per questo ho iniziato a leggere questo forum...e hai ragione mi ritrovo di più nelle parole dei codip che in quelle dei Border...forse perché sono consapevole di cosa sono e di cosa ho perso e no, non posso proprio perdonarmi per questo.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Quando Mimì la smetterai di accettare solo commenti di chi ti esorta a piangerti addosso allora avrà senso parlare. Ma sembra che ti interessi solo che qualcuno ti dica che fai bene a fare quello che fai. Il resto lo cestini immediatamente. Lo stesso rimpiangere il fatto di avergli detto che provavi qualcosa per lui, e che poi lo avrebbe allontanato,è un pensiero distorto. Fai di tutto pur di farti del male ed è,perdonami,molto stupido. Te lo dice un borderline più giovane ed incasinato di te.
Funambolo- Messaggi : 166
Data d'iscrizione : 15.10.16
Re: La mia esperienza
Malvina ha scritto:Come vuoi Mimi', io non devo convincere nessuno e non me ne viene niente. Non ho mai detto però che sei condannata in eterno a vivere senza amore, solo che non è il momento di pensarci ora perché hai altre priorità da affrontare e sappiamo che se tu avessi subito un'altra storia probabilmente non andrebbe a finire bene, e non hai bisogno di un'altra "batosta".
In realtà io non voglio che i border o sofferenti di altri disturbi vivano rinchiusi, quello che spererei è che riuscissero a liberarsi dei loro problemi ed essere felici, che poi è quello che auguro a tutti, e credo ancora che ci sia un modo per farlo, magari non ancora totalmente esplorato. Un ideale forse ingenuo e poco realizzabile, ma pur sempre un ideale di speranza. Ma un'altra cosa che ho notato è che chi soffre di questo disturbo spesso rifiuta qualsiasi visione positiva, non si fida di chi ha buone intenzioni, svaluta chi offre una mano e continua a idealizzare chi invece li abbandona. Probabilmente ho sbagliato io a intervenire, farei meglio a rapportarmi solo coi codipendenti.
Io non cerco l'amore, non voglio un'altra storia e non solo non la voglio ora, non la volevo tre anni fa e non l'ho mai voluta. Non ho mai avuto amici, fidanzatini o storielle, io non mi butto tra le braccia di nessuno e non vado elemosinando affetto, non sono quel tipo di border. Il mio motto, quello che ripeto da quando avevo 2 anni, è "io mi arrangio da sola" per questo ti dico che concentrarmi su me stessa nel mio caso non può aver giovamento, non faccio altro da quando sono nata, per sopravvivere io ho dovuto costruirmi da sola e forse per questo sono un border anomalo.
Non volevo respingere il tuo appoggio né aggredirti, aprezzo le tue parole ma volevo solo farti notare la mancanza di coerenza, comprensibile e quindi non biasimabile, con i pensieri che avevi espresso in precedenza, tutto qui.
Io non rifiuto il pensiero positivo, semplicemente trovo ipocrita vendere una fasulla esistenza a chi non può avere la cosa più naturale del mondo.
Io credo che se invece di rispondere "anch'io provo qualcosa per te" quel giorno all'uomo emozionato che avevo davanti, consapevole come sono dei miei limiti, avessi continuato a rinnegare i miei sentimenti invece di fidarmi delle sue rassicurazioni, lui sarebbe qui, e non sarebbe certamente diventato la bestia menefreghista che, per giunta in quanto medico, mi ha abbandonata il giorno della diagnosi del tumore. Lui sarebbe qui se io non lo amassi, questa è la verità imperdonabile che mi affligge.
Non idolatro nessuno, vedo i suoi difetti e le sue mancanze, così come conosco tutte le insidie di questa patologia, la governo con astuzia, distacco e pacatezza ma non per questo non mi fa soffrire o posso mentire dicendo che andrà meglio o cancellare l'amore che provo per lui.
Ho fatto tanta tanta strada sola, combattendo i miei demoni e quando non potevo sconfiggerli ho imparato a farmeli amici, ciò che desideravo era solo un posto sicuro in cui riposarmi, non qualcuno che facesse la fatica al posto mio ma qualcuno che vedendo da dove sono partita mi aspettasse al traguardo per condividere la mia gioia.
Apprezzo il tempo che mi hai dedicato questa sera e ti rigrazio per aver condiviso la tua esperienza, mi ha fatto molto piacere, ma non conoscendomi non sai che ho un livello di consapevolezza troppo alto e ho studiato troppo la mia malattia per credere in un miracolo.
Ho lottato e lotto ogni giorno anche solo per lavarmi la faccia...e questa non è e non sarà mai vita.
Capisco perché tu sia così ottimista e mi fa teneramente sorridere la tua speranza, la trovo meravigliosa e ti auguro il meglio...quelli come me ti hanno tolto molto ma non la possibilità di amare e questo è tanto bello quanto invidiabile. Sei una persona forte e sana, non hai motivi per non sognare e sperare e spero tanto che tu non spetta mai di farlo. Un abbraccio.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Come vuoi Mimi', io non devo convincere nessuno e non me ne viene niente. Non ho mai detto però che sei condannata in eterno a vivere senza amore, solo che non è il momento di pensarci ora perché hai altre priorità da affrontare e sappiamo che se tu avessi subito un'altra storia probabilmente non andrebbe a finire bene, e non hai bisogno di un'altra "batosta".
In realtà io non voglio che i border o sofferenti di altri disturbi vivano rinchiusi, quello che spererei è che riuscissero a liberarsi dei loro problemi ed essere felici, che poi è quello che auguro a tutti, e credo ancora che ci sia un modo per farlo, magari non ancora totalmente esplorato. Un ideale forse ingenuo e poco realizzabile, ma pur sempre un ideale di speranza. Ma un'altra cosa che ho notato è che chi soffre di questo disturbo spesso rifiuta qualsiasi visione positiva, non si fida di chi ha buone intenzioni, svaluta chi offre una mano e continua a idealizzare chi invece li abbandona. Probabilmente ho sbagliato io a intervenire, farei meglio a rapportarmi solo coi codipendenti.
In realtà io non voglio che i border o sofferenti di altri disturbi vivano rinchiusi, quello che spererei è che riuscissero a liberarsi dei loro problemi ed essere felici, che poi è quello che auguro a tutti, e credo ancora che ci sia un modo per farlo, magari non ancora totalmente esplorato. Un ideale forse ingenuo e poco realizzabile, ma pur sempre un ideale di speranza. Ma un'altra cosa che ho notato è che chi soffre di questo disturbo spesso rifiuta qualsiasi visione positiva, non si fida di chi ha buone intenzioni, svaluta chi offre una mano e continua a idealizzare chi invece li abbandona. Probabilmente ho sbagliato io a intervenire, farei meglio a rapportarmi solo coi codipendenti.
Malvina- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 09.05.16
Re: La mia esperienza
Malvina ha scritto:Non so quanto serviranno le mie parole perché se uno è totalmente rassegnato non c'è niente da fare.
Ora tu sei a un bivio, devi decidere se rassegnarti del tutto o cercare di recuperare quella parte di speranza che potrebbe ancora esserci in te, quella parte di equilibrio che credevi di aver intravisto. Ora non devi pensare all'amore, se porterai avanti la tua vita con o senza compagno o famiglia, non son questioni che devi affrontare adesso. Adesso ti sembra l'unica ragione di vita ma in futuro magari la penserai diversamente o non gli darai tutto questo peso. Cerca di non pensare a questo uomo che ti ha abbandonata o alle tue colpe, può averlo fatto per 1000 ragioni. È andata male, probabilmente non lo recupererai più ma ci sono miliardi di uomini a questo mondo e cmq non ci devi pensare ora. Non è per svalutare la tua situazione che sicuramente ti fa soffrire tanto, ma io sono essenzialmente una persona pratica con l'istinto di cercare di risolvere o perlomeno migliorare le situazioni. Fai qualsiasi cosa che ti distragga o che ti faccia star bene senza conseguenze distruttive, anche se la devi fare in solitudine. Segui le tue terapie mediche convenzionali e prendi anche vitamina D ad alto dosaggio e iodio per via interna e anche per uso topico. Non sono palliativi, ti faranno stare meglio davvero. Chiedi al tuo medico, se non ne sa niente ti consiglio qualcosa io in privato. La scelta è tua, se vuoi lasciarti andare ne hai piena facoltà, io non penso che la nostra vita appartenga a Dio o agli altri. Ma se trovi dentro di te anche una piccola scintilla per andare avanti allora inizia a reagire. Non amo molto fare questo genere di "prediche" ma mi sento ora di farlo perché, nonostante tutto, credo che la vita sia un'esperienza meravigliosa e un'opportunità davvero unica. È anche quello che avrei voluto dire a mia madre ma non son riuscita, e lo rimpiango davvero. E ti assicuro che in 30 anni me ne ha combinate di tutti i colori. Sai, anche nei momenti più bui mi ha sempre tenuto in piedi un ricordo remoto, di quando avevo forse due anni ed ero libera e felice (a tre già soffrivo di depressione). Quel ricordo mi da la convinzione che tutti siamo fondamentalmente creature "buone" e capaci di essere felici. Probabilmente hai conosciuto anche tu un simile "stato di grazie" anche se non te ne ricordi. Non c'è nessuna condanna o predestinazione, magari un lavoro durissimo per venir fuori dalle situazioni che poi ci hanno inghiottito quello si, e anch'io mi sento solo all'inizio. Ma secondo me vale la pena di provarci. Spero che anche tu trovi la stessa convinzione. Auguroni.
Ti ringrazio per le tue parole ma nulla di quello che farò mi darà la capacità di amare e il sublime dono di essere amata. Questa malattia non ha cure, regredisce con l'età quando però è troppo tardi per recuperare i danni. Io vivo da sola, senza contare su nessuno, giro il mondo in solitaria, scrivo piuttosto bene, leggo, sono un'appassionata di fotografia, e nel mio lavoro mi impegno con costanza e abnegazione, ciò che mi manca è l'amore, non trovare me stessa. Avevo fatto un percorso lunghissimo per aprirmi a lui, per fidarmi, per mostrarmi per chi ero, e mai in 7 anni la malattia si era manifestata quando ero con lui perché non avevo motivo di pensare che mi avrebbe abbandonato, ma è andata come é andata e anche se il tumore non ci fosse più non avrei comunque prospettive di vita, avere uno stile di vita accettabile, come quello che descrivi, fatto di routine e normalità non è vivere, è mentire a se stessi ogni giorno ripetendo ad alta voce che alzarsi, mangiare e lavorare è quello che fan tutti e che la vita è tutta lì. Ma esistre non è vivere, credimi. Mi hai scritto delle frasi di circostanza molto belle ma non sono nulla più di questo perché ciò che speri dentro di te è che quelli come me si chiudano in casa per non far provare dolore ad altre persone, l'hai detto prima e io te l'ho detto che hai ragione...ora non è necessario dire il contrario per dimostrare compassione per me.
Io so cosa sono e l'ho accettato, non ti preoccupare.
C'è una sola cosa che può far regredire questa malattia ed è un evento fortuito, così dicono i libri, e il mio evento è capitato 3 anni fa quando l'uomo migliore del mondo mi ha preso la mano e mi ha detto che nonostante la fede che porta al dito ha sempre provato qualcosa per me, qualcosa che andava oltre l'amicizia che durava da anni, è quando se ne andato, credimi, si è portato via quell'unica possibilità che la vita offre a quelli come me per riempire quel vuoto cosmico che ci portiamo dentro.
Le stronzate sul pensare a se stessi, sul tenersi attivi con me non funzionano più, nemmeno il mio terapeuta è così ipocrita da infondermi queste lezioni di vita da settimanale femminile: l'unica cosa che mi manca è anche l'unica che non potrò avere. Lo sappiamo entrambe.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Non so quanto serviranno le mie parole perché se uno è totalmente rassegnato non c'è niente da fare.
Ora tu sei a un bivio, devi decidere se rassegnarti del tutto o cercare di recuperare quella parte di speranza che potrebbe ancora esserci in te, quella parte di equilibrio che credevi di aver intravisto. Ora non devi pensare all'amore, se porterai avanti la tua vita con o senza compagno o famiglia, non son questioni che devi affrontare adesso. Adesso ti sembra l'unica ragione di vita ma in futuro magari la penserai diversamente o non gli darai tutto questo peso. Cerca di non pensare a questo uomo che ti ha abbandonata o alle tue colpe, può averlo fatto per 1000 ragioni. È andata male, probabilmente non lo recupererai più ma ci sono miliardi di uomini a questo mondo e cmq non ci devi pensare ora. Non è per svalutare la tua situazione che sicuramente ti fa soffrire tanto, ma io sono essenzialmente una persona pratica con l'istinto di cercare di risolvere o perlomeno migliorare le situazioni. Fai qualsiasi cosa che ti distragga o che ti faccia star bene senza conseguenze distruttive, anche se la devi fare in solitudine. Segui le tue terapie mediche convenzionali e prendi anche vitamina D ad alto dosaggio e iodio per via interna e anche per uso topico. Non sono palliativi, ti faranno stare meglio davvero. Chiedi al tuo medico, se non ne sa niente ti consiglio qualcosa io in privato. La scelta è tua, se vuoi lasciarti andare ne hai piena facoltà, io non penso che la nostra vita appartenga a Dio o agli altri. Ma se trovi dentro di te anche una piccola scintilla per andare avanti allora inizia a reagire. Non amo molto fare questo genere di "prediche" ma mi sento ora di farlo perché, nonostante tutto, credo che la vita sia un'esperienza meravigliosa e un'opportunità davvero unica. È anche quello che avrei voluto dire a mia madre ma non son riuscita, e lo rimpiango davvero. E ti assicuro che in 30 anni me ne ha combinate di tutti i colori. Sai, anche nei momenti più bui mi ha sempre tenuto in piedi un ricordo remoto, di quando avevo forse due anni ed ero libera e felice (a tre già soffrivo di depressione). Quel ricordo mi da la convinzione che tutti siamo fondamentalmente creature "buone" e capaci di essere felici. Probabilmente hai conosciuto anche tu un simile "stato di grazie" anche se non te ne ricordi. Non c'è nessuna condanna o predestinazione, magari un lavoro durissimo per venir fuori dalle situazioni che poi ci hanno inghiottito quello si, e anch'io mi sento solo all'inizio. Ma secondo me vale la pena di provarci. Spero che anche tu trovi la stessa convinzione. Auguroni.
Ora tu sei a un bivio, devi decidere se rassegnarti del tutto o cercare di recuperare quella parte di speranza che potrebbe ancora esserci in te, quella parte di equilibrio che credevi di aver intravisto. Ora non devi pensare all'amore, se porterai avanti la tua vita con o senza compagno o famiglia, non son questioni che devi affrontare adesso. Adesso ti sembra l'unica ragione di vita ma in futuro magari la penserai diversamente o non gli darai tutto questo peso. Cerca di non pensare a questo uomo che ti ha abbandonata o alle tue colpe, può averlo fatto per 1000 ragioni. È andata male, probabilmente non lo recupererai più ma ci sono miliardi di uomini a questo mondo e cmq non ci devi pensare ora. Non è per svalutare la tua situazione che sicuramente ti fa soffrire tanto, ma io sono essenzialmente una persona pratica con l'istinto di cercare di risolvere o perlomeno migliorare le situazioni. Fai qualsiasi cosa che ti distragga o che ti faccia star bene senza conseguenze distruttive, anche se la devi fare in solitudine. Segui le tue terapie mediche convenzionali e prendi anche vitamina D ad alto dosaggio e iodio per via interna e anche per uso topico. Non sono palliativi, ti faranno stare meglio davvero. Chiedi al tuo medico, se non ne sa niente ti consiglio qualcosa io in privato. La scelta è tua, se vuoi lasciarti andare ne hai piena facoltà, io non penso che la nostra vita appartenga a Dio o agli altri. Ma se trovi dentro di te anche una piccola scintilla per andare avanti allora inizia a reagire. Non amo molto fare questo genere di "prediche" ma mi sento ora di farlo perché, nonostante tutto, credo che la vita sia un'esperienza meravigliosa e un'opportunità davvero unica. È anche quello che avrei voluto dire a mia madre ma non son riuscita, e lo rimpiango davvero. E ti assicuro che in 30 anni me ne ha combinate di tutti i colori. Sai, anche nei momenti più bui mi ha sempre tenuto in piedi un ricordo remoto, di quando avevo forse due anni ed ero libera e felice (a tre già soffrivo di depressione). Quel ricordo mi da la convinzione che tutti siamo fondamentalmente creature "buone" e capaci di essere felici. Probabilmente hai conosciuto anche tu un simile "stato di grazie" anche se non te ne ricordi. Non c'è nessuna condanna o predestinazione, magari un lavoro durissimo per venir fuori dalle situazioni che poi ci hanno inghiottito quello si, e anch'io mi sento solo all'inizio. Ma secondo me vale la pena di provarci. Spero che anche tu trovi la stessa convinzione. Auguroni.
Malvina- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 09.05.16
Re: La mia esperienza
Malvina ha scritto:Dai Mimi', assolutamente non piangere per me, ci mancherebbe altro :-)
Fra l'altro negli ultimi mesi sto finalmente riuscendo a stare meglio e vedere una via d'uscita.
Scusa l'indiscrezione, ma tu hai il cancro al seno?
No, melanoma maligno al terzo stadio. L'ho "estirpato" un paio di volte e dopo ho iniziato a disinteressarmene, come ti dicevo non ho molto senso come essere umano.
Io devo essere un border atipico, niene droghe, niente tradimenti, niente relazioni veloci e inutili, non dico mai ti amo, mi sono innamorata solo 2 volte in più di 30 anni, e i sentimenti durano in me decenni senza che io vada cercarcando in frivolezze e in comportamenti bizzarri/folli di rovinare tutto...e sono tanto empatica, sento il dolore solo entrando in stanza eppure non so amare e per questo non sono mai stata amata. Morirò senza sapere cosa significa...dico sempre che nella mia vita precedente devo essere stata un genetale nazista per meritarmi una punizione tanto grande!
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Dai Mimi', assolutamente non piangere per me, ci mancherebbe altro :-)
Fra l'altro negli ultimi mesi sto finalmente riuscendo a stare meglio e vedere una via d'uscita.
Scusa l'indiscrezione, ma tu hai il cancro al seno?
Fra l'altro negli ultimi mesi sto finalmente riuscendo a stare meglio e vedere una via d'uscita.
Scusa l'indiscrezione, ma tu hai il cancro al seno?
Malvina- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 09.05.16
Re: La mia esperienza
Malvina ha scritto:Mi permetto di dire la mia anche se non ho esperienza diretta di relazioni sentimentali con chi soffre del disturbo...
Io credo che il borderline sappia fare anche grossi sacrifici anteponendo le persone che per lui sono importanti a sé stesso. Il problema è che spesso manca di empatia e quindi anche questi "atti eroici" non sono quello di cui il partner ha davvero bisogno. In poche parole anche se prende decisioni in quello che crede essere l'interesse dell'altro alla fine è sempre una cosa unidirezionale, non un "noi".
Per esempio mia madre borderline ha mollato completamente il lavoro quando sono nata io, quando sono cresciuta passava i pomeriggi ad accompagnarmi a scuola di musica, mi comprava tanti regali...purtroppo io non sapevo che farmene, a parte la scuola di musica che odiavo, volevo solo una persona che non mi asfissiasse con la sua presenza, gli scatti di rabbia, le continue svalutazioni e tutto il repertorio che conosciamo bene. Ho fatto fatica a starle vicino durante la malattia e credo che se fosse durata di più avrei mollato anch'io. Ancora oggi a distanza di anni mi sento così prosciugata che alla vista di una persona o animale che ha bisogno di aiuto provo un notevole malessere. Magari li tolgo dalla situazione di emergenza però poi deve occuparsene qualcun altro. Sono diventata "una bestia" anch'io?
Detto questo anche secondo me Mimi' sta facendo la cosa giusta. Era solo per dire che il partner del border non vuole emozioni fortissime, amore sconfinato o gesti eroici, se si accompagnano poi a tutto il resto del comportamento tipico di chi soffre di questo disturbo, si accontenterebbe anche di sentimenti e manifestazioni più "ordinari" pur di andare avanti senza troppi patemi, ricatti, scenate, litigate, richieste continue di soccorso etc. Certo chi tradisce il compagno non è nobile, come tante altre mancanze di rispetto che purtroppo succedono continuamente nelle coppie, ma vivere costantemente a contatto col border è molto più traumatico. Posso dare la mia testimonianza avendo provato entrambe le cose.
Abbandonare situazioni così distruttive è la cosa che la persona mediamente "sana" (cioè con lievi disturbi nevrotici) fa, non è cattiveria o menefreghismo o incapacità di impegnarsi e mediare. Se non lo fa il rischio è di essere risucchiata a sua volta da un'altra patologia.
Con lui ho dato di matto solo quando mi è stato diagnosticato il tumore...e questo è umano non l'avrebbe fatto solo un border!
Lui era sposato, gli ho chiesto di chiamarmi ogni tanto, non volevo né vederlo, né metterlo in difficoltà e lui mi ha risposto "non contare si di me" e da quel giorno non mi ha mai scritto per sapere come sto.
Lo vorrei qui, vorrei che mi ridesse la fiducia che mi ero costruita in anni di terapia e che lui si è portato via, vorrei che mi ridesse la mia salute, vorrei che tornasse ad essere l'amico che è stato per 10 anni prima di dichiararsi e di spingere me a fare altrettanto.
Ogni storia è a sé e non posso pensare a cosa significa avere una madre border; avere figli è la cosa che desideravo più al mondo e quando ho avuto la diagnosi ho dovuoto archiviare questo sogno consapevole che il mio amore avrebbe rovinato un'altra vita.
Io c'ero quasi,sai, ero riuscita a trovare equilibrio, a gestire le crisi, ma venire abbandonata mi ha fatto sprofondare come mai prima e vivere nel terrore di traformare altre persone in bestie solo con un "ti voglio bene".
Io sono consapevole dei danni che posso fare e in questo momento sto piangendo come se quello che hai sofferto tu fosse colpa mia e ti chiedo scusa senza trovare nella malattia giustificazione. Siamo malati e dobbiamo rimanere soli e lontani da tutti per non far male...e così nella solitudine, nell'isolamento, nessun Essere Umano ha senso di esistere. Siamo inutili e dannosi, scusa.
Comunque chi tradisce non ama il proprio patner perché il rispetto è alla base del rapporto di coppia chi dice il contrario o giustifica certi comportamenti lo fa solo per semplificarsi la vita e per perdonarsi facilmente una nefandezza.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Mi permetto di dire la mia anche se non ho esperienza diretta di relazioni sentimentali con chi soffre del disturbo...
Io credo che il borderline sappia fare anche grossi sacrifici anteponendo le persone che per lui sono importanti a sé stesso. Il problema è che spesso manca di empatia e quindi anche questi "atti eroici" non sono quello di cui il partner ha davvero bisogno. In poche parole anche se prende decisioni in quello che crede essere l'interesse dell'altro alla fine è sempre una cosa unidirezionale, non un "noi".
Per esempio mia madre borderline ha mollato completamente il lavoro quando sono nata io, quando sono cresciuta passava i pomeriggi ad accompagnarmi a scuola di musica, mi comprava tanti regali...purtroppo io non sapevo che farmene, a parte la scuola di musica che odiavo, volevo solo una persona che non mi asfissiasse con la sua presenza, gli scatti di rabbia, le continue svalutazioni e tutto il repertorio che conosciamo bene. Ho fatto fatica a starle vicino durante la malattia e credo che se fosse durata di più avrei mollato anch'io. Ancora oggi a distanza di anni mi sento così prosciugata che alla vista di una persona o animale che ha bisogno di aiuto provo un notevole malessere. Magari li tolgo dalla situazione di emergenza però poi deve occuparsene qualcun altro. Sono diventata "una bestia" anch'io?
Detto questo anche secondo me Mimi' sta facendo la cosa giusta. Era solo per dire che il partner del border non vuole emozioni fortissime, amore sconfinato o gesti eroici, se si accompagnano poi a tutto il resto del comportamento tipico di chi soffre di questo disturbo, si accontenterebbe anche di sentimenti e manifestazioni più "ordinari" pur di andare avanti senza troppi patemi, ricatti, scenate, litigate, richieste continue di soccorso etc. Certo chi tradisce il compagno non è nobile, come tante altre mancanze di rispetto che purtroppo succedono continuamente nelle coppie, ma vivere costantemente a contatto col border è molto più traumatico. Posso dare la mia testimonianza avendo provato entrambe le cose.
Abbandonare situazioni così distruttive è la cosa che la persona mediamente "sana" (cioè con lievi disturbi nevrotici) fa, non è cattiveria o menefreghismo o incapacità di impegnarsi e mediare. Se non lo fa il rischio è di essere risucchiata a sua volta da un'altra patologia.
Io credo che il borderline sappia fare anche grossi sacrifici anteponendo le persone che per lui sono importanti a sé stesso. Il problema è che spesso manca di empatia e quindi anche questi "atti eroici" non sono quello di cui il partner ha davvero bisogno. In poche parole anche se prende decisioni in quello che crede essere l'interesse dell'altro alla fine è sempre una cosa unidirezionale, non un "noi".
Per esempio mia madre borderline ha mollato completamente il lavoro quando sono nata io, quando sono cresciuta passava i pomeriggi ad accompagnarmi a scuola di musica, mi comprava tanti regali...purtroppo io non sapevo che farmene, a parte la scuola di musica che odiavo, volevo solo una persona che non mi asfissiasse con la sua presenza, gli scatti di rabbia, le continue svalutazioni e tutto il repertorio che conosciamo bene. Ho fatto fatica a starle vicino durante la malattia e credo che se fosse durata di più avrei mollato anch'io. Ancora oggi a distanza di anni mi sento così prosciugata che alla vista di una persona o animale che ha bisogno di aiuto provo un notevole malessere. Magari li tolgo dalla situazione di emergenza però poi deve occuparsene qualcun altro. Sono diventata "una bestia" anch'io?
Detto questo anche secondo me Mimi' sta facendo la cosa giusta. Era solo per dire che il partner del border non vuole emozioni fortissime, amore sconfinato o gesti eroici, se si accompagnano poi a tutto il resto del comportamento tipico di chi soffre di questo disturbo, si accontenterebbe anche di sentimenti e manifestazioni più "ordinari" pur di andare avanti senza troppi patemi, ricatti, scenate, litigate, richieste continue di soccorso etc. Certo chi tradisce il compagno non è nobile, come tante altre mancanze di rispetto che purtroppo succedono continuamente nelle coppie, ma vivere costantemente a contatto col border è molto più traumatico. Posso dare la mia testimonianza avendo provato entrambe le cose.
Abbandonare situazioni così distruttive è la cosa che la persona mediamente "sana" (cioè con lievi disturbi nevrotici) fa, non è cattiveria o menefreghismo o incapacità di impegnarsi e mediare. Se non lo fa il rischio è di essere risucchiata a sua volta da un'altra patologia.
Malvina- Messaggi : 155
Data d'iscrizione : 09.05.16
Re: La mia esperienza
alf ha scritto:No
Mimi non sono d'accordo, il pensare al noi, l'avere la coscienza del noi non dovrebbe (uso il condizionale perchè è una mia personale visione) prevedere che uno prenda decisioni per l'altro. Il noi diventa l'unico metro di pensiero e di giudizio.
Da come scrivi deduco che tu sia stato piantato da un border...da come scrivo io, e se vuoi ti invito a leggere i mie vecchi post così evito di scrivere una storia dolorosa per me, io sono stata piantata senza nemmeno un ciao nel momento più difficile della mia vita dalla persona di cui mi fidavo di più al mondo....quindi capisco le nostre diversità di vedute.
Non so se chi ti ha fatto del male l'ha fatto per proteggerti o solo perché non ha saputo controllare il suo disturbo (che ci spinge ad allontanare chi amiamo per mettere alla prova i suoi sentimenti o per piangere l''abbandono), io ti parlo di me, della strada e della consapevolezza che avevo già acquisito quando sono stata abbandonata e dal peggioramento che ha avuto la mia malattia dopo. Mi incolpo di aver reso l'uomo che amo la bestia che mi ha lasciata da sola ad affrontare un tumore, ma non sono stata io a mandarlo via e non sono stata io a non volere un noi, anzi ho cercato il più possibile di trovare una strada che permettesse ad entrambi di camminare vicini senza farci male.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Noi
No
Mimi non sono d'accordo, il pensare al noi, l'avere la coscienza del noi non dovrebbe (uso il condizionale perchè è una mia personale visione) prevedere che uno prenda decisioni per l'altro. Il noi diventa l'unico metro di pensiero e di giudizio.
Mimi non sono d'accordo, il pensare al noi, l'avere la coscienza del noi non dovrebbe (uso il condizionale perchè è una mia personale visione) prevedere che uno prenda decisioni per l'altro. Il noi diventa l'unico metro di pensiero e di giudizio.
alf- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 12.11.16
Re: La mia esperienza
alf,
il problema è proprio questo: il condiderarsi un "noi". Nel momento in cui quelli come te si trovano ad avere a che fare con quelli come me si innesca l'istinto primordiale del "fuggi per sopravvivere" e così il "noi" va in pezzi, un po' inghiottito dal vuoto che si portano dentro i border e un po' calpestato dalle suole dei "normali" che se ne scappano via. È umano e comprensibile ma non per questo facile o indolore, per nessuna delle parti.
Io "amo" un uomo ma non sento la sua voce da un anno e mezzo e non vedo i suoi occhi da quasi due e combatto ogni singolo minuto contro i miei istinti malati che vorrebbero sfruttare il mio tumore, il mio disturbo mentale e la mia voglia di morire per starmene almeno altri 5 minuti tra le sue braccia, oppure arrivo a farmi male per controllare la rabbia che mi spinge a immaginare le più crudeli vendette nei suoi confronti per avermi usato e poi buttato via quando la cosa si faceva difficile. Questa è la mia malattia e questi sono gli istinti che ho, ma combatto la mia natura per proteggerlo, mi sono anche rinchiusa in casa per non incontrarlo mai. Per i sani io non so amare ma ti garantisco che combattere la propria natura anteponendo un'altra persona a te è la cosa più difficile che esita ma lo faccio perché so di non poter dargli un "noi" semplice, tranquillo, vivibile; Ora paragonami lucidamente ai sani che tradiscono la propria moglie/marito perché un/a ragazzo/a più giovane li fa sentire ancora sexy... non credi che nella mia follia, io abbia una concezione del NOI più chiara e più profonda di tanta gente che ha tutto quello che a quelli come me è stato negato?
il problema è proprio questo: il condiderarsi un "noi". Nel momento in cui quelli come te si trovano ad avere a che fare con quelli come me si innesca l'istinto primordiale del "fuggi per sopravvivere" e così il "noi" va in pezzi, un po' inghiottito dal vuoto che si portano dentro i border e un po' calpestato dalle suole dei "normali" che se ne scappano via. È umano e comprensibile ma non per questo facile o indolore, per nessuna delle parti.
Io "amo" un uomo ma non sento la sua voce da un anno e mezzo e non vedo i suoi occhi da quasi due e combatto ogni singolo minuto contro i miei istinti malati che vorrebbero sfruttare il mio tumore, il mio disturbo mentale e la mia voglia di morire per starmene almeno altri 5 minuti tra le sue braccia, oppure arrivo a farmi male per controllare la rabbia che mi spinge a immaginare le più crudeli vendette nei suoi confronti per avermi usato e poi buttato via quando la cosa si faceva difficile. Questa è la mia malattia e questi sono gli istinti che ho, ma combatto la mia natura per proteggerlo, mi sono anche rinchiusa in casa per non incontrarlo mai. Per i sani io non so amare ma ti garantisco che combattere la propria natura anteponendo un'altra persona a te è la cosa più difficile che esita ma lo faccio perché so di non poter dargli un "noi" semplice, tranquillo, vivibile; Ora paragonami lucidamente ai sani che tradiscono la propria moglie/marito perché un/a ragazzo/a più giovane li fa sentire ancora sexy... non credi che nella mia follia, io abbia una concezione del NOI più chiara e più profonda di tanta gente che ha tutto quello che a quelli come me è stato negato?
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
un pensiero.
Mimì ha scritto:Mimì ha scritto:Ciao,
Ritengo che a 17 anni non si abbia la maturità emotiva per riconoscere un sentimento tanto forte, con il senno di poi credo che all'epoca abbia avuto una cotta che si è trasformata in una storia seria troppo presto e gli anni senza che ce ne accorgessimo sono volati...poi la casa, la convivenza, è andato tutto da sé ma ora sappiamo entrambi che non ci amavamo poi così tanto solo che non eravamo abbastanza forti per ammetterlo.
Tutto qui.
Io a detta dei "sani" che scrivono su questo forum non so amare quindi forse uso in maniera inappropriata questo termine, e mi scuso per questo e per questo evito il mondo esterno: il male che questa malattia fa è giusto che sia un mio peso, non di chi sarebbe potuto starmi accanto.
Ovviamente anche a piacerebbe leggere altri punti di vista su questo argomento.
Io dovrei essere tra quelli che vengono chiamati "sani" ma penso che nessuno possa dire veramente cosa è l'amore. Comunque volevo darti la mia opinione che magari aiuta. Un buon indicatore dell'amore è quello di ragionare in termini di "noi" e non in termine di "me" e nemmeno di "lei" o "lui". Il riferimento della vita di un innamorato in genere diventa "la coppia" e non il singolo. Singolo inteso sia come se stessi che l'altro.
alf- Messaggi : 2
Data d'iscrizione : 12.11.16
Re: La mia esperienza
Hulkessa ha scritto:
E ora ho 23 anni e mi trovo bene con la mia psicologa, al Cps....
Hulkessa, scusa, ho una domanda in merito alle terapie che hai provato...a parte lo psichiatra, erano tutti semplici psicolgi come scrivi tu o invece erano psicoterapeuti? La differenza, in casi come il nostro, fa la differenza e, credimi, lo psicologo non ha le competenze per affrontare un percosso lungo e difficile come la terapia per un disturbo di personalità Borderline, il terapeuta sì e, per esperienza personale, ti consiglio uno abilitato al protocollo EMDR, che sulla nostra malattia sembra funazionare bene.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Mimì ha scritto:Ciao,
Ritengo che a 17 anni non si abbia la maturità emotiva per riconoscere un sentimento tanto forte, con il senno di poi credo che all'epoca abbia avuto una cotta che si è trasformata in una storia seria troppo presto e gli anni senza che ce ne accorgessimo sono volati...poi la casa, la convivenza, è andato tutto da sé ma ora sappiamo entrambi che non ci amavamo poi così tanto solo che non eravamo abbastanza forti per ammetterlo.
Tutto qui.
Io a detta dei "sani" che scrivono su questo forum non so amare quindi forse uso in maniera inappropriata questo termine, e mi scuso per questo e per questo evito il mondo esterno: il male che questa malattia fa è giusto che sia un mio peso, non di chi sarebbe potuto starmi accanto.
Ovviamente anche a piacerebbe leggere altri punti di vista su questo argomento.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Ciao,
Ritengo che a 17 anni non si abbia la maturità emotiva per riconoscere un sentimento tanto forte, con il senno di poi credo che all'epoca abbia avuto una cotta che si è trasformata in una storia seria troppo presto e gli anni senza che ce ne accorgessimo sono volati...poi la casa, la convivenza, è andato tutto da sé ma ora sappiamo entrambi che non ci amavamo poi così tanto solo che non eravamo abbastanza forti per ammetterlo.
Tutto qui.
Io a detta dei "sani" che scrivono su questo forum non so amare quindi forse uso in maniera inappropriata questo termine, e mi scuso per questo e per questo evito il mondo esterno: il male che questa malattia fa è giusto che sia un mio peso, non di chi sarebbe potuto starmi accanto.
Ritengo che a 17 anni non si abbia la maturità emotiva per riconoscere un sentimento tanto forte, con il senno di poi credo che all'epoca abbia avuto una cotta che si è trasformata in una storia seria troppo presto e gli anni senza che ce ne accorgessimo sono volati...poi la casa, la convivenza, è andato tutto da sé ma ora sappiamo entrambi che non ci amavamo poi così tanto solo che non eravamo abbastanza forti per ammetterlo.
Tutto qui.
Io a detta dei "sani" che scrivono su questo forum non so amare quindi forse uso in maniera inappropriata questo termine, e mi scuso per questo e per questo evito il mondo esterno: il male che questa malattia fa è giusto che sia un mio peso, non di chi sarebbe potuto starmi accanto.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
Mimì ha scritto: mi sono fidanzata a 17 anni e l'ho lasciato a 27 senza mai averlo tradito, lui è stato davvero bravo a sopportare i miei cambiamenti d'umore e a mandar giù rospi, ma forse è durata così tanto perché non eravamo veramente innamorati perché solo in questi ultimi anni ho seriamente capito cos'è l'Amore e quanto sia importante tenerlo lontano da me. Dopo di lui nessuno mi ha voluta, ed oggi, con lucidità e pacatezza, posso dirti che è meglio così, ho dei limiti che nonostante il mio impegno, nonostante la mia volontà, nonostante le mie preghiere non potrò superare, anzi ritengo che nel mio caso anche solo provarci può essere causa di grandi dolori e traumi per chiunque.
Ciao!
Mi intrometto in questo topic perché ho una domanda per te Mimì (e per tutti coloro che hanno voglia di rispondere):
Com'è possibile stare con una persona 10 anni ed accorgersi di non essere innamorati?
Mi piacerebbe capire cosa intendi te per Amore, parola che scrivi sempre con la A maiuscola. Un'idea ce l'ho ma vorrei capire meglio...
La mia ex mi fece una distinzione tra "amare" e "essere innamorati".
Anche sul perché faccia male e ne volete stare lontani penso di aver capito qualcosa, ma se ti va potresti spendere due parole anche su questo.
Detto ciò, auguro il meglio a tutti e sono convinto che l'adrenalina sia un'ottimo antidoto perché fa sentire vivi. Anche l'attività sportiva in generale è importante e fa stare meglio.
Groviera- Messaggi : 10
Data d'iscrizione : 26.10.16
Re: La mia esperienza
Ciao,
devo dire che in passato, quando ero adolescente ho trovato spesso "benessere" nel tagliarmi, era come se, con il sangue, uscisse anche un po' di dolore.
Sentimentalmente non ho molte esperienze da portarti a confronto, mi sono fidanzata a 17 anni e l'ho lasciato a 27 senza mai averlo tradito, lui è stato davvero bravo a sopportare i miei cambiamenti d'umore e a mandar giù rospi, ma forse è durata così tanto perché non eravamo veramente innamorati perché solo in questi ultimi anni ho seriamente capito cos'è l'Amore e quanto sia importante tenerlo lontano da me. Dopo di lui nessuno mi ha voluta, ed oggi, con lucidità e pacatezza, posso dirti che è meglio così, ho dei limiti che nonostante il mio impegno, nonostante la mia volontà, nonostante le mie preghiere non potrò superare, anzi ritengo che nel mio caso anche solo provarci può essere causa di grandi dolori e traumi per chiunque.
La diagnosi è arrivata tardi per me anche se, come te, ho sempre saputo che c'era qualcosa di strano: penso sempre che se mia madre mi avesse portato in terapia quando appena adolescente l'ho supplicata di farlo avrei risparmiato tanto dolore "a chi amo" e a me stessa e per questo ora rifuggo dalla gente e dalle emozioni, sono fin troppo consapevole del male che posso fare e farmi ma....grazie al cielo non siamo tutti uguali! Spero davvero tanto che tu possa trovare il tuo equilibrio, e che la ragazza che frequenti sia "quella giusta", perché sei giovanissima e
motivata a capire come gestire al meglio le tue emozioni, quindi ti meriti il meglio!
Un abbraccio.
devo dire che in passato, quando ero adolescente ho trovato spesso "benessere" nel tagliarmi, era come se, con il sangue, uscisse anche un po' di dolore.
Sentimentalmente non ho molte esperienze da portarti a confronto, mi sono fidanzata a 17 anni e l'ho lasciato a 27 senza mai averlo tradito, lui è stato davvero bravo a sopportare i miei cambiamenti d'umore e a mandar giù rospi, ma forse è durata così tanto perché non eravamo veramente innamorati perché solo in questi ultimi anni ho seriamente capito cos'è l'Amore e quanto sia importante tenerlo lontano da me. Dopo di lui nessuno mi ha voluta, ed oggi, con lucidità e pacatezza, posso dirti che è meglio così, ho dei limiti che nonostante il mio impegno, nonostante la mia volontà, nonostante le mie preghiere non potrò superare, anzi ritengo che nel mio caso anche solo provarci può essere causa di grandi dolori e traumi per chiunque.
La diagnosi è arrivata tardi per me anche se, come te, ho sempre saputo che c'era qualcosa di strano: penso sempre che se mia madre mi avesse portato in terapia quando appena adolescente l'ho supplicata di farlo avrei risparmiato tanto dolore "a chi amo" e a me stessa e per questo ora rifuggo dalla gente e dalle emozioni, sono fin troppo consapevole del male che posso fare e farmi ma....grazie al cielo non siamo tutti uguali! Spero davvero tanto che tu possa trovare il tuo equilibrio, e che la ragazza che frequenti sia "quella giusta", perché sei giovanissima e
motivata a capire come gestire al meglio le tue emozioni, quindi ti meriti il meglio!
Un abbraccio.
Mimì- Messaggi : 41
Data d'iscrizione : 24.10.16
Re: La mia esperienza
"(in cui sono andata da una psicologa dinamica che non ha risolto nulla, non faceva nè diceva nulla nemmeno quando le dicevo che volevo ammazzarmi ma sapevo che non potevo)." A chi lo dici... ne ho una anch'io che non mi sta aiutando per nulla e in più le dicevo anch'io che volevo ammazzarmi e lei mi guardava come nulla fosse (non so quanto fosse una richiesta d'aiuto dato quanto ci pensavo allora)
Non ho mai provato con attività che danno adrenalina..... proverò,grazie per il consiglio....
Auguri anche a te di stare meglio e sopportare il vuoto
Non ho mai provato con attività che danno adrenalina..... proverò,grazie per il consiglio....
Auguri anche a te di stare meglio e sopportare il vuoto
Funambolo- Messaggi : 166
Data d'iscrizione : 15.10.16
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