Sono nuova. Assenza

Bravo!..vallo dire ai dottori!

Carissima, con quel mio messaggio volevo solo un pò stuzzicarti in senso positivo, cioè....molte volte si entra in un circolo vizioso dal quale poi è difficile uscirne, magari è bastato un episodio o qualcosa intrinseco al proprio carattere ad accendere la miccia e senza rendersene conto si ci auto-convince che si è davvero malati e che bisogna curarsi,
Anch'io che mi reputo equilibrato ho i miei momenti no, divento irascibile, ecc. ma non per questo vado dallo psicologo a farmi visitare o mi faccio fare qualche diagnosi, perchè sono sicuro che qualcuno nella mia testa troverà qualcosa.

Per farti un esempio è come qualcuno che legge le caratteristiche del proprio segno zodiacale e si ci riconosce a pieno, facendosi influenzare da ciò che si è letto, per poi condurre una vita cercando di assomigliarci sempre di più anche se non è cosi.

Potrebbe essere, dico potrebbe essere che a furia di sentirsi dire che si è borderline qualcuno possa inconsciamente riconoscersi senza volere e quindi agli occhi degli psicologi e soprattutto propri si possa credere di essere veramente malati imitando i sintomi della malattia per altri motivi, magari solo per stare al centro dell'attenzione, parliamo anche qui di mancanza di affetto? Si credo di si, ma sicuramente la diagnosi sarebbe molto più positiva che non un vero e proprio disturbo mentale.

Faccio presente che le assenze come le chiamate vengono a tutte le persone di questo mondo e non sono sempre patologiche, anche a me vengono, parlo di assenze non legate a disturbi tipo "piccolo male" epilettici, ma di sensazione.
A volte sento come di non vivere la realtà ma di essere all'interno di un film se non addirittura in un dejavù o addirittura di vedermi dall'esterno come se il mondo intorno non mi appartenesse e di esserne soltanto uno spettatore.

Questa condizione chiamata dissociativa è abbastanza normale anche nelle persone sane, per rendersene conto basta parlare con qualcuno e chiedere se gli è mai successo, la maggior parte ti rispondera di si, ma se succede a te a voi che avete diagnosticato la malattia ecco che ne diventa un sintomo inequivocabile, cosi come un piccolo scatto d'ira, l'ansia ecc.

Per farla breve bisogna da parte vostra sminuire un pò la cosiddetta sintomatologia non cercando di attribuire il tutto alla presunta patologia.

Non ce l'ho con gli psicologi per carità, ma molte volte forse per deformazione professionale vanno a cercare anche quello che non c'è innescando nelle menti più deboli meccanismi sbagliati.

Paragonandovi a chi ho conosciuto con dei seri problemi borderline voi che scrivete siete out, un borderline difficilmente scrive su un forum cosi spesso e non lo fa con le vostre parole sarcastiche o ironiche ammettendo spudoratamente di essere malato.

Il vero borderline non ammette i propri problemi perchè non li vede o se li riconosce non dà la colpa a se stesso ma agli altri, e questo sempre dovreste anche saperlo, inoltre un borderline non ha problemi sporadici a distanza di giorni o settimane,un borderline vive la propria condizione ogni momento della giornata con continui e repentini sintomi, non basta essere depressi e farsi scattare l'ira per dire di essere borderline.

Ti scrivo in privato allora, non vorrei intasare i Topic di fatti miei che farebbero solo scacciare chi li legge XD
"Il pensiero dominante è quello di essere sbagliata" non posso che darti ragione. Ci sarebbero un sacco di esempi da fare.

Topic sesso, già, non è mai stato aperto, va aperto! Anche se io non saprei di preciso cosa scrivere, è una storia molto confusa e ambivalente e più vado avanti più me ne convinco.

Cely ha scritto:Le dinamiche che conosciamo sono innescare da vari meccanismi che possono essere una parola/un modo di comportarsi etc...
Non sei assente perché sei depressa o chissà che, pensi in un modo che ti causa questo.

Questo è un punto ancora confuso per me. Una parola, un tono della voce, un'impressione sbagliata, qualsiasi cosa anche impercettibile ha il potere di distorcere tutto. Da quella parola al momento esatto in cui scatta l'assenza c'è un gap in cui non so bene cosa succede nella mia testa. Non saprei dirlo con certezza perché è un automatismo e in quanto tale scatta immediatamente senza filtri. Forse un attimo prima del disastro il pensiero dominante è quello di essere sbagliata, di essere addirittura fuori dall'umano. Forse mi assalgono troppi stimoli dall'interno e dall'esterno che non riesco a controllare e il risultato è che mi assento avvicinandomi in tutto e per tutto a quella condizione di non esistenza che può proteggermi dalla valanga di stimoli incontrollati. Il problema è che noi border non perdiamo completamente il contatto con la realta, ed è questo che ci fa percepire come turbamento anche un meccanismo di difesa come l'assenza. E poi cos'è l'assenza? Depersonalizzazione, derealizzazione chiamiamola come cavolo ci pare. Io so solo che in quei momenti non sono neanche capace di formulare pensieri, che i pensieri si affollano senza poterne raccogliere uno che sia compiuto, che non riesco a parlare e se lo faccio la voce che sento non è più mia, se mi tocco la pelle non è la mia pelle e se guardo la persona che mi sta accanto diventa un perfetto estraneo e via dicendo.. A volte dura delle ore e poi passa, altre volte basta una parola o un cambiamento dell'espressioni facciali del "colui da cui sono ossessionata" in quel momento (per citarti) a farmi ritornare. Altre volte, come questa ad esempio, è irreversibile e quella persona diventa irreversibilmente un fantasma, proprio come me. Mi sgonfio come un palloncino che prima era sostenuto da un fiato d'affetto. Non lo so, sono confusa e più ci penso più perde significato qualsiasi cosa dica.
Quanto alle tue relazioni...con quello di 20 anni di più è finita? E il tuo ex border? Non ho capito come si è evoluta la cosa e cosa ti aspetti adesso da lui. Se vuoi parlarne in privato scrivimi, anche io avrei tanto da dire in proposito di border + border

Cely ha scritto:ho la vita sessuale di una suora di clausura

Sesso!! se c'è già qualche topic sull'argomento parliamone, altrimenti se ne può aprire uno..

Dici che l'assenza ti causa questo modo di relazionati ma cosa ti causa l'assenza? Non dirmi il disturbo perché hai detto una cosa bellissima nel tuo post di prima, cioè che siamo persone al di là del disturbo, cioè quello che pensi/vivi tu non è quello che penso e vivo io, perché siamo persone diverse accomunate da qualche sintomo scritto su un libro. Le dinamiche che conosciamo sono innescare da vari meccanismi che possono essere una parola/un modo di comportarsi etc...
Non sei assente perché sei depressa o chissà che, pensi in un modo che ti causa questo.
Se siamo alla frutta non saprei, un piccolo evento può rivoluzionare tutto. Non è mai detta l'ultima parola.

Tereza1123 ha scritto: le amicizie superficiali che ti fanno sentire il centro del mondo non mi riempiono. Finché mantengo un rapporto superficiale riesco anche ad essere una persona brillante, piacevole, simpatica, stimata e apprezzata. Ma la mia partecipazione emotiva è solo fittizia, anche con amici di lunga data con cui affronto argomenti più profondi e personali. Se potessero leggere nei miei pensieri mentre sono con loro sorridente e sempre pronta ad elargire perle di saggezza! Il problema è quando vado più a fondo. Viene fuori tutto il vuoto, le paranoie, le paure..e le vomito in faccia senza ritegno al malcapitato che vuole "salvarmi".

Io non avrei saputo dirlo meglio
ci toglierei la parola "salvare" e ci metterei "colui da cui sono ossessionata"
Per il resto è tutto come la mia storia. Ultimamente uscivo con uno con cui in 3 mesi è andato tutto bene a parte una mia sclerata perché mi dice che deve andare via prima a causa del compleanno del nipote. Sarà che aveva 20 anni più di me e che era il mio opposto, sarà che ci sono uscita solo per capire di più me stessa, ma alla fine è finita che ho fatto in modo di incontrare il mio ex (pure Lui diceva di essere border, ma non avendo una diagnosi non saprei) facendolo contattare da un suo amico (se lo faccio io mi ignora) la cosa è successa diverse volte, non entro nei particolari ma ho sempre dato di matto per il suo menefreghismo e cose così. A differenza di ciò che dici tu a me lui non manca ne ci sono rimasta legata, il motivo per cui faccio tutto questo teatrino non saprei. Quando ci penso mi vien da piangere. Forse è che tipo all'inizio non mi piaceva, poi ho letto il suo diario e me ne son innamorata, però lui mi ha sempre trattata male e da terzo in comodo. Sento immotivata questa cosa e vorrei recuperasse.

@blueacquarius penso che l'ironia dipenda dalla persona più che dal disturbo. Poi conta anche Che siamo in un forum, posto dove si scrive senza pensarci 2 volte. Anche io ho una diagnosi di dbp, ma se lo vuoi sapere non bevo, non mi drogo, ho paura di tutto ciò che può essere chiamato pericoloso, oltre al fatto che ho la vita sessuale di una suora di clausura. Però mi han fatto la stessa diagnosi in 2 luoghi diversi a distanza di...5 anni forse? Nemmeno io pensavo che la cosa mi rappresentasse tanto.

Mah bluacquarious, se tu hai potuto constatare che non sono borderline in base al criterio dello humor, criterio assolutamente non diagnostico, immagino che gli psichiatri che mi hanno vista si siano basati su un quadro un tantino più complesso. E tu a che titolo esprimi sentenze e diagnosi? Conosci almeno la differenza tra ironia e sarcasmo? Dovresti sapere che il sarcasmo è una forma aggressiva di ironia. Fa più borderline questo??
Dovresti anche sapere che i criteri diagnostici per il db sono 9 e ne bastano 5 per fare una diagnosi. Ergo, con un po' di esercizio matematico, puoi capire che due borderline possono avere in comune un solo criterio. Senza considerare che si parla di tratti patologici prevalenti della personalità, nessun paziente presenta tratti esclusivamente borderline o istrionici, schizoidi e via dicendo. No, non siamo tutti uguali. Se ti basi su clichè allora non sai niente del disturbo. Hai conosciuto una che dava di matto e ti picchiava e credi di sapere qualcosa di me sulla base di un luogo comune? Vuoi sapere quanto peso? Se ho tatuaggi? Se ascolto metal e indosso borchie? Se la do a tutti? Vuoi sapere l'ultima volta che ho spaccato un piatto addosso a qualcuno? L'ultima volta che ho abusato di farmaci e alcool? L'ultima volta che ho avuto un delirio allucinatorio? Quante volte penso di uccidermi? Allora, cosa fa più borderline secondo te?? Era esattamente a questo che mi riferivo quando ho detto che pare una gara a chi ha il problema più grosso. "Tu non sei abbastanza grave, riesci ancora a usare dello humor! Fuori!! " Quante cazzate! La diagnosi è solo un'esigenza professionale, non risponde alla molteplicità delle sfumature di una persona. Perché disturbo o non disturbo, siamo PERSONE , non casi clinici da mettere in vetrina!

Per amore di chiarezza vorrei copiare qui l'elenco dei criteri diagnostici con tanto di spiegazione (rispondo a 7 su 9, sono legittimata?) :

1)Sforzi disperati di evitare un reale o immaginario abbandono.
A causa della loro vulnerabilità, i soggetti borderline hanno un bisogno compulsivo dell'aiuto e del sostegno altrui. Per questo motivo la sola idea di interrompere un rapporto importante, da cui sono dipendenti, genera in loro uno stato di angoscia profonda. Per evitarlo sono in grado di mettere in atto comportamenti disperati.
Purtroppo spesso questi comportamenti finiscono con il danneggiare la relazione.

2)Un quadro di relazioni interpersonali instabili e intense, caratterizzate dall'alternanza tra estremi di iperidealizzazione e svalutazione.
Le relazioni affettive hanno un elevato carico di investimento emotivo, che porta i soggetti borderline a idealizzare eccessivamente il partner, da cui infine dipendono. Allo stesso tempo ricercano continuamente segnali in grado di infrangere questa idealizzazione. Ciò li porta a passare velocemente da una ipervalutazione a una totale svalutazione rispetto all'oggetto d'amore.
Cambia completamente e improvvisamente la visione del mondo e delle persone.
Di conseguenza si determina un comportamento estremamente contraddittorio e oscillante tra due estremi autoescludentisi l'uno con l'altro.


3) Alterazione dell'identità: immagine di sé e percezione di sé marcatamente e persistentemente instabili.
In corrispondenza dei comportamenti contraddittori sopra descritti, le persone affette da DBP hanno un'immagine di sé altrettanto contraddittoria e oscillante.
Manca cioè una visione unitaria e sufficientemente stabile della propria identità, determinando quella che lo Psicoanalista Otto Kernberg chiama "diffusione dell'identità".

Come modalità compensatoria rispetto a questa instabilità, alcune persone si uniscono a gruppi con forte carisma (politici, estremisti etc.), mentre altre hanno una forte difficoltà nello scegliere un lavoro o stabilire delle preferenze definite e stabili rispetto alla politica, al comportamento sessuale, alle amicizie.

4)Impulsività in almeno due aree che sono potenzialmente dannose per il soggetto, quali spendere, sesso, abuso di sostanze, guida spericolata, abbuffate.
L'instabilità nei comportamenti e nell'immagine di sé implica la perdita di controllo in svariati ambiti. La vita delle persone affette da DBP è quindi spesso caotica e vengono messi in atto comportamenti pericolosi e impulsivi allo scopo di acquisire una sufficiente stabilità.


5) Ricorrenti minacce, gesti, comportamenti suicidari, o comportamento automutilante.
Capita frequentemente di osservare comportamenti suicidari o autolesivi.
I tentativi di suicidio sono riscontrabili anche in altre patologie psichiatriche, mentre i comportamenti autolesivi sono caratteristici del DBP, con condotte tipiche di tagli superficiali cutanei o ustioni.


6) Instabilità affettiva dovuta a una marcata reattività dell'umore.
Come descritto ai punti 1. e 2., le persone affette da DBP sono combattute tra due bisogni estremi: il bisogno di dipendere dagli altri e sentirsene protetti, e il bisogno di difendersi da un mondo percepito come pericoloso e pieno di minacce.

L'oscillazione continua tra questi due estremi, senza mai trovare un compromesso tra loro che permetta di rilassarsi e di trovare una certa stabilità, determina una profonda instabilità affettiva e relazioni personali disturbate.

In queste persone convivono sentimenti ed emozioni diametralmente opposti tra loro e patologicamente dipendenti dal contesto esterno, che chiaramente è in continuo mutamento.

7) Sentimenti cronici di vuoto.
Anche questo, come il precedente, è un sintomo tipico del DBP, perfino quando viene taciuto dal soggetto che non trova le parole per poterlo esprimere.
I sentimenti di vuoto sono assolutamente cronici e angoscianti, derivano da una mancata strutturazione della personalità e non dalla semplice noia o mancanza di stimoli interessanti.
A volte questo "vuoto" fa riferimento addirittura a sentimenti di depersonalizzazione o derealizzazione. Nel tentativo di riempire il vuoto interno è possibile che vengano agìti dei comportamenti eccessivi come l'abbuffarsi, il tagliarsi o il cercare emozioni estreme.



Rabbia immotivata e intensa o difficoltà a controllare la rabbia, per esempio frequenti accessi di ira o rabbia costante, ricorrenti scontri fisici.
Poiché tutte le emozioni vengono vissute in modo esasperato, anche la rabbia è espressa in modo intenso e sregolato, così da diventare problematica nelle relazioni interpersonali. Porta spesso all'azione con condotte aggressive sia a livello fisico che verbale, sotto forma di critiche perentorie e commenti sprezzanti, sarcasmo, rancore e ostilità.

La rabbia è tanto intensa quanto instabile: a volte basta semplicemente cambiare discorso o rassicurare verbalmente la persona affetta da DBP e la rabbia "svanisce".


9) Ideazione paranoide, o gravi sintomi dissociativi transitori, legati allo stress.
Poiché le valutazioni di queste persone tendono a essere estreme e instabili, così come i loro sentimenti, si osserva la tendenza, in situazioni stressanti, ad attribuire agli altri intenzioni malevole e persecutorie nei propri confronti (proiezione paranoide dei propri sentimenti ostili). Anche l'ideazione paranoide risulta però transitoria e legata a particolari eventi stressanti. In ogni caso questi episodi vengono percepiti come disturbanti ed egodistonici, per cui è presente il desiderio di liberarsene.

I sintomi dissociativi più frequenti sono, per queste persone, la depersonalizzazione (mancata percezione del proprio corpo o di parte di esso, oppure la sensazione che la propria mente non controlli più il proprio corpo, o la sensazione di osservarsi dall'esterno) e la derealizzazione (sensazione che la realtà esterna non sia propriamente reale e immanente, ma trasformata in qualche modo o distanziata, come se fosse al di là di un velo).

sei una borderline, posso supporre che i tuoi problemi psicologici siano di natura diversa eventualmente meno gravi del disturbo borderline lo si capisce dai tratti in cui scrivi e dall'autoironia o addirittura l'humor spesso mancante in un borderline.

Vorrei capire quali medici psicoterapeuti ti hanno valutato e su quali basi per sostenere la diagnosi, possono sbagliarsi anche loro.

Io ho avuto a che fare per con una borderline e posso confermarti che la distanza da te è lei notevole

Poi è vero probabilmente non siamo tutti uguali ed i disturbi sono soggettivi.

Ciao Cely, rispondo alle tue domande 1) è il "problema" e non la persona a farmi percepire la cosa in questo modo e 2) le amicizie superficiali che ti fanno sentire il centro del mondo non mi riempiono. Finché mantengo un rapporto superficiale riesco anche ad essere una persona brillante, piacevole, simpatica, stimata e apprezzata. Ma la mia partecipazione emotiva è solo fittizia, anche con amici di lunga data con cui affronto argomenti più profondi e personali. Se potessero leggere nei miei pensieri mentre sono con loro sorridente e sempre pronta ad elargire perle di saggezza! Il problema è quando vado più a fondo. Viene fuori tutto il vuoto, le paranoie, le paure..e le vomito in faccia senza ritegno al malcapitato che vuole "salvarmi". Cosa ho sottomano adesso? Era solo un'amicizia, un'amicizia nuova, non dovevo fare tutto sto casino per un'amicizia! Soprattutto perché lui non ha davvero fatto nulla di male, mi ha dimostrato coi fatti il bene che diceva di volermi, era affettuoso, attento e premuroso..ma è bastato un minimo allontanamento del tutto giustificato da parte sua a far scattare il meccanismo che ben sai. Paranoie annesse, sento di essergli indifferente o nel migliore dei casi mi vuole male (proiezioni? sarà..) Non mi manca, sono triste e apatica ma non mi manca lui. Chi mi manca è un ragazzo (border anche lui) con cui ho avuto una relazione di 3 settimane più di un anno fa e che non sento più da allora (dopo averlo ossessionato per due mesi ovviamente). Ridicolo vero?
Ora sono stanca di fare terra bruciata. Vorrei recuperare questo rapporto ma ho paura di fare altri casini. Siamo alla frutta Cely? Tu come fai a rinsavire da questi momenti di svalutazione? Troviamo un altro sostituto? Ci sforziamo di fare il contrario di quello che il cervello ci dice di fare? Conosci l'incantesimo dell'amor proprio?

Ti riempiono le amicizie superficiali che ti fanno sentire il centro del mondo?
"Non mi manca ma lo cerco" si, è la chiave di tutto, stessa cosa anche io. Poi lo ammazzeresti e glielo dici solo perché speri che trovi la parola magica. Ma tanto le parole magiche non le conosce nessuno. Non lo sopporti e non sopporti la sua assenza, un casino. L'amicizia prima o poi ti farà schifo, non ti capisce oggi, non ti capisce domani e la cosa va a puttane. Non focalizzare la tua attenzione solo su di lui, ho notato che se resto troppo ossessionata da qualcuno la cosa degenera. Sei in un bel casino e forse ti ci troverai ancora infinite volte. Io sono un passo più avanti a te, lo stadio successivo, quello in cui non sai più che fare perché tutto ti ha delusa e sai che in ogni caso si ripeterà lo stesso film con lo stesso copione, in cui perdi interesse per tutto

Ciao tereza, capisco cosa intendi, ti dico per estetica che forse è meglio cambiare ragazzo, come dici te, non senti affetto e la cosa ti rende depressa, sei ad un punto morto. Ci stai insieme perché ti illudi di star meglio con lui che non senza. Forse la tua testa ha capito prima di te che non vuole stare con lui. Hai detto anche che può dimostrarti l'amore in ogni modo ma tu non senti niente. Stai cercando qualcosa di diverso ma hai pura di ammetterlo a te stessa. Pensi che il problema sia lui o che è il periodo che stai vivendo a farti percepire la cosa in questo modo? È ora di chiedersi cosa vuoi tu, non cosa hai sottomano. Se non lo sai pensaci attentamente e valuta come sarebbe la cosa con un altro. Ho vissuto anche io la stessa situazione. Mi manca ancora e la cosa mi ha bloccata in tutti i sensi, però penso che non vorrei star con lui nemmeno se cambiasse perché ormai lo odio in maniera irreversibile.

Se ci pensi bene l'autosabotaggio dei rapporti implica proprio stare da soli! Grande paura di tutti gli esseri umani, sopratutto di quelli incompleti! E se stai male da sola manca la "competenza emotiva" di base, quella primaria! Io sto provando a incrementare questa mia carenza facendo aumentare di poco l'amor proprio che ogni persona dovrebbe avere dentro di se..

So bene che l'autosabotaggio è una dinamica inconscia e so bene che alla base del problema c'è l'incapacità di riempirsi da soli. Sorpresa, sono una psicologa mancata! Il punto è che la consapevolezza razionale non aggiunge nulla alla competenza emotiva che è deficitaria. Non sarei dove sono ora altrimenti.

"Se non c'è nessuno a riempirmi, se perdo quell'addensante dato dalla presenza altrui, mi disintegro."

Io non ne so molto e sopratutto quello che potrei sapere può facilmente essere contestabile ma credo che il problema, o almeno uno dei problemi sia qua! "Se non c'è nessuno a riempirmi" se non ci riempiamo noi chi mai potrà farlo al posto nostro? Ma sopratutto se qualcuno provera a farlo non ci andrà mai bene perche potevamo avere di piu, di meglio...quindi il punto e quello di riempirci con noi stessi per condividere con gli altri quanto di bello possiamo condividere...e una visione alquanto rosa e fiori ma se vediamo tutto nero sempre non ci muoveremmo mai no?! Quindi concedetemi anche questo... :p

"E il colmo è che sono io stessa a creare quella serie di situazioni, per gli altri insignificanti ma che per me diventano questione di vita o di morte, che porta al punto di non ritorno, alla svalutazione e conseguente rottura."
Non credo sia cosa nuova, e solo una conferma inconscia o neanche tanto inconscia che ci diamo.

L'Amore...o l'amore o niente? E l'amicizia? Come si fa a restare negli argini e non mandare tutto a puttane? Sempre il solito schema, tutto o niente... tutto e subito e poi niente. Quando è malato non è amore. Io personalmente non credo di essermi mai innamorata. Forse solo perché ho troppa consapevolezza delle mie dinamiche per considerare amore le idealizzazioni e le folli ossessioni. Dall'esterno si direbbe che mi sono innamorata e disamorata infinite volte, se non altro contando le volte che ho sofferto per gli abbandoni. Di me non ci si innamora, questa è ormai una costante. Mi ci sono tanto abituata che ho perso anche la capacità di fantasticare l'amore. Ma ripeto, come si fa a restare negli argini e a non mandare anche l'amicizia a puttane? Il vuoto dentro ok, non va via, ma ora sto facendo il vuoto anche fuori. Di nuovo. Avevo un amico, una parola storta me lo ha fatto odiare. Non mi manca, ma lo cerco e quando lo cerco lo odio e lo accuso e lo allontano sperando che sia lui a trovare la parola magica che mi riporti indietro e poi sto male e lo cerco di nuovo. Finché non sento più nulla. Ho raggiunto un tale stato di agitazione per nulla che mi sono bruciata fino a farmi uscire orrende bolle d'acqua. è un circolo vizioso, non ne esco. Se non c'è nessuno a riempirmi, se perdo quell'addensante dato dalla presenza altrui, mi disintegro. E il colmo è che sono io stessa a creare quella serie di situazioni, per gli altri insignificanti ma che per me diventano questione di vita o di morte, che porta al punto di non ritorno, alla svalutazione e conseguente rottura. Ora vorrei uscire magicamente da questa assenza che mi sta assorbendo tutta. Vorrei poter guardare quella persona e sentire l'affetto di prima. Ma come si fa? Devo rassegnarmi a lasciarmi dietro un altro fantasma?

Tereza1123 ha scritto: nonostante non mi sia mai suicidata prima.

Intanto davvero complimenti per stà frase che m'ha fatto davvero sorridere e credo che l'autoironia sia già un punto in più a favore.

per quanto riguarda il nn sentire l'affetto,il bene altrui è davvero brutto e capita anche a me ma al contrario di qualche anno fà dove vivevo in uno stato di completo ovattamento ora qlcsa mi arriva anche se nn lo reputo sufficiente.
L'Amore!
forse l'Amore,che smuove le montagne e cura tutti i mali forse questo metterei in cima alla mia scala di priorità ma nn chiedermi come avviene,nn sono così saggio,avviene e basta x quanto ne so'...magari quando meno te l'aspetti

Mi sono appena iscritta, spero sia utile a qualcosa. Sono al decimo tentativo di psicoterapia ed è la seconda volta che uno psi mi parla di organizzazione borderline. In precedenza si limitavano a scrivere "sindrome depressiva, ansiosa con sintomi dissociativi" e tutte le varianti del caso. Ad ogni modo ora che ho una sottospecie di diagnosi ho il diritto di soffrire, parlare ed essere ascoltata, nonostante non sia eroinomane e non mi sia mai suicidata prima. Pare che quando si tratta di problemi sia sempre una gara a chi ce l'ha più grosso.. Preambolo a parte, vorrei parlare di assenza o come diavolo volete chiamarla. La cugina apatica della dissociazione a mio parere. Quello stato in cui tutto è piatto e il sangue pare non pulsare  più nelle vene e l'anima, se ancora respira da qualche parte nel corpo, non è più umana. Soprattutto non c'è più affetto. Non lo provi e non lo senti. Anzi, non lo senti e quindi non puoi provarlo. Puoi dirmi "ti voglio bene" in tutte le salse e anche dimostrarmelo, non me ne arriverà un briciolo perché ormai non ti riconosco più come vivente, ho perduto la tua immagine che un attimo prima serbavo al mio interno per contenere tutto l'affetto. Una volta che questo è accaduto, come si può tornare indietro? Se adesso parlo con lui sono completamente assente, priva di ogni facoltà cognitiva ed emotiva. Tutt'al più posso provare disprezzo e percepire ogni parola come un rifiuto o un sabotaggio. "Ma non senti più l'affetto perché sei depressa e quindi  tutto il mondo fuori perde significato!" Come far capire che è invece l'esatto opposto? Bisogna invertire la correlazione causa-effetto. Sono depressa e assente perché non sento più l'affetto, non ho più quel contenitore e il vuoto diventa ancor più pervasivo. E perché? Perché una parola è andata di traverso. Non so come spiegare, sono molto confusa. Spero che capirete e che mi rispondiate con la vostra esperienza e magari suggerendo qualche soluzione che non sia autolesionistica perché non funziona più neanche quello..