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Sorella borderline, famiglia sfinita

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Sorella borderline, famiglia sfinita Empty Borderline ex tossico si presenta

Messaggio  ladrodiruote Mar Ago 27, 2019 6:32 pm

Ciao a tutti mi iscrivo su questo forum in un momento di noia ed agonia,sono un ladro di ruote ho 26 anni e mi sono appena lasciato con la mia ragazza.Prima di lei ho passato dai 12 ai 16 anni rinchiuso in casa con la paura d uscire depresso poi ho iniziato a drogarmi prima erba poi sintetico e infine cocaina ed eroina in vena. Cosi inizia la paichiatr i a i problemi con la legge e tutto il resto.
Al epoca pensavo che col tempo sarei migliorato invece mi ritrovo sempre qui identico con le stesse paure ed ansie senza riuscire mai a lasciarmi andare da sobrio e sempre e perennemente solo
o in relazioni disfunzionali in cui una persona mi da una mano a sopravvivere suo malgrado. Ogni tanto mi comporto in modo stupido un cazzo di cliche mi sento cambio personalità senza volerlo mi agito per nulla .. e questa sensazione di vuoto non mi abbandona mai.. o almeno mai da sobrio. Ora non mi drogo piu praticamente e bevo poco mi annoio e il futuro fa paura a livello lavorativo non ho grandi speranze a livello famigliare la situazione è patetica e a livello sociale non c e nulla.
Ho lasciato la ragazza che amavo a giorni alterni per vedere se riuscivo a camminare con le mie gambe e sperando anche lei stesse meglio senza di ne nonostante mi amasse e la amassi anch io.
Non so nemmeno perche scrivo comunque buon proseguimento..

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Sorella borderline, famiglia sfinita Empty Anch'io con probabile madre istrionica

Messaggio  Nicolas8 Lun Ago 19, 2019 1:23 am

giusililio1 ha scritto:Carissimo, leggo con grande interesse quello che scrivi. Situazione praticamente identica alla mia con la differenza che nel mio caso non si tratta di mia sorella ma di mia madre. Potrei parlare a lungo, ma il tuo quadro ricalca perfettamente il mio. Mi piacerebbe poi sapere come sta andando.
Ciao, mi inserisco avendo appena trovato questo forum. Non sono più un bambino, uso internet da una vita, ma paradossalmente non ho mai pensato di confrontarmi qui con qualcuno su questo problema.
Premetto che sto rispondendo a giusililio1 perché... sono nella stessa situazione. E continuo...
Ho passato anni in terapie (la penultima di sei anni), e tra terapeuti non tanto per affrontare le mie paure (cosa di cui pure avrei un disperato bisogno), quanto per capire come relazionarmi a mia madre.
Concordo anch'io (pur non essendo uno psicologo), che il caso descritto possa avere a che fare con l'istrionismo. Lo dico perché dopo aver constatato per anni che mia madre ha determinati problemi (approfondirò in seguito se qui c'è ancora qualcuno, purtroppo vedo che a parte l'ultimo messaggio i precedenti sono piuttosto vecchi), mi sono reso conto che li hanno avuti anche i suoi genitori con lei (il padre, mio nonno, prima di morire mi disse "stalle vicino perché non è cattiva, è solo malata", immaginate che bello ricordare questa cosa come l'ultima che mi ha detto...), poi con il marito, poi con le sorelle, poi con il nuovo marito, ecc ecc...
Tutti concordi nel vedere in lei gli atteggiamenti già descritti, e tutti disperati per non sapere come fare (spesso penso con dolore "ci seppellirà tutti", o che quando arriverà la sua ora resterà in me il dolore fortissimo di non aver potuto avere con lei un rapporto autentico).
Un giorno il marito chiese un consulto a un medico, che formulò l'ipotetica diagnosi di "disturbo ossessivo compulsivo con tratti istrionici" (all'anima dei tratti!....). Da quel momento si aprì un mondo, nel e dal quale comunque non abbiamo ancora trovato soluzioni per contenere le sue esplosioni e i suoi malesseri (costanti), che lei imputa appunto a depressione (per lei lieve, e con cui si autocura con una dose infinitesimale di psicofarmaci che le prescrive il medico di base per dormire...........), e soprattutto... alla cattiveria di tutte le persone che ha intorno (ovviamente a partire da quelli che le vogliono più bene, mentre con gli estranei riesce a sembrare addiritura una persona equilibrata, intelligente... tanto che un giorno uno dei tanti psicologi mi disse (in maniera assolutamente non professionale): "una che fa così non è malata, è stronza". Ma non è cattiva, e poi... chi è davvero cattivo, e perché?
In ogni caso... per evitare una pappardella ora inutile... stasera a dire il vero cercavo una community di familiari di istrionici (me lo ha suggerito un'amica con un problema simile, che però non frequenta forum italiani ma stranieri), ma in rete vedo ben poco in italiano, e il problema è talmente grosso che preferisco non doverne parlare anche in inglese (è già difficile farlo in italiano). Peraltro... sto pensando di contattare qualche familiare di persone simili anche personalmente, magari per scambiare opinioni dirette (e oltre alla psicoterapia che seguo, per l'ennesima volta quasi inutile a contenerla, tanto più che ognuno dice la sua su come trattarla, sto pensando di chiedere alla persona che mi segue se non pensa sarebbe meglio che cerchi un gruppo anzichhé continuare a scervellarmi da solo con lui o con altri dottori sul problema.
Insomma... sto scrivendo a raffica ma in maniera un po' sconclusionata, e voi (e tu in particolare giusililio1, che come me hai un problema del genere con tua madre), immagino capirete il motivo.
Andrei avanti per ore a raccontare esperienze e suggerimenti datimi e puntualmene falliti.
Evito perché non so nemmeno se qualcuno risponderà ancora.
In ogni caso sono disponibile e gradirei moltissimo potermi confrontare con qualcuno (magari già con te?).
Per ora mi fermo, ma resto in attesa di risposte per poter avviare (si spera) una discussione costruttiva con una (o possibilmente più) persone nelle mie stesse condizioni.
Sono stremato, la mia salute ne ha risentito per anni (pur avendo avuto una vita quasi sempre normale, a parte aver sviluppato un'ansia che va e viene in certi periodi molto forte). Ultimamente sento di non farcela più, tanto più che da tempo dobbiamo lavorare a stretto contatto (nonostante non siamo più entrambi giovani, soprattutto lei). Ho davvero paura e mi sembra sempre che possa crollare tutto ulteriormente e di punto in bianco, con conseguenze ancor più disastrose.
Stop, mi fermo.
Se passate (o passi) da queste parti e vi va (ti va) di rispondermi sono qui in attesa.
Buona serata a tutti.

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Messaggio  giusililio1 Ven Ago 02, 2019 11:55 pm

Carissimo, leggo con grande interesse quello che scrivi. Situazione praticamente identica alla mia con la differenza che nel mio caso non si tratta di mia sorella ma di mia madre. Potrei parlare a lungo, ma il tuo quadro ricalca perfettamente il mio. Mi piacerebbe poi sapere come sta andando.

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Messaggio  Fiore di loto Dom Mar 01, 2015 10:54 pm

[quote="Fiore di loto"]da quel poco che ho letto,se proprio dovessi azzardare un'ipotesi di diagnosi punterei sul disturbo istrionico di personalità,specie per questione "minaccio il suicidio",classica modo per attirare l'attenzione,se lo vuoi fare lo fai o ci provi senza annunciarlo al mondo intero..magari contaminato con qualcosa tipo disturbo paranoie ma solo in minima parte..questo non sminuisce la situazione di tua sorella,solo che secondo me si tratta di un altro disturbo..a da alcuni particolare volendo ci sta pure un po' di disturbo narcisistico,specie perché mi sembra molto concentrata sui suoi sentimenti ed esigenze,curandosi poco dei vostri..è molto facile che non si abbia un unico disturbo ma un "mix" di più disturbi..

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Messaggio  Fiore di loto Dom Mar 01, 2015 10:51 pm

da quel poco che ho letto,se proprio dovessi azzardare un'ipotesi di diagnosi punterei sul disturbo istrionico di personalità,specie per questione "minaccio il suicidio",classica modo per attirare l'attenzione,se lo vuoi fare lo fai o ci provi senza annunciarlo al mondo intero..magari contaminato con qualcosa tipo disturbo paranoie ma solo in minima parte..questo non sminuisce la situazione di tua sorella,solo che secondo me si tratta di un altro disturbo..

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Sorella borderline, famiglia sfinita Empty E' BORDER SICURO

Messaggio  disperato Dom Gen 18, 2015 5:59 pm

E' border sicuro
se hai notato chi ha subito negato che sia border sono i border
invece delfino ha subito trovato degli identici comportamenti, che trovo anch'io
bana, senza offendere, ma ha scritto delle banalità da manuale di psichiatria
impossibili da mettere in pratica

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Messaggio  Bana Mar Dic 30, 2014 9:44 pm

Ten91 ha scritto:
A scriverlo sembra tutto sommato facile e fattibile. E se i tre atteggiamenti andassero considerati singolarmente, lo sarebbe! Almeno per noi abituati a vivere con una persona borderline da sempre.
Il problema è che questi 3 punti sono fortemente interconnessi, almeno nel nostro caso. I comportamenti aggressivi scattano sempre in seguito (immediatamente o a scoppio ritardato) ad un rifiuto a compiere qualcosa da lei richiesto. In pratica lei vuole che gli altri le dimostrino il loro affetto facendo dei sacrifici per lei. Quando nessuno lo fa, si accontenta di poco, ma appena qualcuno inizia ad assecondarla la "fame" cresce, e chiede sempre - sempre - cose che comportano per gli altri delle conseguenze negative e la rinuncia a qualcosa di caro.
Quindi in pratica i punti 2 e 3 sono lo stesso: porre dei paletti significa rispondere negativamente alle sue richieste, il che scatena le reazioni.

Secondo me tutta la famiglia dovrebbe avvalersi di un supporto terapeutico. Supporto, non percorso. La famiglia è il contesto sociale mantengono e amplificano, pur non volendo, il problema. Il vostro è un compito estremamente complesso e secondo me avete tutti bisogno di un esterno, come dicevo al punto tre, mi pare, che vi aiuti a fissare i paletti. In questo modo si ridurrebbe un po' anche il rischio che la ragazza veda tutti voi coalizzati contro di lei. In ogni caso il controllo che esercita su di voi va interrotto, il "ricatto" che mette in atto deve avviarsi a trovare una soluzione, altrimenti verrete risucchiati nel suo vortice, perdendo i confini delle vostre identità e prestando il fianco al senso di colpa, all'impotenza e poi alla rabbia. Non è facile, la bacchetta magica non ce l'ha nessuno, i tempi sono lunghi. Capisco che si cerchi di aiutarla in ogni modo per amore e anche per la ricerca, dopo tanto tempo di sofferenze, del quieto vivere, ma come noti anche tu non può essere quella la soluzione. Come comportarsi va stabilito anche in base al tipo di reazioni che ha, alla persona che è, al punto a cui può arrivare pur di avervi sotto controllo. Insomma, la situazione io la vedo così: se state commettendo errori per amore, per frustrazione o altro...beh, è forse il caso che tutta la famiglia si faccia guidare da un esperto, nel suo interesse e nel vostro.


E qui andiamo al punto 1: validare lo stato d'animo. So cosa significa ed è un po' che lo faccio con lei, difatti negli ultimi periodi ero uno dei pochi che riusciva a parlarci più o meno serenamente. Tuttavia ci sono dei casi in cui farlo implica contraddirsi. Se mi chiede di fare qualcosa, mi rifiuto, e allora lei scatta, come faccio a validare il suo stato d'animo?
Posso cercare di veicolare il messaggio "Capisco che tu sia arrabbiata e riconosco a questo tuo sentimento la dignità di esistere, tuttavia non intendo fare quel che mi chiedi di fare", e fin qui ok. Però se ho delle ragioni chiare ed oggettive per non fare la cosa che mi chiede di fare, ad esempio ho cose più importanti e urgenti da fare, è facile.
Il problema è quando fa richieste che sarebbero tecnicamente fattibili, ma che potrebbe benissimo sbrigarsi da sola e impongono di sacrificare il proprio tempo libero. Mia madre è in pensione, ad esempio; lei le affida giornalmente svariate commissioni dicendole "tanto sei in pensione, non hai niente da fare tutto il giorno". In questi casi l'unica e vera ragione per il rifiuto è semplicemente "non ho voglia"! che è una risposta semplice e sacrosanta, ma implica un DISINTERESSE, cosa che lei non è disposta ad accettare.
Come si fa a validare la sua rabbia in questi casi? Dicendole una cosa come "mi dispiace che sei arrabbiata ma non ho voglia di fare quel che mi chiedi" si incappa in una incoerenza grossa come una casa, che non può sfuggirle - "se davvero ti dispiacesse, allora lo faresti!".
Non so se ho spiegato bene il problema... se qualcuno qui avesse delle dritte in merito, comunque, sono tutto orecchi Very Happy

Quando la rabbia esplode, c'è ben poco da validare. Bisogna solo aspettare che si plachi. Per mia esperienza, viene alzato un muro di incomunicabilità, c'è spazio solo per l'insulto. In quel momento tutto quello che le viene detto rischia di alimentare la rabbia ancora di più. ma quella rabbia prima o poi si placherà. Secondo me è importante parlare molto con lei, farla sfogare, che è molto importante, e in quel momento farla sentire compresa. Con la rabbia già esplosa si può fare davvero poco e quel poco è spesso deleterio.


Anche qui, la teoria è facile, la pratica un po' meno. Mettiamo che la lite scoppia in casa a porte chiuse. Siamo solo noi e lei... ok. Già qui ci possono essere delle difficoltà - basta uno dei membri della famiglia che "cede" e risponde, e la catena si spezza. Ma diamo per buono di riuscire a non sbagliare.
Cosa fai quando ti aggredisce in pubblico?
Se sei con gente che conosci e ti accusa di cose che non hai mai fatto?
Come fai a non rispondere e, contemporaneamente, far capire agli astanti che le sue accuse sono infondate? E a nascondere il fatto che soffre di un grave disturbo?
I modi ci sono ma di volta in volta per ideare le risposte adatte servirebbe la velocità di pensiero di un parco server. E non ce l'abbiamo.

Guarda, ti ho scritto alla fine che dovrete avere infinita pazienza: c'è da mettere in conto ulteriori insulti ed umiliazioni per voi, risposte piccate da parte vostra. Siete umani, non robot, non riuscirete a contenere tutto, a risolvere tutto in poco tempo. Lei avrà le sue cadute, voi i vostri cedimenti. Perdonatevi quando succederà, ma sappiate che non sarà facile.

Bana

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Messaggio  Ten91 Mar Dic 30, 2014 4:50 pm

Bana ha scritto:
Mi scuso se ho scritto cose risapute.

Cose risapute sì, ma fa sempre bene sentirsele ripetere.
Il problema è che fino a che non siamo stati da questa psicoterapeuta, i miei familiari hanno sempre tenuto comportamenti altalenanti rispetto a questo problema. Ad onor del vero, però, abbiamo avuto anche tanti, tantissimi altri problemi... anche più gravi, volendo. E quindi spesso non avevamo le forze di reagire sempre con "calma forza". A seconda dell'indole e del momento ognuno di noi ha risposto per le rime oppure subendo passivamente; per essere precisi, quasi sempre subendo passivamente.

- validate i suoi stati d'animo. Validare non significa giustificare sempre e comunque ma comprendere il perché di certi comportamenti. Parlate con lei e chiedete spiegazioni con dolcezza. In molti casi vi sembrerà che alcuni comportamenti siano originati da cause assurde, irrilevanti, addirittura irreali. Per lei ovviamente non è così, quella causa esiste ed è importantissima. Non validare significa farla sentire sbagliata, incompresa, inadeguata ("ah, quindi sono pazza eh?"), il che porta ad un abbassamento ulteriore della sua autostima e ad una esasperazione delle sue reazioni. Validare significa farla sentire compresa. Evitate un atteggiamento giudicante e cercate di calarvi nei suoi panni.
- ponete dei limiti, dei paletti. Alcuni comportamenti non possono essere accettati in nessun caso e lei deve saperlo. Decidete tra di voi e magari con l'aiuto di un esperto come comportarvi nel caso quei limiti vengano superati.
- non sostituitevi a lei nello sbrigare faccende e compiti, non assecondatela in tutto, non siate dei camerieri. Se lo fate, mandate un messaggio implicito di incompetenza ed inadeguatezza, scatenando un conflitto interno dipendenza-indipendenza che esaspererà certe sue reazioni.

A scriverlo sembra tutto sommato facile e fattibile. E se i tre atteggiamenti andassero considerati singolarmente, lo sarebbe! Almeno per noi abituati a vivere con una persona borderline da sempre.
Il problema è che questi 3 punti sono fortemente interconnessi, almeno nel nostro caso. I comportamenti aggressivi scattano sempre in seguito (immediatamente o a scoppio ritardato) ad un rifiuto a compiere qualcosa da lei richiesto. In pratica lei vuole che gli altri le dimostrino il loro affetto facendo dei sacrifici per lei. Quando nessuno lo fa, si accontenta di poco, ma appena qualcuno inizia ad assecondarla la "fame" cresce, e chiede sempre - sempre - cose che comportano per gli altri delle conseguenze negative e la rinuncia a qualcosa di caro.
Quindi in pratica i punti 2 e 3 sono lo stesso: porre dei paletti significa rispondere negativamente alle sue richieste, il che scatena le reazioni.
E qui andiamo al punto 1: validare lo stato d'animo. So cosa significa ed è un po' che lo faccio con lei, difatti negli ultimi periodi ero uno dei pochi che riusciva a parlarci più o meno serenamente. Tuttavia ci sono dei casi in cui farlo implica contraddirsi. Se mi chiede di fare qualcosa, mi rifiuto, e allora lei scatta, come faccio a validare il suo stato d'animo?
Posso cercare di veicolare il messaggio "Capisco che tu sia arrabbiata e riconosco a questo tuo sentimento la dignità di esistere, tuttavia non intendo fare quel che mi chiedi di fare", e fin qui ok. Però se ho delle ragioni chiare ed oggettive per non fare la cosa che mi chiede di fare, ad esempio ho cose più importanti e urgenti da fare, è facile.
Il problema è quando fa richieste che sarebbero tecnicamente fattibili, ma che potrebbe benissimo sbrigarsi da sola e impongono di sacrificare il proprio tempo libero. Mia madre è in pensione, ad esempio; lei le affida giornalmente svariate commissioni dicendole "tanto sei in pensione, non hai niente da fare tutto il giorno". In questi casi l'unica e vera ragione per il rifiuto è semplicemente "non ho voglia"! che è una risposta semplice e sacrosanta, ma implica un DISINTERESSE, cosa che lei non è disposta ad accettare.
Come si fa a validare la sua rabbia in questi casi? Dicendole una cosa come "mi dispiace che sei arrabbiata ma non ho voglia di fare quel che mi chiedi" si incappa in una incoerenza grossa come una casa, che non può sfuggirle - "se davvero ti dispiacesse, allora lo faresti!".
Non so se ho spiegato bene il problema... se qualcuno qui avesse delle dritte in merito, comunque, sono tutto orecchi Very Happy

- Calma e gesso durante le liti. Le sue reazioni potrebbero essere molto violente, soprattutto da un punto di vista verbale. Lei probabilmente attaccherà i vostri punti deboli, come se quella fosse la lite definitiva, come se non ci fosse un domani. Ricordatevi che probabilmente non riesce a regolare la rabbia, che può persino essere una richiesta disfunzionale di attenzioni. Non cadete nel tranello di rispondere a tono, prolungando la lite all'infinito: odio, cattiveria, frustrazione non servono a niente se non a rovinare la vita di tutti voi. Insomma, imparate la difficilissima arte di far entrare l'insulto da un orecchio e farlo uscire dall'altro.

Anche qui, la teoria è facile, la pratica un po' meno. Mettiamo che la lite scoppia in casa a porte chiuse. Siamo solo noi e lei... ok. Già qui ci possono essere delle difficoltà - basta uno dei membri della famiglia che "cede" e risponde, e la catena si spezza. Ma diamo per buono di riuscire a non sbagliare.
Cosa fai quando ti aggredisce in pubblico?
Se sei con gente che conosci e ti accusa di cose che non hai mai fatto?
Come fai a non rispondere e, contemporaneamente, far capire agli astanti che le sue accuse sono infondate? E a nascondere il fatto che soffre di un grave disturbo?
I modi ci sono ma di volta in volta per ideare le risposte adatte servirebbe la velocità di pensiero di un parco server. E non ce l'abbiamo.

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Messaggio  Bana Mar Dic 30, 2014 3:58 pm

Ten91 ha scritto:
dibrim ha scritto:segue una terapia farmacologica regolarmente?

Ne ha seguite diverse negli anni passati, ma tutte infruttuose ed abbandonate dopo un po', anche per via di diagnosi sbagliate secondo me.
Il punto è che lei è talmente inviperita con il mondo intero che non accetta assolutamente che qualcuno gli dica che ha un problema che va risolto; subito risponde "ah quindi sono pazza eh? Ecco un'altra scusa per darmi addosso, per dire che è colpa mia" e cose così. Convincerla con un approccio diretto è totalmente impossibile. Per fortuna a volte, anche appunto recentemente, ha fatto lei il primo passo, occasione spesso sprecata ma che alla prossima bisognerà sfruttare a dovere consigliandole una figura specifica - di cui, per fortuna, la psicoterapeuta da cui siamo andati come famiglia ci ha fornito i contatti.

Il problema attuale è proprio smaltire la recente crisi, sperando che alcuni svaghi di questi giorni la possano (anche solo un pochino) ristabilire...

I miei consigli per la vostra famiglia:

- validate i suoi stati d'animo. Validare non significa giustificare sempre e comunque ma comprendere il perché di certi comportamenti. Parlate con lei e chiedete spiegazioni con dolcezza. In molti casi vi sembrerà che alcuni comportamenti siano originati da cause assurde, irrilevanti, addirittura irreali. Per lei ovviamente non è così, quella causa esiste ed è importantissima. Non validare significa farla sentire sbagliata, incompresa, inadeguata ("ah, quindi sono pazza eh?"), il che porta ad un abbassamento ulteriore della sua autostima e ad una esasperazione delle sue reazioni. Validare significa farla sentire compresa. Evitate un atteggiamento giudicante e cercate di calarvi nei suoi panni.
- ponete dei limiti, dei paletti. Alcuni comportamenti non possono essere accettati in nessun caso e lei deve saperlo. Decidete tra di voi e magari con l'aiuto di un esperto come comportarvi nel caso quei limiti vengano superati.
- non sostituitevi a lei nello sbrigare faccende e compiti, non assecondatela in tutto, non siate dei camerieri. Se lo fate, mandate un messaggio implicito di incompetenza ed inadeguatezza, scatenando un conflitto interno dipendenza-indipendenza che esaspererà certe sue reazioni.
- Calma e gesso durante le liti. Le sue reazioni potrebbero essere molto violente, soprattutto da un punto di vista verbale. Lei probabilmente attaccherà i vostri punti deboli, come se quella fosse la lite definitiva, come se non ci fosse un domani. Ricordatevi che probabilmente non riesce a regolare la rabbia, che può persino essere una richiesta disfunzionale di attenzioni. Non cadete nel tranello di rispondere a tono, prolungando la lite all'infinito: odio, cattiveria, frustrazione non servono a niente se non a rovinare la vita di tutti voi. Insomma, imparate la difficilissima arte di far entrare l'insulto da un orecchio e farlo uscire dall'altro.
- non chiedete cose che lei non può fare, tipo provare da sola ad evitare certi comportamenti. Se è depressa, non spronatela, non dite cose tipo "che bel sole che c'è fuori, dai la vita è bella". In quel momento per lei la vita non è bella e se provasse a fare cose che non può fare Andrebbe incontro ad un fallimento che abbasserebbe l'autostima, confermandole la profezia di essere sbagliata. I cambiamenti devono essere guidati da un esperto.
- cercate di non farvi manipolare, non cedete ai sensi di colpa, non fatevi mettere gli uni contro gli altri. Cercate di capire quello a cui andate incontro, nel tentativo di prevenirlo o almeno di non cascarci con tutte le scarpe.
- la terapia: se ha il dbp, probabilmente tenderà al drop out, ad abbandonare la terapia. Con il terapeuta viene instaurato lo stesso tipo di rapporto che c'è con voi, quindi è necessario trovare una figura esperta, che sappia gestire transfert e controtransfert, che sia disponibile a diventare anche contenitore di negatività. Ma non è facile, anche perché spesso si va in terapia per il motivo sbagliato: per non perdere un amore, per non deludere un parente e non perché si vuole migliorare la propria vita. Stesso discorso per le medicine: spesso non viene lasciato alle medicine il tempo per funzionare, si comincia con le autoprescrizioni, gli autodosaggi, gli autoscalaggi, con gli eccessi. In ogni caso ci vorrà tempo, volontà. E fortuna che non guasta mai.
- banalmente...abbiate tanta pazienza e, se possibile, non mancate di farle provare il vostro amore.

Mi scuso se ho scritto cose risapute.

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Messaggio  Cely Mar Dic 30, 2014 3:19 pm

Mi permetto di dirti che secondo me se una persona vuole suicidarsi, non lo dice e non lo fa con gente in casa. Io scriverei una lettera e lo farei quando sono da sola, se ho voglia di morire. Sennò è tutta scena per avere qualcosa da qualcuno facendo la vittima. Se è così, beh, grazie, anche io mi incazzerei a veder entrare in casa, quelli del 118.
Come dice dibrim le teorie sui farmaci sono discordanti, un dottore che ho conosciuto mi ha spiegato che sono inutili per i disturbi della personalità e che l'unica cosa che funziona è la psicoterapia.
Però ti dico che io ho preso degli antidepressivi e han funzionato. Il fatto è che però, io al di là della mia personalità sono davvero depressa, senza gli antidepressivi passavo le giornate sul letto con qualche crisi respiratoria. Poi ho ricominciato ad uscire e studiare.
Se su di lei non funzionano è inutile tirare la corda, vuol dire che il farmaco è sbagliato o che non ne ha bisogno.

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Messaggio  Ten91 Mar Dic 30, 2014 10:22 am

dibrim ha scritto:segue una terapia farmacologica regolarmente?

Ne ha seguite diverse negli anni passati, ma tutte infruttuose ed abbandonate dopo un po', anche per via di diagnosi sbagliate secondo me.
Il punto è che lei è talmente inviperita con il mondo intero che non accetta assolutamente che qualcuno gli dica che ha un problema che va risolto; subito risponde "ah quindi sono pazza eh? Ecco un'altra scusa per darmi addosso, per dire che è colpa mia" e cose così. Convincerla con un approccio diretto è totalmente impossibile. Per fortuna a volte, anche appunto recentemente, ha fatto lei il primo passo, occasione spesso sprecata ma che alla prossima bisognerà sfruttare a dovere consigliandole una figura specifica - di cui, per fortuna, la psicoterapeuta da cui siamo andati come famiglia ci ha fornito i contatti.

Il problema attuale è proprio smaltire la recente crisi, sperando che alcuni svaghi di questi giorni la possano (anche solo un pochino) ristabilire...

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Messaggio  dibrim Mar Dic 30, 2014 8:29 am

segue una terapia farmacologica regolarmente?
ci sono pareri contrastanti su questo e altri forum al riguardo.chi è x il SI e chi è per il NO ma secondo me se uno è su di giri tanto da minacciare l' "autodistruzione" potrebbe essere il primo passo per avvicinarsi tutti ad un tavolino e chiedersi: "Che vogliamo fare?"
Le acuzie vanno trattate prima di imbastire un qlsasi intervento psicoterapico
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Messaggio  Ten91 Lun Dic 29, 2014 9:29 pm

Cely ha scritto:Beh tutte queste cose non le avevi scritte.

Probabilmente hai ragione, a me appaiono 'evidenti' dal resto che ho scritto, ma come ben sappiamo tutti sono situazioni difficili da spiegare non solo per chi le vive in prima persona ma anche per chi gli sta vicino. Neutral

Comunque per fortuna negli ultimi tempi si era detta disponibile ad affrontare una terapia cognitivo-comportamentale. Il problema è la sfuriata di ieri. Ha minacciato il suicidio, io sono andato nel panico e ho chiamato il 118; quando si è vista piombare in casa sua degli estranei è andata su tutte le furie e ora ce l'ha a morte con me (e con mia madre, ma per altre ragioni). Quindi per ora non se ne parla di cercare di convincerla, ma speriamo bene per il futuro...

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Messaggio  Delfino81 Lun Dic 29, 2014 9:04 pm

la fotocopia di quella che è stata la mia ex.... per me è Border eccome, ma con la maiuscola proprio... purtroppo soluzioni non ce ne sono, l'unica cosa, se non volesse accettare una cura, di fare un esposto alla asl di competenza della vostra zona, dicendo ch è un soggetto auto o etero aggressivo e vedere se esiste la possibilità di un ricovero coatto.....forse non guarirà, ma almeno per un po' di tempo respirate voi!

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Messaggio  Cely Lun Dic 29, 2014 5:08 pm

Beh tutte queste cose non le avevi scritte.
In ogni caso non ho le conoscenze per dire la mia su un eventuale problema o meno, ne tanto meno so dirti come arginare il problema.
Potresti cercare su internet qualche centro specializzato in queste diagnosi nella tua zona, ammesso che lei voglia andarci, e anche in questo caso non è detto che il problema venga risolto.

Cely

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Messaggio  Ten91 Lun Dic 29, 2014 4:23 pm

Cely ha scritto:
Il mio consiglio è quello di non allarmarti,  potrebbe solo essere ancora giovane e disadattata,  prova a capire più cose su di lei, magari.  Se la diagnosi che le han fatto non ti sembra giusta, prova a consigliarle di andare fuori in qualche centro specializzato proprio nella cura dei disturbi di personalità.
Spero di averti in qualche modo aiutato.  Auguri Smile

Non so perché tutte le volte che espongo la questione per iscritto a qualcuno suscito sempre la stessa reazione; tutti pensano che non sia nulla di che. Non capisco proprio.
Non è giovane e disadattata: ha più di trent'anni. Non ha solo alcuni sporadici episodi di rabbia; è capace di picchiare, minacciare il suicidio, accusare persone di aver imbastito piano machiavellici al solo scopo di farla stare male, in seguito a cose di poco conto, ad esempio il fatto di non essere voluti andare in gita in un posto dove lei voleva andare (n.b. il 90% delle volte viene accontentata, ma a volte non è possibile o semplicemente siamo sfiniti).
Non ha semplicemente una visione colorita del passato: Sconvolge completamente il passato cambiando nella sua mente le situazioni in maniera radicale. Ricordo benissimo di una volta che si era arrabbiata con me in maniera evidente ma senza motivo (ho scoperto in seguito che era semplicemente perché ero andato in bagno e, alla sua richiesta di "cederle il posto", ho rifiutato visto che mi ero seduto da pochi secondi); cercando di comunicare con lei le ho preso delicatamente la mano; si è messa ad urlare "AIUTO! MI PICCHIA!".
E ogni volta la solita tiritera: mi avete trattato malissimo fin da piccola, mi avete sempre tarpato le ali, non mi è mai stato dato il diritto di esprimermi, avete sempre cercato di sminuirmi, mi avete usato come capro espiatorio per le vostre cattiverie.
Questo non è caratterino, è un disordine, non ci sono cazzi.

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Messaggio  Cely Lun Dic 29, 2014 4:02 pm

Dalla tua descrizione non vedo chissà che di patologico. Può solo essersi sentita maltrattata e avere avuto esperienze negative fino ad ora.
Io devo dire che sono stata fortunata, non tutti gli strizzacervelli capiscono i disturbi di personalità. Mia zia è capitata da un deficiente che le prendeva 150€ a visita per riempirla di antipsicotici (anche a mia zia è stata riconosciuta una depressione, ma secondo me non è per niente vero!) Così sono andata da un dottore specializzato in disturbi dell'alimentazione (in famiglia si erano accorti che ero strana ma non certo pazza, ne tanto meno con manie suicide, avevo perso molto peso e in quel periodo il corpo era la mia principale preoccupazione) fortunatamente mi è stata fatta subito una didiagnosi di dbp, evitandomi tutta quella merda che ha passato mia zia.
Il mio consiglio è quello di non allarmarti, potrebbe solo essere ancora giovane e disadattata, prova a capire più cose su di lei, magari. Se la diagnosi che le han fatto non ti sembra giusta, prova a consigliarle di andare fuori in qualche centro specializzato proprio nella cura dei disturbi di personalità.
Spero di averti in qualche modo aiutato. Auguri Smile

Cely

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Messaggio  Ten91 Lun Dic 29, 2014 3:09 pm

dibrim ha scritto:
Non volendo entrare troppo nel tuo caso specifico,da come racconti nn saprei proprio dirti se tua sorella soffre di un qlsiasi disturbo,potrebbe solo essere una ragazza dal caratterino o potrebbe davvero soffrire x questa sua visione di vivere in un mondo ostile.cmq l'idea di farsi curare,anche se fosse credo debba partire da lei xchè se lei è la prima a non crederci che è possibile vivere più serenamente nessun medico al mondo glielo metterà in testa.
Auguri (..in tutti i sensi;)
dib

Vedi, l'abbiamo pensato tutto sommato anche noi per tanti anni. Ma qui si parla di altro. Tanto per fare alcuni esempi: ricordi deformati (uno schiaffo dato in adolescenza che diventa un ribaltamento e calci nel viso da pronto soccorso), crisi di rabbia\pianto\varie in seguito ad episodi di marginale importanza (una persona che dà buca ad un appuntamento ad esempio), costanti accuse a terzi di essere maligni, di complottare ai suoi danni; e poi appunto la costante attenzione estrema ad ogni singola parola di ogni singola frase, cercando ogni incongruenza anche minima, per poi usarla come appiglio per accuse di essere persone disoneste etc. anche se non hai fatto nulla di male; e più di ogni altra cosa, il fatto che se non si mobilitano tutti (e con entusiasmo! se ti mostri poco entusiasta se ne accorge e sono guai) per seguire i suoi piani, scoppiano crisi di tutti i tipi, dalla rabbia alla depressione.

Ad ogni modo siamo stati di recente (solo noi familiari) a consultare una psicoterapeuta che ha formulato l'ipotesi di borderline anche senza il nostro input in questo senso.

Per fortuna la sua sfiducia nelle figure psicologiche è dovuta ai ripetuti insuccessi ed è quindi reversibile. Non è un modo di vedere le cose "perché sì". Ora ci stiamo industriando in questo senso.

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Messaggio  dibrim Lun Dic 29, 2014 12:39 pm

Ciao carissimo.
secondo me "Borderline" nel tuo caso può voler dir tutto e può nn voler dir un bel niente...mi spiego...
il disturbo Borderline di personalità è il più diffuso disturbo di personalità tra tutti quelli conosciuti e si tende spesse volte a generalizzare e a metterlo un pò dappertutto come il prezzemolo.
Non volendo entrare troppo nel tuo caso specifico,da come racconti nn saprei proprio dirti se tua sorella soffre di un qlsiasi disturbo,potrebbe solo essere una ragazza dal caratterino o potrebbe davvero soffrire x questa sua visione di vivere in un mondo ostile.cmq l'idea di farsi curare,anche se fosse credo debba partire da lei xchè se lei è la prima a non crederci che è possibile vivere più serenamente nessun medico al mondo glielo metterà in testa.
Auguri (..in tutti i sensi;)
dib
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Messaggio  Ten91 Lun Dic 29, 2014 1:54 am

Ciao a tutti. Ho trovato questo forum per caso, cercando dritte su google (...per quel che vale...) su come rapportarsi con parenti borderline. E di guide ce ne sono a bizzeffe in effetti, ma sono tutte molto generiche e danno per scontate alcune cose molto importanti. Quindi, un po' per sentire cosa ne pensate, un po' anche solo per sfogarmi, racconto la mia (nostra) situazione.

In famiglia siamo 3 figli, io sono il minore ed ho una sorella ed un fratello maggiori. Lei è borderline. O meglio, questo è ciò di cui mi sono convinto.
Da fratello la conosco bene e rientra quasi alla perfezione nella definizione classica di soggetto borderline.
Problemone... lei è del tutto convinta di non avere problemi, oppure, più precisamente, che i problemi li ha ma che sono stati causati dai costanti maltrattamenti, abusi e quant'altro subiti in famiglia.
Ora, parlando sinceramente, io da fratello minore ovviamente non posso sapere cosa è avvenuto prima della mia nascita. Due cose però le so: che i miei genitori sono entrambi persone buone come il pane, o meglio, mia madre lo è e mio padre lo era. E secondo, che mia sorella si è sempre comportata "così" da che io mi ricordi.
Così come?
Di cose da dire ce ne sarebbero fin troppe. Riassumendo, se le persone che le stanno vicino non fanno tutto quello che vuole, anche quando è estremamente gravoso o anche tecnicamente impossibile, scoppia in crisi assurde dove appunto volano accuse di averla da sempre bistrattata, usata come capro espiatorio, come cesso in cui scaricare tutto il marciume della famiglia (che io sinceramente non ho mai visto), eccetera. Il bersaglio preciso delle accuse può essere, a seconda del periodo, un singolo membro o l'intero nucleo familiare. Quando con noi è "in buona", racconta invece spesso delle disgrazie che le capitano nelle amicizie, relazioni e rapporti sentimentali, sempre e inevitabilmente con stronzi incredibili che la sfruttano e la lasciano con scuse, amici che sorridono davanti e pugnalano alle spalle, e così via... che ovviamente fanno sospettare fortemente della verosimiglianza di tali racconti.
Negli anni la situazione è cambiata varie volte, ci sono stati vari periodi più o meno gravi ma la costante è la stessa. Altra caratteristica la fortissima diffidenza e sospettosità: sia nei confronti degli estranei, comprensibile ma a volte eccessiva (e soprattutto poi non supportata dalle azioni vere e proprie che sono a volte di estrema apertura), che nei confronti di noi persone vicine, che vediamo analizzare al microscopio ogni nostra minima espressione verbale o non, da cui viene estrapolata ogni minima incongruenza e\o ambiguità con conseguente accusa (più o meno esplicita) di raccontar balle, o di stare facendo gli stronzi, o altro sulla falsariga.
Costantemente ci sentiamo dire che la feriamo, che non le portiamo rispetto, che non facciamo altro che prenderla moralmente a cazzotti fin da quando è nata, che lei è il pungiball di tutti e che è stufa di questo.
Ovviamente questo non succede assolutamente, anzi - oramai da anni e anni l'intera famiglia, seppure ora divisa geograficamente, si industria per farla contenta quando possibile, mettendo spesso e volentieri in secondo piano gli interessi dei vari singoli.

Io in questa situazione ci sono cresciuto, cosa che ragionandoci mi ha anche causato vari problemi di socialità, ma che sono fortunatamente riuscito a superare. Ma il punto è che noi come famiglia siamo sfiniti. La situazione di salute di mio padre, grave da qualche anno, ha provato tutti (soprattutto mia madre) per via dei vari stravolgimenti alla quotidianità che ha portato; e ora che lui non c'è più e cerchiamo tutti di tirare avanti, non abbiamo le forze di reggere ANCHE lei con tutta la sua aggressività latente che scatta come una tanica di benzina alla minima scintilla.

Lei negli anni ha frequentato un numero considerevole di specialisti ma nessuno è mai riuscito a centrare il problema, ed è tuttora senza diagnosi - difatti le mie, devo ammetterlo, sono solo ipotesi. Però sono anni che gira per gli studi ed ogni volta arriva con una delle due diagnosi: disturbo bipolare, o depressione. Puntualmente trattate senza successo. Questo non fa altro che convincermi ancora di più che lei in realtà sia borderline. Il problema è che con tutte queste delusioni mediche ha perso ogni fiducia negli "strizzacervelli" di ogni genere, al punto di considerarli in blocco come ciarlatani. E noi non sappiamo come fare a convincerla ad intraprendere una nuova terapia; proprio in queste ore c'è stata l'ennesima sfuriata, in cui i "carnefici" siamo stavolta io e mia madre, quindi non c'è modo di essere ascoltati.

Un'ultima cosa. Leggendo le varie discussioni su questo forum, ho visto spesso i partner dei borderline che scaricano le colpe sulla famiglia. Per carità; è possibile. Ma non è sempre così. Se il borderline racconta di essere stato abbandonato dalla famiglia, potrebbe benissimo averli semplicemente sfiniti tutti al punto da costringerli a scegliere fra la propria vita e la sua.

Ten91

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