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Come comportarsi con amica/fidanzata borderline

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Messaggio  NickB Lun Apr 01, 2013 3:38 pm

Dr. Alessandro Pace ha scritto:Caro Andrea,
la risposta è drammaticamente semplice: affettuosa fermezza.
Non è di durezza che la sua amica ha bisogno, né di autoritarismo, punizioni, rigidezza, né ovviamente di mollezza, passività, condiscendenza o compatimento.
Lei deve capire quali sono i limiti che non vuole valicare, o che siano valicati, e adeguare il suo comportamento a questi principi, in modo affettivo.
Spesso, inoltre, si sottovaluta il valore che può avere un percorso di supporto psicologico per chi ha un parente, amico, compagno affetto da questo disturbo.
Cordiali saluti,
Dr. Alessandro Pace

Io non sono riuscito a praticare l'affettuosa fermezza, sul finire della relazione quando ormai avevo capito la situazione e il suo disturbo mi sono limitato a fare da spettatore, forse perchè oramai avevo dato tutto me stesso e non avevo più niente dentro, il che potrebbe aver riflesso una mia immagine zerbinata (la assecondavo in tutto).
All'inizio della relazione invece, visto che è stata la prima cosa di cui mi ero accorto, le avevo fatto presente che le sue richieste erano esagerate e che io non ero il suo cavalier servente ma questo aspetto lei lo ha sempre minimizzato, anche in periodi successivi in cui erano palesi gli enormi sforzi fatti dal sottoscritto per aiutarla a gestire la sua vita e gli impegni che la realtà ti costringe ad affrontare. Ho cercato di farle capire che aveva bisogno di aiuto, anche con la complicità della sua migliore amica, ma non c'è stato nulla da fare, quando ci siamo lasciati il pazzo ero io!
In un altro post il dott.Pace sottolinea che la responsabilità è nelle loro mani, se non si rendono conto di aver bisogno di essere curati (anche quando gli viene amorevolemente suggerito) c'è poco da fare, già sarebbe difficile se decidessero di farlo, è un gioco al massacro quello del partner però !

Alla fine, oltre alla 'solita' delusione d'amore, rimane la tristezza per aver ricevuto tanto male (le famose svalutazioni) e la sensazione di impotenza di fronte ad una malattia che non ha permesso la realizzazione di un grande amore.


NickB

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Messaggio  Volu78 Mer Set 05, 2012 2:17 pm

Andrea86 ha scritto:C'è anche un altro fatto... lei dopo che riceve per tanto tempo l'affetto di una persona, non è più in grado di recepirlo. Mi spiego... tutte le sue relazioni amorose e quasi tutte le sue relazioni di amicizia sono andate allo stesso modo: dapprima idealizza la persona, e si comporta in maniera estremamente generosa, affettuosa, e anche seducente se è interessata dal punto di vista amoroso. E per mesi lei lotta in tutti i modi per ottenere l'affetto di quella persona, anche a costo di non dire mai di no, o di mortificarsi.

Solo che quando questo affetto sa di averlo pienamente ottenuto... perde di valore. Piano piano diventa insofferente verso il partner o l'amico, o lo trascura o si mostra molto poco interessata, mentre magari è più interessata, affettuosa o seducente con persone nuove che incontra.

Quando questo meccanismo si è innescato anche con me, negli ultimi mesi della nostra relazione amorosa, non importava quanto fossi affettuoso con lei: semplicemente questo affetto non lo recepiva o non le interessava. La mia opinione non era neanche più uno stimolo a fare qualcosa di buono per sè.

E invece tutte le (poche) volte che ci siamo ritrovati a discutere su questioni gravi, in cui io mi sono mostrato deluso o rabbioso per un suo comportamento, era come se temporaneamente ritrovasse tutto il suo fuoco e il suo desiderio e interesse nei miei confronti.

Probabilmente questo ritrovato interesse era dovuto alla sua paura dell'abbandono, però in un certo senso le nostre discussioni o i nostri litigi hanno avuto anche risvolti costruttivi. Per esempio una volta sono riuscito a indurla a smettere di frequentare un ragazzo che soffriva di schizofrenia e che la faceva star male. Un'altra volta sono riuscito a convincerla a parlare col suo psicologo dell'eventualità di affrontare la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Un'altra volta ancora l'ho spinta a smetterla di comportarsi in maniera seducente con uno dei suoi ex ragazzi.

Ma con affettuosa fermezza non ho quasi mai ottenuto nulla... sono sempre stati i miei sguardi sofferenti, le mie lacrime, le mie parole dure, a spingerla a fare delle cose buone per noi e per sè stessa. Quando le parlo in maniera pacata e tranquilla mi sovrasta inevitabilmente... trova argomenti e scuse convincenti, fa la vittima, o se ne esce dicendo "non intendo rinunciare a questa cosa" (riferendosi per esempio al suo abuso di sigarette e caffè) oppure "non ci riesco" e poi dopo 2 minuti che è finita la discussione nemmeno ci pensa più.

Mi ritrovo in tutto quello che scrivi con la situazione con mia moglie, anche io sono riuscito a farle fare la cosa giusta, ma questa volta e' diverso, lei ha elaborato il pensiero che non doveva accontentarmi, che si sentiva urlare dentro dopo che faceva qualcosa che le avevo consigliato...

Volu78

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Messaggio  Andrea86 Ven Set 10, 2010 11:01 am

Ha ragione, e in fondo ogni persona è diversa, non posso venir qui a chiedere consigli "generali" solo perchè la mia amica è borderline. Ci vuole il giusto approfondimento per dare un'adeguata risposta.

Tempo fa le ho proposto di provare la psicoterapia con uno psicoterapeuta che si sia specializzato in terapia dialettico-comportamentale. Sembrava convinta, ma il suo psicologo le ha detto che la terapia cognitivo-comportamentale che stanno facendo va già bene. Eppure sono convinto che si possa fare molto meglio. Spero di riuscire a convincerla quanto prima!

Andrea86

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Messaggio  Dr. Alessandro Pace Ven Set 10, 2010 10:46 am

Effettivamente le situazioni da lei descritte sono complesse e degne di grande attenzione, attenzione che purtropo risulta difficile offrire in questo contesto. Spero che la grande carica di rabbia e di affetto che la animano si traducano in una richiesta di supporto maggiormente strutturata,
Un caro saluto
A.P.
Dr. Alessandro Pace
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Messaggio  Andrea86 Mer Ago 18, 2010 10:23 pm

C'è anche un altro fatto... lei dopo che riceve per tanto tempo l'affetto di una persona, non è più in grado di recepirlo. Mi spiego... tutte le sue relazioni amorose e quasi tutte le sue relazioni di amicizia sono andate allo stesso modo: dapprima idealizza la persona, e si comporta in maniera estremamente generosa, affettuosa, e anche seducente se è interessata dal punto di vista amoroso. E per mesi lei lotta in tutti i modi per ottenere l'affetto di quella persona, anche a costo di non dire mai di no, o di mortificarsi.

Solo che quando questo affetto sa di averlo pienamente ottenuto... perde di valore. Piano piano diventa insofferente verso il partner o l'amico, o lo trascura o si mostra molto poco interessata, mentre magari è più interessata, affettuosa o seducente con persone nuove che incontra.

Quando questo meccanismo si è innescato anche con me, negli ultimi mesi della nostra relazione amorosa, non importava quanto fossi affettuoso con lei: semplicemente questo affetto non lo recepiva o non le interessava. La mia opinione non era neanche più uno stimolo a fare qualcosa di buono per sè.

E invece tutte le (poche) volte che ci siamo ritrovati a discutere su questioni gravi, in cui io mi sono mostrato deluso o rabbioso per un suo comportamento, era come se temporaneamente ritrovasse tutto il suo fuoco e il suo desiderio e interesse nei miei confronti.

Probabilmente questo ritrovato interesse era dovuto alla sua paura dell'abbandono, però in un certo senso le nostre discussioni o i nostri litigi hanno avuto anche risvolti costruttivi. Per esempio una volta sono riuscito a indurla a smettere di frequentare un ragazzo che soffriva di schizofrenia e che la faceva star male. Un'altra volta sono riuscito a convincerla a parlare col suo psicologo dell'eventualità di affrontare la psicoterapia cognitivo-comportamentale. Un'altra volta ancora l'ho spinta a smetterla di comportarsi in maniera seducente con uno dei suoi ex ragazzi.

Ma con affettuosa fermezza non ho quasi mai ottenuto nulla... sono sempre stati i miei sguardi sofferenti, le mie lacrime, le mie parole dure, a spingerla a fare delle cose buone per noi e per sè stessa. Quando le parlo in maniera pacata e tranquilla mi sovrasta inevitabilmente... trova argomenti e scuse convincenti, fa la vittima, o se ne esce dicendo "non intendo rinunciare a questa cosa" (riferendosi per esempio al suo abuso di sigarette e caffè) oppure "non ci riesco" e poi dopo 2 minuti che è finita la discussione nemmeno ci pensa più.

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Messaggio  Andrea86 Mer Ago 18, 2010 9:42 pm

Quindi per esempio, in una situazione in cui con una persona "normale" mi ritroverei adirato e ad alzare la voce e fare una scenata andandomene e sbattendo la porta, con una persona borderline invece dovrei cercare in tutti i modi di mantenere la calma senza però perdere la fermezza delle mie opinioni?

Ad ogni modo è probabile che prossimamente anch'io mi rivolga ad uno psicologo. Indipendentemente dal mio contatto con questa ragazza, è una cosa che mi ha sempre affascinato poter scavare a fondo nella mia psiche.

Andrea86

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Messaggio  Dr. Alessandro Pace Mer Ago 18, 2010 2:04 pm

Caro Andrea,
la risposta è drammaticamente semplice: affettuosa fermezza.
Non è di durezza che la sua amica ha bisogno, né di autoritarismo, punizioni, rigidezza, né ovviamente di mollezza, passività, condiscendenza o compatimento.
Lei deve capire quali sono i limiti che non vuole valicare, o che siano valicati, e adeguare il suo comportamento a questi principi, in modo affettivo.
Spesso, inoltre, si sottovaluta il valore che può avere un percorso di supporto psicologico per chi ha un parente, amico, compagno affetto da questo disturbo.
Cordiali saluti,
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Messaggio  Andrea86 Mar Ago 17, 2010 5:40 pm

Salve a tutti, mi chiamo Andrea, ho 23 anni e la mia migliore amica è affetta da disturbo borderline. Lei ha 27 anni, e nel tempo ha avuto un discreto miglioramento della sua condizione.

Fino all'età di 24 anni il suo disturbo si è manifestato in tutta la sua pienezza: aghi, lamette, tentativi di suicidio. Poi è cominciato un lento miglioramento, a seguito di terapia psicologica e farmacologica. Ha smesso di farsi del male "direttamente", ma lo faceva indirettamente, tramite gravissimo abuso di alcol e ogni tanto qualche sostanza stupefacente (ma non è mai diventata dipendente da droghe, le ha solo provate ogni tanto per curiosità), diciamo fino ai 26 anni. Inoltre per un periodo ha anche avuto gravi episodi di promiscuità sessuale. Aveva avuto un paio di ragazzi interessanti fra i 24 e i 25 anni, ma poi ha cominciato a sentirsi terribilmente sola e pur di avere qualcuno accanto era disposta a concedersi anche ad uno sconosciuto.

Poi da poco più di un anno ha cambiato psicologo, e sembra che le cose vadano meglio. Ha preso coscienza delle sue caratteristiche "borderline" e sta facendo di tutto per evitare di comportarsi in determinati modi. Non va più a letto con gli sconosciuti, evita gli alcolici e prende regolarmente i suoi farmaci.

Tuttavia c'è ancora molto lavoro da fare... soffre di una notevolte instabilità geografica, vorrebbe partire ogni mese in vacanza a visitare qualche posto, cambia in continuazione idea sui suoi orientamenti di studio o di lavoro, non riesce a mantenere una relazione per più di qualche mese, ha dei periodi di depressione, e così via.

Io la conosco da quasi 5 anni ormai, è la mia migliore amica e abbiamo anche avuto una relazione amorosa di qualche mese. Adesso siamo tornati ad essere semplici amici, e ne siamo usciti entrambi bene, anche se forse ho rischiato gravemente di ritrovarmi in una condizione di codipendenza.

Anche se non è più la mia ragazza, è una persona a cui voglio un mondo di bene e perciò sono qui per chiedere consiglio su quale possa essere il miglior modo di comportarmi con lei. Mi rivolgo soprattutto al Dr Pace, persona che stimo davvero per aver aperto il sito e il forum e per l'aiuto che dà alle persone affette da questo disturbo.

So benissimo che io non posso fare quasi nulla per migliorare la condizione della mia amica. Non ho la presunzione di salvarla, e anzi so benissimo che dal border difficilmente se ne esce. Però vorrei tanto dei consigli per avere su di lei il miglior impatto possibile. Innanzitutto cercherò nei prossimi mesi di convincerla a cominciare la terapia cognitivo-comportamentale con uno specialista.

Sostanzialmente il punto è questo: io la conosco da anni e sapevo che aveva dei problemi, visto che aveva anche tentato il suicidio, ma non sapevo che fosse affetta da disturbo borderline, nè cosa fosse questo disturbo. L'ho saputo qualche mese prima che diventasse la mia ragazza. Ma anche dopo aver saputo del disturbo, non ero ancora in grado di capirla perfettamente, mi ci sono voluti mesi di stare insieme prima di comprenderla a fondo (e anche qualche ricerca su internet sul disturbo).

Inizialmente nella nostra relazione, quando avevo l'impressione che facesse qualcosa di sbagliato o che si comportasse male, mi comportavo male anch'io di conseguenza o ero duro con lei. Poi quando ho imparato a conoscerla meglio, a capire i suoi pensieri, i suoi stati d'animo, il suo disturbo, sono diventato progressivamente più morbido, accondiscendente e servizievole. Mi sono sempre sforzato di capirla e di non arrabbiarmi, neanche quando mi mancava di rispetto.

Adesso però mi rendo conto che non sia stata una cosa del tutto positiva. Lei stessa una volta mi ha detto che avrebbe tanto voluto che i suoi ragazzi non si trasformassero in "marionette" nelle sue mani, che la accontentavano in tutto e la trattavano con guanti di velluto solo perchè è borderline. Dice che le persone che le fanno veramente bene sono quelle che hanno il coraggio di dirle le cose come stanno, di criticarla quando necessario (senza per questo trattarla male), mentre invece chi si trasforma nel suo zerbino non fa altro che alimentare il suo disturbo e spingerla a comportarsi in maniera sbagliata. E poi, indipendentemente dal discorso borderline, sappiamo che in fondo una donna vuole che il suo uomo sia autoritario, sicuro di sè, e che si faccia rispettare e desiderare.

Mi rendo anche conto che spesso nella nostra relazione lei mi abbia mandato segnali di questo genere, che io purtroppo non ho colto oppure ho interpretato male. Una volta mi ha anche detto esplicitamente "a volte mi comporto come una stronza e voglio essere rimproverata". Mi ha anche detto che quando si comportava male con me o mi mancava di rispetto, avrei dovuta porla di fronte a un bivio: o ti comporti bene, o mi perdi. Perchè solo la paura di perdere una cosa veramente preziosa può spingerla a migliorare sè stessa e a non commettere gli errori che mille volte ha commesso in passato.

E' un discorso un po' azzardato in effetti, perchè proprio la paura di un abbandono anzi spinge un soggetto borderline a fare le cose peggiori, eppure in un certo senso sento che lei ha ragione. Sento che fino a un anno fa, il suo disturbo era così grave che probabilmente avrebbe reagito nel peggiore di modi al rischio di una abbandono, ma negli ultimi 2 mesi le ho visto compiere un percorso col suo psicologo e penso che sia sulla buona strada per imparare a gestirsi meglio, pur di conservare l'amore e l'affetto di una persona che lei ritiene valida.

Perciò ho deciso che anche come amico, voglio smetterla di accontentarla sempre in tutto e non adirarmi mai con lei. Voglio trovare il coraggio di dirle le cose in faccia anche a costo di farla piangere. Il punto è che vorrei capire come farlo nel migliore dei modi. Perchè quando le parlo in maniera pacata e tranquilla, le mie parole non la sfiorano nemmeno. Non c'è verso di farla smettere di fumare 30 sigarette al giorno, o di convincerla a prendersi cura di sè (trascura molto la sua salute ultimamente). Però so anche che se alzo la voce o le dico cose sgradevoli, la metto in uno stato d'animo terribile, e a volte le viene quasi di farsi del male.

Su internet si trovano un sacco di articoli sul disturbo borderline, ma non ho mai, mai mai trovato neanche una mezza parola su come un familiare, un amico o un fidanzato dovrebbe comportarsi con una persona borderline. E' dunque questo il consiglio che chiedo. Come devo comportarmi con lei? Quanto posso essere duro ed autoritario senza rischiare di diventare il suo "persecutore"? Come posso esaudire le sue richieste di attenzione, di essere ripresa e rimproverata, senza farla stare troppo male?

Andrea86

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